La musica delle donne: 5 album sulla violenza di genere

Sono passati pochi giorni dal 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Purtroppo il genere femminile deve scontrarsi ogni giorno, da sempre, con problematiche quali la violenza di genere, gli abusi e l’oppressione. Certo, il mondo è cambiato molto, soprattutto negli ultimi decenni. Ciò però non significa che le donne non vengano più discriminate in quanto tali: di strada ce n’è ancora molta da fare per raggiungere la parità di genere. Ovviamente questi temi hanno ispirato moltissime cantanti e musiciste a scrivere interi album a riguardo, anche se spesso non esplicitamente, forse proprio a causa dell’abitudine delle donne a sopportare queste situazioni.

Diamonds and Rust – Joan Baez

Quest’album è uno dei lavori più celebri e personali di Joan Baez, cantautrice statunitense. L’evoluzione stilistica porta vicino al folk-rock e pop, rispetto alle sue radici tradizionalmente folk. Questo album rappresenta una riflessione sulla sua vita personale e artistica

Joan Baez è famosa per il suo impegno come attivista per la giustizia sociale. Questo album affronta tematiche legate ai diritti umani in modo indiretto ma significativo. Diamonds and Rust, pur parlando di esperienze personali, porta inevitabilmente l’eco del pensiero politico e della sensibilità sociale della cantautrice. La sofferenza emotiva, la disillusione e la riflessione sulle relazioni sono temi trasversali alla vulnerabilità e alla dinamica di potere che caratterizza le esperienze di violenza sulle donne

Baez è inoltre capace di raccontare il dolore rivendicando la propria voce, senza vittimizzarsi. L’album, con il suo focus sull’introspezione e la resilienza emotiva, è una testimonianza delle complesse esperienze femminili, portando un messaggio di forza e autenticità. La title track esplora le cicatrici emotive di un legame ormai concluso, alludendo a ricordi preziosi ma dolorosi (diamanti e ruggine).

Yes, I loved you dearly 
And if you’re offering me diamonds and rust 
I’ve already paid

Diamonds And Rust – Joan Baez

Wild Is The Wind – Nina Simone

Questo album, del 1966, è uno dei più celebri della cantante statunitense Nina Simone. Nelle tracce si mescolano diversi generi come il blues e il jazz. Le tematiche sociali vengono portate nei testi delle canzoni, che parlano con delicatezza della condizione della donna, del razzismo e delle disuguaglianze sociali. Le riflessioni sottili ma significative su questi temi si inseriscono perfettamente nel contesto degli anni ’60, teatro di rivolte sociali per i diritti civili. Nina Simone era fortemente coinvolta in queste battaglie in quanto afro-americana, perciò riesce ad esprimere in prima persona queste difficoltà e queste sofferenze femminili.

Nella canzone “Four Women“, racconta infatti le esperienze di quattro donne afro-americane, ognuna delle quali rappresentante di una diversa realtà sociale ed economica, e sottolinea come la discriminazione razziale e di genere influenzi pesantemente la loro vita. Queste riflessioni sulla violenza psicologica e fisica sulle donne sono cantate con le grandissime capacità vocali dell’ artista e un’interpretazione potente e carica di emozioni.

My skin is black, my arms are long
My hair is woolly, my back is strong
Strong enough to take the pain
Inflicted again and again

Four Women – Nina Simone

Blue – Joni Mitchell

Quest’album, del 1971, è noto non solo per la sua bellezza musicale, ma anche per la sua onestà senza filtri. La sua influenza si fa ancora sentire su molti artisti contemporanei. Joni Mitchell, attraverso la sua musica e il suo approccio rivoluzionario alla narrazione personale, ha contribuito a spingere i confini della libertà artistica e del discorso culturale, offrendo un contributo rilevante al dibattito sulla condizione femminile

Nel testo dei brani si può cogliere una forte opposizione alle norme di genere, in cui le donne sono limitate a ruoli subordinati o accessori agli uomini. La narrazione di Mitchell racconta le esperienze amorose, gli errori e i dolori senza remore. È evidente nei brani il forte contrasto tra il desiderio di libertà personale e la necessità di una relazione. Un altro tema importante è quello delle relazioni intense ma sbilanciate, di cui si parla per esempio in “A Case Of You“. In “My Old Man” e “The Last Time I Saw Richard” si riflette anche sulla disillusione verso l’idealizzazione dell’amore romantico, concetto riconosciuto come legato alle aspettative patriarcali.

