Pubblicare un album senza preavviso è una mossa di marketing che pochi artisti possono permettersi, e Kendrick Lamar, uno dei rapper più influenti della sua generazione, ha dimostrato ancora una volta di essere tra questi.
Un dono improvviso, un viaggio da esplorare
Questa strategia del surprise album, un fenomeno emerso circa un decennio fa, sembra perfettamente calibrata per un artista del calibro di Lamar: un musicista che crea aspettative non con la promozione, ma con l’arte stessa. Kendrick sfrutta la sorpresa per dare maggiore impatto al suo messaggio, costringendo gli ascoltatori a immergersi subito nel progetto, senza filtri né anticipazioni.
GNX è un album che, come i lavori precedenti di Lamar, richiede tempo per essere compreso appieno. È un’opera che alterna momenti di feroce intensità a riflessioni introspettive, dimostrando ancora una volta la maestria di Kendrick nel raccontare storie e dipingere immagini con le parole. Il disco segna un punto di svolta nella carriera dell’artista, essendo il primo pubblicato al di fuori dell’etichetta Top Dawg Entertainment e accompagnato da un evidente cambiamento di rotta sia musicale che personale.
Un Titolo Iconico per una Narrazione Potente
Il titolo GNX è un omaggio alla Buick Grand National del 1987, un’icona della cultura automobilistica e un simbolo di desiderio per Kendrick da bambino (oltre al fatto che il 1987 è l’anno di nascita dell’artista).
Più che un semplice riferimento estetico, la Buick diventa il veicolo (letterale e metaforico) attraverso cui il rapper trasporta l’ascoltatore in un viaggio tra passato e presente.
L’album è permeato da riferimenti alla città che l’ha visto crescere e che ha ispirato molte delle sue riflessioni più profonde. Il suono del G-Funk, caratteristico della West Coast, si mescola a influenze moderne grazie alla mano esperta di produttori come Mustard e Sounwave, creando un’atmosfera che oscilla tra nostalgia e innovazione.
Una Lettera d’Amore a Los Angeles
L’album si apre con Wacced Out Murals, un brano che mette subito in chiaro il tono dell’opera: rabbia, introspezione e denuncia sociale. Il murale distrutto a cui Kendrick fa riferimento è una metafora per la disgregazione della comunità e l’ipocrisia della società moderna, temi ricorrenti in tutto il disco.
L’anima di Los Angeles permea ogni traccia, dalla produzione musicale all’immaginario evocato. Kendrick rende omaggio alla música mexicana con la partecipazione della cantante mariachi Deyra Barrera, che apre l’album con una forte intensità emotiva.
In brani come Dodger Blue, invece Kendrick celebra l’identità di L.A., mescolando introspezione e orgoglio territoriale, questo grazie anche alla collaborazione con artisti underground locali, come: AzChike e Wallie The Sensei, che rafforzano ancor di più il legame tra il rapper e la sua città.
Un mosaico di suoni e collaborazioni
Con dodici tracce, GNX presenta una varietà di produttori e collaboratori, tra cui SZA, Roddy Ricch, e figure della scena underground di Los Angeles come AzChike e Wallie The Sensei. La produzione vede il coinvolgimento di Sounwave, storico collaboratore di Lamar, e di Jack Antonoff, noto per il suo lavoro con artisti pop come Taylor Swift.
Nonostante la molteplicità di voci e stili, l’album mantiene una coesione sorprendente, grazie alla visione artistica di Kendrick e alla capacità di Sounwave di fungere da collante creativo.
I temi di GNX: rabbia, redenzione e riflessione
Lamar affronta temi complessi come l’identità, la lealtà, il successo e le contraddizioni della società contemporanea. In Wacced Out Murals, per esempio, l’immagine di un murale distrutto diventa una metafora della distruzione culturale e morale, mentre in Squabble Up il flusso serrato di Kendrick esplora il potere e l’autenticità.
In Reincarnated, Kendrick esplora l’eredità artistica della comunità nera, rendendo omaggio a figure iconiche come Tupac Shakur. L’uso di un campione di Made Niggaz di Tupac sottolinea il legame tra passato e presente, mentre il testo riflette sulla continuità e sull’evoluzione dell’identità artistica afroamericana, intrecciando il passato e il presente con una profondità rara.
Con The Heart Pt. 6, Kendrick chiude il cerchio aperto con i precedenti capitoli della serie, offrendo un’introspezione sulla sua crescita personale e professionale. La collaborazione con SWV & Coko aggiunge un tocco nostalgico, intrecciando liriche autobiografiche e un’analisi dei sacrifici che hanno plasmato la sua carriera.
La gloria di Kendrick
La traccia finale, Gloria, rappresenta la perfetta chiusura del disco, con la voce di SZA che aggiunge un tocco di vulnerabilità e introspezione. Il brano esplora il rapporto di Kendrick con la sua arte, descritta come una relazione complessa e a tratti dolorosa, ma anche profondamente gratificante.
Conclusioni: il re è tornato
GNX non si limita a stupire con le sue collaborazioni e la qualità della produzione; richiede un ascolto attento e meditativo. È un album che non si presta a giudizi immediati ma che si lascia scoprire gradualmente, rivelando strati di significato a ogni ascolto.
Con GNX, Kendrick Lamar si conferma una figura centrale nel panorama musicale contemporaneo. Il suo trono nell’hip-hop rimane saldo, grazie alla sua capacità di reinventarsi e di affrontare temi universali con un linguaggio unico e potente. Anche se il disco potrebbe non raggiungere immediatamente lo status iconico di To Pimp a Butterfly o DAMN., il tempo e gli ascolti ripetuti riveleranno ulteriori strati di significato, consolidando ancora di più il suo ruolo come narratore e innovatore della sua generazione.
In definitiva, Kendrick non delude mai. Ancora una volta, ha dimostrato di essere non solo un rapper eccezionale ma anche un narratore visionario, capace di raccontare storie che risuonano nel tempo e nello spazio. Il re è tornato, e il suo regno è più forte che mai.
Immagine in Evidenza: hyfin