Sarà la volpe il nuovo migliore amico dell’uomo?

Negli ultimi anni, le volpi stanno sempre di più avvicinandosi all’uomo e alle sue abitazioni. Come spiegare un tale atteggiamento da parte di un animale che è sempre stato selvatico? Da dove deriva e quali sono le motivazioni? 

Anni ’90

Di per sè, l’uomo è da oltre settanta anni che cerca di addomesticare questa bellissima specie, creando anche un ardito incrocio a metà del Novecento, in Siberia: la volpe rossa domestica

Si intendeva replicare il procedimento che ha portato i lupi (Canis Lupus) ad auto-domesticarsi nei cani di oggi (Canis Lupus Familiaris). Come risultato, gli scienziati russi a capo del progetto ottennero un branco di volpi addomesticate che presentava caratteristiche – fisiologiche e morfologiche – completamente diverse da quelle selvagge. Si capì inoltre che la mansuetudine portasse i canidi a cambiare il proprio comportamento: alzare la coda o entrare in calore due volte all’anno invece di una sola, anche se non apparentemente, non sono altro che una conseguenza della pleiotropia.

Oggi

Quindi, l’esperimento di oltre settanta anni fa ha prodotto dei risultati concreti sulle volpi odierne? 

Specialmente sui social, sono sempre di più le volpi che si vedono avvicinarsi alle case nei pressi dei boschi. Alcune, addirittura, hanno instaurato nel tempo un rapporto tale con i proprietari, da diventare dei veri e propri animali domestici, con tanto di cuccia e ciotola. Ne è un esempio il profilo Instagram da quasi tre milioni di @juniper, volpe della Florida cui è stato offerto asilo assieme ad altri animali selvatici che – per una ragione o per un’altra – non possono più vivere in natura. E sono svariati i profili che, anche su TikTok, mostrano come approcciarsi alle volpi (e come queste si approccino a noi).

Tendenzialmente, il comportamento richiama molto quello degli a noi più noti cani; non mancano quindi scondinzolii di coda e carezze sul ventre – più che gradite -, come testimonia l’esperimento degli anni ‘50. Naturalmente, restano i fattori più chiaramente tipici della vita selvatica, come l’istinto di scavare nella neve e volercisi tuffare – anche se ci si trova soltanto su un materasso bianco – o la volontà di marcare i propri territori e i propri oggetti con la pipì. 

Come mai la volpe si avvicina all’uomo?

In altri casi – anche italiani -, le volpi non dimostrano così tanta confidenza, e mettono in atto un avvicinamento a senso unico, avvicinandosi autonomamente e solo quando lo desiderano. Negli ultimi tempi è possibile vedere video e foto sui social che narrano di come questi animali stiano, piano piano, iniziando un processo che potremmo definire di auto-domesticazione.

La motivazione alla base è piuttosto scontata: si tratta di una risposta evolutiva alle pressioni esercitate dall’ambiente urbano e dalla presenza umana. Dove si trova l’uomo si trova anche il cibo, e questi animali (famosi per la loro furbizia) l’hanno capito eccome. Inoltre, nei centri urbani è più difficile trovarsi di fronte ai predatori con cui sarebbe possibile scontrarsi in natura; una minore paura dell’uomo equivale dunque a un minore rischio per la loro sopravvivenza. Abitudini, comportamenti e geni si trasferiscono poi alla generazione di volpi successiva, da cui nasceranno cuccioli sempre più abituati ad approcciarsi con gli umani. 

La volpe sarà quindi il nuovo migliore amico dell’uomo? È difficile a dirsi, forse resterà un privilegio solo di pochi, ma è innegabile la sempre maggiore predisposizione che, sia uomini che animali, hanno ad avvicinarsi. I bisogni di questi canidi restano comunque quelli di animali selvatici e non è dunque facile poter dare una risposta precisa. A prescindere però da quello che sarà il risultato, questa auto-domesticazione dimostra ancora una volta l’inclinazione sempre variabile della bellissima natura che ci circonda. 

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