Gli anni 2000 sono sono stati un decennio di profonde trasformazioni per la musica, tra il boom delle piattaforme digitali e l’ascesa di nuovi generi. Dal rock alternativo al pop più commerciale, alcuni album sono diventati veri e propri simboli di un’epoca, definendo lo stile e i gusti di un’intera generazione. Quelli proposti sono una piccola selezione tra gli innumerevoli album che hanno lasciato un segno indelebile nella cultura musicale.
A Funk Odyssey – Jamiroquai
Andiamo in ordine cronologico: è il 2001, il gruppo britannico Jamiroquai pubblica un nuovo album, A Funk Odyssey. Un vero e proprio viaggio nell’infinito universo della musica – in effetti il 2001 è proprio l’anno delle odissee, come ci insegna Kubrick. Rispetto ai lavori precedenti, quest’album porta all’apice la sperimentazione con la costante presenza di sintetizzatori, vocoder e beat elettronici, allontanandosi però dall’approccio jazzistico. Anche i testi risultano meno impegnati, concentrandosi sull’amore, sulle relazioni e sulla spiritualità piuttosto che sull’attivismo sociale e ambientale degli album precedenti.
Ciò nonostante, questo album condensa in undici tracce l’essenza degli anni 2000 appena iniziati, colorato da delle sonorità disco e un groove fresco e sofisticato. Il sound soul e funk si sposa con i ritmi allegri tipici della musica dance, bilanciando tradizione e innovazione. Non è di certo il miglior album del gruppo, ma di brani memorabili ce ne sono eccome. “You Give Me Something” è semplice ma raffinato, allegro, catchy e dalla base musicale morbida, sostenuta completamente dal basso. “Stop Don’t Panic” rimane invece il pezzo più curioso, grazie alle chitarre un po’ rockabilly e il ritmo sostenuto.
Arriving soon intergalactica
Feels Good – Jamiroquai
I’m holding heaven in my hands
It’s automatic baby and it feels good
A Rush of Blood to the Head – Coldplay
Passa giusto un anno e i Coldplay fanno uscire il loro secondo album, che consolida il successo della band che ad oggi ha date sold out assicurate a ogni tour. Gli anni 2000 vedono la nascita dei Coldplay come colosso dell’industria discografica, anche se, rispetto agli esordi, gli ultimi album si sono allontanati anni luce. A Rush of Blood to the Head tratta temi come l’amore, la perdita e il rimorso, tutto grazie alla purissima scrittura di Chris Martin.
I toni malinconici si alternano a momenti di speranza, narrati da arrangiamenti a strati, spesso orchestrali. L’impronta pop rock si arricchisce con pianoforti e violini, come in “Clocks“, con il suo inconfondibile riff di pianoforte. Le chitarre di “God Put a Smile Upon Your Face” creano un’atmosfera intensa, quasi cinematografica. La title track invece parla di decisioni prese con il cuore, irrazionalmente, includendo però anche temi più globali come il conflitto e l’ingiustizia. Quest’album è diventato il punto di riferimento del rock alternativo degli anni 2000, influenzando fortemente la cultura pop e molte band successive, con melodie accessibili e testi profondi.
Night turns to day
A Whisper – Coldplay
And I still have these questions
Please just refrain
Should I go forwards or backwards?
Night turns to day
And I still can’t go back to you
Black Holes And Revelations – Muse
Qualche anno dopo, la già ben affermata band britannica Muse pubblica il suo quarto album. Abbandona però la strada percorsa con l’album precedente, quella dell’hard rock tendente quasi al metal. Le sonorità riconoscibili dei Muse svoltano verso il confine tra rock, pop e elettronica, con uno degli album più celebri della loro discografia, diventando un simbolo fondamentale per gli anni 2000, per quanto riguarda il loro genere. Il contrasto e l’equilibrio tra il caos e la speranza attraversa i brani che affrontano temi molto vari: la politica e la società, l’amore e le relazioni, il futuro e l’apocalisse.
Nuovi elementi arricchiscono il sound caratteristico del gruppo: in “Map of the Problematique” è forte la sperimentazione con synth, mescolando riff potenti con arpeggi elettronici; l’atmosfera western si unisce al rock anni ’70 in “Knights of Cydonia” creando una struttura complessa e stratificata in una brano che dura ben 6 minuti. I pezzi più famosi e accessibili rimangono però “Supermassive Black Hole” e “Starlight“, brani orecchiabili e radiofonici.
How could you send us all far away from home
Soldier’s Poem – Muse
When you know damn well that this is all
I would still lay down my life for you
19 – Adele
Gli anni 2000 sono stati la culla di un’altra cantante indimenticabile: Adele. È nel 2008 che la cantautrice britannica pubblica il suo primo album, un successo enorme per la diciannovenne. Il titolo dell’album è infatti un riferimento alla sua giovane età, tradizione che continuerà anche con gli album successivi. La potenza della sua voce profonda ha stregato il pubblico, insieme ai testi di un’emotività fresca e autentica. Temi come l’amore e la crescita personale sono presenti in tutti i brani. Gli arrangiamenti sono minimali e sembrano adattarsi sul suo timbro caldo. L’album sembra l’unione di soul, blues e pop, ispirandosi forse a artiste come Ella Fitzgerald e Etta James.
Le tracce più iconiche sono decisamente “Chasing Pavements“, un inno alla forza emotiva e alla difficoltà delle relazioni, insieme a “Make You Feel My Love“, cover della memorabile canzone di Bob Dylan. Fu un enorme successo per la critica e per il pubblico, vincendo anche il Grammy come miglior artista esordiente. Questo debutto si può dire profetico, visto il successo che Adele, ancora oggi, riscuote.
I find myself repeating like a broken tune
Melt My Heart to Stone – Adele
And I’m forever excusing your intentions
Then, I give in to my pretendings
Which forgive you each time
Without me knowing
They melt my heart to stone
Lungs – Florence + The Machine
L’ultimo album è un altro esordio accolto dagli anni 2000, ovvero il primo album di Florence + The machine, progetto musicale guidato da Florence Welch. Il disco è una fusione di pop, rock, indie e soul, con testi colmi di immagini poetiche, insieme a un forte misticismo e una potente carica emotiva. Le emozioni viscerali sono descritte con un simbolismo che richiama natura, morte, spiritualità e persino magia. Tutto ciò è contornato da arrangiamenti orchestrali, percussioni tribali e armonie imponenti.
Una delle tracce di punta è sicuramente “Dog Days Are Over“, che parte delicata per poi finire in un crescendo di gioia catartica. La canzone parla di liberazione e cambiamento alla fine di un periodo difficile. “Cosmic Love” invece è una ballata che paragona il cielo stellato al travolgente potere dell’amore. Qui la voce di Florence è accompagnata da arpeggi scintillanti che costruiscono un’atmosfera ultraterrena. L’album ha avuto un impatto culturale significativo, facendo diventare il gruppo uno dei nomi più importanti della scena indie internazionale, proprio grazie all’equilibrio perfetto tra originalità artistica e complessità sonora.
And my running feet could fly
Between Two Lungs – Florence + The Machine
Each breath screaming
“We are all too young to die”
Immagine in evidenza: Wikimedia