Non si può definire un album politico nel senso tradizionale del termine, proprio perché la sua critica sociale risiede nell’onestà con cui esplora la vita emotiva di una donna. Bisogna anche prestare attenzione al contesto di quegli anni, in cui le donne cominciarono a parlare apertamente di temi come la violenza domestica, gli abusi e la mancanza di parità. Joni Mitchell dà voce quindi a tutte queste donne, cantando di situazioni comuni a molte, definendo l’identità della donna al di fuori della relazione con gli uomini. Questo disco è anche una coraggiosa sfida alla società a prendere sul serio i sentimenti e le lotte delle donne, parlando indirettamente delle dinamiche di oppressione e violenza contro le donne.

Oh, I love you when I forget about me
I wanna be strong, I wanna laugh along
I wanna belong to the living
Alive, alive, I want to get up and jive

All I want – Joni Mitchell

Jagged Little Pill – Alanis Morissette

Jagged Little Pill è un album che affronta temi come il dolore, la rabbia, l’autodeterminazione e la crescita personale, riflettendo una sensibilità cruda e onesta. Alanis Morissette lo pubblica nel 1995, trasformandosi da una cantante pop locale in una delle voci più iconiche del rock alternativo degli anni ’90. Questo disco è un manifesto femminista per il modo in cui affronta apertamente sia la vulnerabilità sia la forza interiore delle donne. Nel 2019 l’album è stato poi adattato in un musical di Broadway, che parla di dipendenza, trauma e identità, affrontando esplicitamente anche la violenza sessuale.

You Oughta Know” è un inno scritto con rabbia per una relazione tossica e opprimente. Parla di donne che si riprendono il loro spazio emotivo, non nascondendo il dolore, ma anzi usandolo come strumento di liberazione. Invece brani come “You Learn” e “Hand in my pocket” parlano di una crescita personale che porta ad avere una maggior consapevolezza di sé. I testi raccontano relazioni disfunzionali, manipolatrici e talvolta abusanti, con un’onestà che ha chiaramente influito sul successo di questi brani.

You live, you learn
You love, you learn
You cry, you learn
You lose, you learn
You bleed, you learn
You scream you learn

You Learn – Alanis Morissette

Sometimes I Sit And Think, And Sometimes I Just Sit – Courtney Barnett

Uscito nel 2015, questo album parla del contrasto tra riflessione e inattività, esplorando in maniera delicata questioni come l’alienazione, la disillusione e la critica di alcuni aspetti della società contemporanea. Il linguaggio usato da Courtney Barnett è crudo e sarcastico, senza però un’invocazione diretta a un cambiamento sociale radicale. L’ironia diventa quindi un modo per sfuggire alla pesantezza delle aspettative sociali, senza minimizzare però la difficoltà di trovare un posto nel mondo.

Ad esempio, la canzone “Depreston” parla di una visita a una casa in vendita, che però rivela la pressione di essere imprigionati in aspettative sociali che non soddisfano il proprio desiderio di cambiamento. In tutto l’album è forte la critica alle imposizioni culturali e sociali che creano stress e frustrazione. Si parla anche, implicitamente, di disconnessione emotiva e di conflitti interiori, che possono essere letti come dinamiche di soppressione e dominio.

I must confess,
I’ve made a mess
Of what should be a small success,
But I digress,
At least I’ve tried my very best, I guess

Pedestrian At Best – Courtney Barnett

Bonus track: labour – Paris Paloma

Questa canzone, uscita nel marzo dell’anno scorso, è una ballata intensa che esplora i carichi emotivi, fisici e mentali che le donne sopportano nelle relazioni, mettendo in discussione quindi gli squilibri di potere e i ruoli tradizionali di genere. I toni sono malinconici e le parole incisive, evidenziando il peso che le donne spesso portano dell’essere una figura di supporto non riconosciuta. Il sacrificio invisibile delle donne e delle madri viene riflesso con immagini crude ma poetiche. È un manifesto contro l’oppressione e la violenza di genere, che riflette anche sul gaslighting e sui cicli di subordinazione nelle famiglie e, per estensione, nella società.

All day, every day, therapist, mother, maid
Nymph then a virgin, nurse then a servant
Just an appendage, live to attend him
So that he never lifts a finger
24∕7, baby machine
So he can live out his picket fence dreams
It’s not an act of love if you make her
You make me do too much labour

labour – Paris Paloma

Immagine in evidenza: Wikimedia

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