La notte tra il 12 e il 13 dicembre, nelle case di molti bambini d’Italia, passa, accompagnata dal proprio asinello, la storica figura di Santa Lucia. Chi è questa giovane donna? Da dove viene? E come mai riveste, nella tradizione, un ruolo molto simile a quello del ben più noto Babbo Natale?
Tra storia e leggenda
Lucia nasce nel III secolo dopo Cristo a Siracusa, in Sicilia e fin da bambina viene promessa in sposa a un giovane concittadino patrizio di credo pagano. Rimasta orfana di padre, la piccola crebbe con la madre fino all’età di 19 anni, quando questa si ammalò gravemente. Essendo una giovane dalla fede fortemente radicata, Lucia convinse la madre a recarsi in pellegrinaggio al sepolcro di Sant’Agata per trovare una cura. La leggenda narra che subito dopo il raggiungimento del sacro luogo, la ragazza fu presa da un sonno profondo, che le fece sognare la Santa. Questa le profetizzò la sua futura Santità, rivelandole che era stata lei stessa, grazie alla sua immensa fede, ad intercedere per la guarigione della madre.
La giovane decide quindi di non sposarsi e distribuire ai poveri il patrimonio familiare dedicato al matrimonio, aiutando i Cristiani che, a causa delle persecuzioni diocleziane, erano costretti a rifugiarsi nelle catacombe. La leggenda narra che, al fine di aiutare i bisognosi, Lucia portasse, legata in testa, una lampada accesa.
Denunciata e accusata dal promesso sposo di cristianesimo – all’epoca reato punibile con la morte – Lucia, in quanto nobile, è costretta a subire numerose torture prima dell’inevitabile uccisione. È proprio durante una di queste violenze, precedenti e preventive alla sua morte, che la futura Santa pronuncia una frase che resterà celebre nel tempo: “Non c’è peccato, se non c’è la volontà di peccare”.
La madre depone subito il corpo dell’adolescente a Siracusa, vicino al luogo del suo martirio, dove oggi sorge il Santuario di Santa Lucia al Sepolcro.
Santa Lucia oggi
Attualmente la si festeggia il 13 dicembre, sebbene non si sia certi che si tratti della data del martirio, per una ragione alquanto interessante: prima che entrasse in vigore il calendario gregoriano, era questo il giorno più corto e buio dell’anno, e Santa Lucia è infatti ricordata per essere portatrice di luce (complice, naturalmente, anche il nome).
Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre, il suo ruolo è molto simile a quello di Babbo Natale, ma la sua immagine è decisamente molto più avvolta dal mistero. Ai bambini viene infatti raccontato di una donna cieca in abiti bianchi ricoperta da un velo (probabilmente rifacendosi al matrimonio prefissato, ma mai avvenuto). È accompagnata da un asinello e indossa con una corona di luci sul capo, e, se guardata, lancia una manciata di cenere negli occhi dell’osservatore, accecandolo. Una figura quindi più controversa e spaventosa del simpatico barbuto dall’abito rosso.
La Santa è solita portare ai bambini i regali che questi hanno accuratamente e preventivamente scritto in una letterina, poi consegnata ai genitori. Il suo passaggio è contraddistinto dal suono di una campanella, che si può sentire già dai primi giorni di dicembre, spesso accompagnato da qualche caramella dimenticata qua e là. Assieme a dolciumi e giocattoli però, la giovane donna porta con sé anche dei pezzi di carbone da lasciare ai bambini che non si sono comportati bene durante l’anno.
Anche la sua accoglienza è simile a quella del collega dalla barba bianca: tazza di latte e biscotti per lei, fieno e arance per l’asinello – che puntualmente i bambini ritrovano sgranocchiati al mattino del 13.
Dove si festeggia?
Santa Lucia è per me sinonimo di dolci ricordi, essendo Brescia una delle città in cui questa tradizione vive ancora fortemente, come ricordano le parole di una canzone popolare:
Anche la vicina Bergamo vede il passaggio della Santa, essendo anche a lei dedicata una Chiesa. Qui, l’usanza vuole che vengano lasciati dei particolari zuccherini, chiamati “basì de zöchèr”.
Pure in Veneto è usanza che sia Santa Lucia a portare i doni ai bambini; il motivo si lega al fatto che le reliquie della martire furono traslate prima a Costantinopoli e successivamente a Venezia. Ma è in particolare a Verona che si usa festeggiare il suo passaggio, a causa di un’epidemia del XIII secolo: i bambini, infatti, furono colpiti da uno strano “mal d’occhi” e i genitori, per cercare una soluzione, si diressero verso la Chiesa di Sant’Agnese, dedicata anche a Santa Lucia – santa della vista. Gli ammalati, inizialmente si rifiutarono di seguire le proprie famiglie all’interno, e accettarono solo ricevendo in cambio dei dolcetti.
Spostandosi verso il centro Italia, vediamo arrivare Santa Lucia anche a Bologna, arricchita per l’occasione da presepi e bancarelle che presentano riproduzioni dell’immagine della santa, ma anche dolci e giocattoli.
Fino al Sud Italia
Santa Lucia arriva anche al Sud. Non soltanto a Siracusa, di cui è chiaramente patrona e per la quale i festeggiamenti – caratterizzati da processioni con la statua della martire – durano una settimana, ma anche a Scorrano, in provincia di Lecce. Qui, nei pressi di una cappella novecentesca dedicata a Santa Lucia, il 12 e il 13 si organizza sempre una fiera in suo onore, grazie anche alla vocazione che questo territorio ha proprio per la luce.
Ma Santa Lucia non è una festa che viene celebrata soltanto in Italia; anche nei paesi del Nord Europa, in particolare in Svezia, Danimarca, Norvegia e Finlandia sin dal Medioevo si onora questa ricorrenza. Una fanciulla vestita di bianco dal capo cinto da una corona di luci svegliava i dormienti offrendo una coppa di malvasia in onore della martire.
Domani è il 13 dicembre, e io vi consiglio di aprire bene le orecchie per captare qualche campanello e aguzzare la vista in cerca di qualche dolcetto caduto dalla schiena di un asinello…