Fino al 9 febbraio 2025, il PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano accoglie Metal Panic, la più grande retrospettiva mai dedicata a Marcello Maloberti. Curata da Diego Sileo, la mostra è una dichiarazione d’amore alla città di Milano, fonte di ispirazione per l’artista fin dai suoi esordi.
Marcello Maloberti: un artista multiforme
Figura centrale nel panorama dell’arte contemporanea italiana, Marcello Maloberti combina linguaggi visivi e performativi, dalla fotografia al video, dall’installazione alla scultura, fino al disegno. L’arte multidisciplinare di Maloberti viene considerata una sorta di Gesamtkunstwerk contemporaneo, termine tedesco che definisce “un’opera d’arte totale”. Maloberti intreccia arte e vita e trae ispirazione dagli eventi quotidiani e dai contesti urbani, che rielabora con un approccio neorealista e una sensibilità visionaria. Le sue opere spesso evocano il classicismo e la storia dell’arte e li interpretano in chiave performativa. L’artista riesce a coinvolgere attivamente il suo pubblico usando teatralità e interattività, confondendo il confine tra realtà e immaginazione attraverso atmosfere dense di suspense e poesia.
Il “cantiere temporaneo” in mostra al PAC
Metal Panic trasforma il PAC in un vero e proprio cantiere contemporaneo, dove le opere sembrano sospese in un’atmosfera di perenne trasformazione. L’esposizione propone un viaggio attraverso i temi centrali della ricerca artistica di Maloberti: l’elevazione della parola scritta a poesia visiva, la sacralità del quotidiano e la sensibilità verso le trasformazioni urbane. La sua arte, fortemente performativa, non si limita a essere osservata, ma invita il pubblico a interagire, rendendolo parte integrante dell’esperienza.
Metal Panic trasforma il PAC in un cantiere contemporaneo in continua trasformazione
Diego Sileo, curatore della mostra
Metal Panic si presenta come un libro d’artista: opere storiche degli anni Novanta si intrecciano con lavori più recenti e produzioni inedite. Tra questi, emerge l’idea di “lavori in corso”: l’intera mostra è concepita come un processo dinamico, una narrazione aperta in cui tutto è in potenza e potrebbe trasformarsi in atto. Questo approccio riflette la visione di Maloberti, che vede nell’arte un mezzo per interrogare il presente, mescolando la memoria storica con il quotidiano.
Omaggio alla città di Milano
La mostra è ospitata a Milano e questo, non è un caso: la città di Milano ha sempre accompagnato l’artista nella sua crescita personale e artistica. Paragonando la città al Duomo, Maloberti ha descritto Milano come un luogo in costante evoluzione, una metropoli che gli offre infinite ispirazioni. Per l’artista, il PAC rappresenta un’oasi creativa e il primo museo di arte contemporanea visitato, nonché uno dei più frequentati durante la sua carriera.
Il paesaggio urbano milanese diventa un elemento centrale della sua poetica, un luogo in cui le storie individuali si intrecciano con quelle collettive. Le opere di Maloberti restituiscono una visione archeologica e, al tempo stesso, utopica di Milano, invitando a guardare oltre l’immediatezza del quotidiano.
Le opere non si limitano a rappresentare, ma agiscono: creano connessioni, evocano emozioni e stimolano nuove domande. Insomma, dimostrano che l’arte è il mezzo attraverso il quale superare l’ordinario della vita quotidiana.
La mia Milano non è mai conclusa.
Marcello Maloberti
L’artista è lo spazio dell’incontro: il talk con Marcello Maloberti e Diego Sileo
Il 12 dicembre 2024, il PAC di Milano ha ospitato il talk L’artista è lo spazio dell’incontro, ispirato a una delle celebri Martellate di Marcello Maloberti. Durante l’evento, l’artista ha dialogato con Diego Sileo, curatore della mostra, e Nicola Ricciardi, direttore artistico di miart, per esplorare come collaborazione e interazione plasmino la pratica artistica contemporanea. Questo appuntamento è parte del programma Talks among friends promosso da miart in collaborazione con Fondazione Prada, Museo del Novecento, Triennale Milano e Pirelli HangarBicocca.
Il tema dell’incontro pone l’artista come catalizzatore di scambi, idee e relazioni, in linea con il percorso espositivo di Metal Panic. Maloberti ha riflettuto sulla performatività come mezzo per creare dialogo tra pubblico, opere e contesto, sottolineando il valore della collaborazione.
Incontro e collaborazione sono parole fondanti del mio modo di lavorare. L’artista oggi è fortunato perché ha le mani del mondo per creare.
Marcello Maloberti
L’incontro ha evidenziato come, secondo Maloberti, “il PAC è Milano”. L’approccio della mostra di “far parlare il contesto”, per l’artista si traduce in un costante scambio con la comunità e di apertura agli altri.
Il mio lavoro è sempre quello di far parlare la comunità. L’idea di fare spazio è importante per accettare l’incontro con altre persone. È come essere un bicchiere ma mai troppo pieno.
Marcello Maloberti
Immagine in evidenza: Gazzettino Metropolitano