Dal 23 novembre 2024 al 9 marzo 2025, il MIC – Museo Interattivo del Cinema di Milano ospita la mostra Marcello Dudovich, Unfinished. Cinema, 1915-1933. Curata da Matteo Pavesi e prodotta da Cineteca Milano, l’esposizione rende omaggio a Marcello Dudovich, uno dei più grandi illustratori italiani e pioniere della cartellonistica pubblicitaria moderna.
La mostra al MIC
La mostra propone un affascinante percorso tra capolavori restaurati e approfondimenti sulla storia del cinema muto. Oltre a celebrare il genio creativo di Marcello Dudovich, la mostra esplora anche gli aspetti meno noti della sua vita. Il titolo dell’esposizione, Unfinished, richiama non solo i lavori incompleti ma anche il percorso esistenziale dell’artista, segnato da disillusioni e difficoltà personali. Gli eventi storici e politici del periodo, tra guerre mondiali e tensioni sociali, hanno portato Dudovich ad avere una crisi esistenziale che influenza il declino della sua carriera artistica. Allo stesso modo, l’obiettivo della mostra è quello di mettere in relazione il tema dell’ “incompleto e del non finito” dei bozzetti con l’ “incompleto e il mancante” che caratterizza i film muti.
Nelle raccolte non filmiche di Cineteca Milano c’è un lotto di grande interesse legato a bozzetti e disegni preparatori di film del periodo muto degli anni Venti. La caratteristica principale di questi bozzetti, a tecnica mista e acquarello, è che non riportano il titolo del film, né della produzione e pertanto si collocano in una zona indefinita di lavori incompleti, non finiti, la cui identità storica risulta indecifrabile.
Matteo Pavesi, direttore di Cineteca Milano e curatore
La carriera di Marcello Dudovich
Marcello Dudovich, artista triestino di nascita e milanese d’adozione, è stato un pubblicitario, pittore e illustratore considerato uno dei padri del moderno cartellonismo pubblicitario italiano. Raggiunge il culmine del successo negli anni Venti e Trenta, realizzando manifesti pubblicitari per importanti aziende presso le Officine Ricordi di Milano. Tramite i suoi manifesti ha contribuito a creare l’immagine di un’epoca segnata da una serie di profondi cambiamenti sociali e politici. Arriva a diventare una figura di spicco a livello internazionale grazie a manifesti che riflettono l’entusiasmo della Belle Époque per la modernità e i progressi tecnologici. Le sue opere sono sospese tra sogno e realtà e testimoniano l’innovazione di un artista che ha trasformato la modernità in arte, lasciando un’impronta indelebile nella cultura visiva del Novecento.
Dudovich viene ricordato come “il cantore delle splendide donne, delle corse dei cavalli, degli abiti eleganti, dei raduni mondani”.
I manifesti in mostra
La mostra presenta ventisei bozzetti restaurati e tre manifesti originali, di cui nove attribuiti a Dudovich. Accanto alle sue opere, i visitatori potranno ammirare lavori di altri artisti come Alfredo Ortelli, Giovanni Vianello e Tito Corbella. Tutti provenienti dall’archivio della Cineteca Milano, gli elaborati sono stati restaurati in collaborazione con la Scuola di Restauro dell’Accademia di Brera.
L’obiettivo è stato preservarne l’autenticità e studiarne l’origine. Non a caso, il percorso espositivo include anche dettagli ingranditi delle opere, per evidenziare la ricchezza cromatica e la precisione del disegno. Inoltre un’installazione mostra il deterioramento delle pellicole mute e ricorda l’importanza della conservazione di questo fragile patrimonio culturale.
Un dialogo tra cinema e manifesti
Tra i pezzi più significativi spicca il manifesto in versione digitale realizzato da Dudovich per Le fiacre n.13, film del 1917 di Alberto Capozzi e Gero Zambuto. Le clip più significative del film sono proiettate su diciassette postazioni video collocate nel corridoio del MIC. La mostra comprende anche una rassegna di sedici film muti internazionali, restaurati dalle più prestigiose cineteche mondiali. Alcuni vengono proiettati con accompagnamento musicale dal vivo, che aiuta a creare un dialogo diretto tra il cinema e i manifesti esposti.
Le pellicole, realizzate tra il 1919 e il 1929, appartengono all’epoca d’oro del cinema muto. I titoli selezionati includono capolavori come Metropolis di Fritz Lang, La febbre dell’oro di Charlie Chaplin e Nosferatu il vampiro di Friedrich Wilhelm Murnau, regalando al pubblico l’occasione di immergersi completamente nell’atmosfera dell’epoca.
Immagine in evidenza: Hestetika Magazine