1.5x: la velocità dell’essere

Siamo tutti 1.5x,
un passo avanti, ma mai fermi davvero.
Non più personalità definite,
ma onde, correnti, fluidità che sfugge.
Ci plasmano il tempo che corre
e i trend che mutano
prima che possiamo davvero capirli.

ll presente? Lo abbiamo lasciato indietro,
un frammento dimenticato mentre rincorrevamo il futuro,
inarrivabile, evanescente.
E nel correre ci siamo smarriti,
abbiamo perso noi stessi.

I pensieri si annodano, troppo lenti per noi:
“Non c’è tempo.”
Non c’è tempo per chiedersi chi siamo,
per fermarsi e ascoltare quella voce interna,
quella che parla in 1x,
troppo piano per essere udita.

Il mondo, il nostro mondo,
ci appare noioso e lento.
Un film non basta. Una lezione ci sfugge.
Un solo gioco non riesce più ad intrattenerci.
Ogni stimolo svanisce in pochi secondi,
ogni interesse si spegne
prima di diventare qualcosa di reale.

Vogliamo essere tutto, fare tutto,
ma il tempo ci schernisce, crudele.
Le ore di sonno ridotte a cenere,
i messaggi degli amici accorciati in 1.5x,
perché “sì, ti voglio bene,
ma tre minuti sono un’eternità.”

Persino i podcast, a velocità normale,
ci sembrano pesanti, insopportabili.

Abbiamo dimenticato la lentezza,
l’arte perduta del rallentare.
La calma che una volta ci cullava,
ora ci sembra un’utopia,
un ritmo antico che non riusciamo più a seguire.

E così corriamo, sempre.
Ogni passo, una scheggia di noi cade via,
frammenti che forse avremmo dovuto raccogliere,
pezzi che ci avrebbero arricchito.
Ma chi ha tempo di fermarsi?

Litri di caffè ci spingono avanti,
ci tengono svegli,
ci spingono verso una meta che non conosciamo,
che forse neppure esiste.

Non importa dove andiamo,
non importa chi diventiamo,
l’importante è essere svelti,
efficienti.
2x sarebbe perfetto,
ma per ora siamo 1.5x.

La lentezza ci sembra un lusso
che non possiamo più permetterci.

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