Ieri, 20 novembre, due spettacoli hanno riempito la serata con luci e colori alla Villa Reale di Monza. Giovanni Falzone, trombettista, e la band delle Mosche Elettriche si sono concessi a un sentito omaggio a Ennio Morricone, ricordando, in musica, le sue più famose sinfonie cinematografiche.
Location e Musique Royal
Ci troviamo all’interno della Villa Reale di Monza (MB), salita la gradinata, al secondo piano del Palazzo. La fiamma elettrica del lampadario sul soffitto ci accoglie nella Sala degli Specchi. Si sta come alla Reggia di Versailles. Nella stanza contigua alla nostra vi è la Sala da Pranzo, arredata per la cena. Sono le 19:00, in verità, e i reali erano soliti cenare giusto mezz’ora prima. Eppure la tavola imbandita è ancora intoccata, i commensali non sono seduti ai loro posti. Perché questa è solo un’esposizione: è Giorgio Armani, che per il progetto Reggia Contemporanea ha riallestito e ritappezzato le stanze storiche della Villa con un tocco di contemporaneità. L’iniziativa, curata da Renata Cristina Mazzantini, è parallela al progetto Quirinale Contemporaneo tenuto a Roma. Ma torniamo nella Sala degli Specchi, dove sta per iniziare lo spettacolo.
Il ciclo di “incontri in musica” promosso dalla Villa Reale, in collaborazione con l’associazione Musicamorfosi e il sostegno della Regione Lombardia, è Musique Royal – omen nomen – iniziato l’8 settembre 2024 con due concerti brevi del trombonista Andy Clausen, statunitense. È proseguito il 15 settembre con 90 minuti di concerto all’aperto, nei Giardini Reali della Reggia sabauda, eseguito dall’Orchestra da Camera Canova che ha omaggiato la “IX. Sinfonia” di Ludwig van Beethoven. A novembre gli spettacoli sono stati tre, anzi quattro: il primo, il pianoforte a coda dell’artista greca Tania Giannouli; secondo, il pianista svizzero Nik Bärtsch e il suo “Ritual groove music“; in ultimo, non per bravura, Giovanni Falzone e le Mosche Elettriche su due date, 19 e 20 novembre, in un ossequio “jazzato” dedicato a Ennio Morricone.
Anche a dicembre l’appuntamento con Musique Royale non mancherà. Il 6 dicembre, per le scuole di Monza, verrà eseguita dall’Orchestra Canova l’operetta buffa “Livietta e Tracollo” del compositore settecentesco italiano Giovanni Battista Pergolesi. Infine, domenica 8 dicembre, il Concerto di Natale nel Salone delle Feste, in Villa.
I corpi caldi e pronti all’improvvisazione
Alla tromba c’è Giovanni Falzone, che presenta la band alle sue spalle: Filippo Rinaldo alla tastiera, William Nicastro al basso elettrico, Riccardo Tosi alla batteria. L’occasione del concerto corona 20 anni di collaborazione tra Falzone e la Reggia di Monza, che in virtù della riapertura del Teatro di Corte dopo anni di restauro ospita nuovamente il trombettista. Questa volta, Giovanni Falzone e le Mosche Elettriche, capaci di due nuovi membri sostituti, Filippo Rinaldo e William Nicastro.
Il concerto inizia poco dopo le 19:00. Dopo una breve introduzione degli artisti, una volta presi i posti dietro i loro strumenti, Falzone parla così a introduzione dello spettacolo: “Il jazz ha questa cosa bella, ovvero che, qualsiasi cosa tocchi, lo fa con autenticità, perché tocca lo spirito del momento. Per noi, che non facciamo parte dei conservatori, la musica jazz è forse una delle tante a nascere dalla possibilità di democratizzare le musiche, di farle incontrare“. E così, senza altri preamboli e dopo una leggera scossa ricevuta nel microfono del trombettista, la band è calda e pronta per la prima pièce.
Non cover, ma pura originalità
Un piovischio di piatti si abbatte sulle teste e nelle orecchie degli ascoltatori, e un rullo di bassi tonanti colma gli angoli della sala. Inizia il primo brano riproposto in chiave jazz: una parte della colonna sonora del film “Giù la testa” di Sergio Leone, anno 1971. A seguire, i toni si fanno più grevi e strilla nella camera la tromba di Falzone, mentre una cassa in quarti, insistente, di Riccardo Tosi tiene il ritmo costante. Inizia, dunque, “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri (1970). La particolarità nell’esecuzione dei brani è che essi si allontanano dallo stereotipo di “cover” e diventano quasi pezzi musicati a sé.
Tra la verosimile originalità di questi, si accompagna parallela la reale creatività dei musicisti, che tra un brano e l’altro propongono anche dei singoli.
Il primo si rivela un rimando al genere western, dalle sonorità ruvide e secche, che si richiamano però anche alla dolcezza delle musiche di Morricone, e che Falzone dedica proprio al regista Sergio Leone. Parte con una marcia di rullante e cassa insieme. A essa si affianca la tastiera di Filippo Rinaldo, mentre Nicastro al basso elettrico suona un unico giro di note compatto. Per i più attenti è stato possibile individuare un fugace accenno – reso, ancora una volta, omaggio – alla colonna sonora de “Il buono, il brutto, il cattivo” di Sergio Leone (1966).
Non solo Morricone
A metà dello spettacolo, viene eseguito un brano del film “Il clan dei siciliani“, lungometraggio del 1969 diretto da Henri Verneuil con un ricco cast di interpreti: Jean Gabin, Alain Delon, Lino Ventura. In una versione rallentata dell’originale, le spatole di muovono sinuose sulle pelli della batteria e il fischio di Falzone dà il La alla melodia. Quella de “Il clan dei siciliani” è la colonna sonora alla quale Giovanni Falzone si dice più legato, come musicalità e forse anche come origine (essendo lui palermitano).
Infine, le luci si fanno rosso intenso per cedere il posto a una reinterpretazione jazz/rock di “Fuga da cavallo“. Il brano è celebre ed è parte della colonna sonora de “Il buono, il brutto, il cattivo“, a cui si è fatta menzione poc’anzi. Questa esecuzione conserva in verità ben poco dell’originale e si abbandona a una semi-libera improvvisazione che travolge in pieno gli strumenti. Interessante il gioco tra basso e batteria che, in questo caso, dimostrano una grande comunione di intenti. Questa, che parrebbe in un primo momento ostacolata dalla sollecitudine richiesta dall’hic et nunc, è invece favorita dall’incalzante penuria di obblighi, che lascia completo arbitrio agli artisti.
Secondo omaggio è contenuto in un brano esclusivo, intitolato “L’insospettabile“, dedicato all’interprete di “Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Petri: Gian Maria Volonté. Il singolo è arrangiato in onore di “un attore importantissimo del panorama nazionale e non solo“, dice Falzone prima di cominciare a metterne in musica l’attorialità. Qui, la tastiera di Filippo Rinaldo dà tono alla personalità già solida di Volonté, facendo pendere il pubblico dalle labbra dei tasti.
“Ennio” di Giuseppe Tornatore
A conclusione della serata, Giovanni Falzone e le Mosche Elettriche salutano con un ultimo pezzo, anche questo originale e anche questo dedicato al genio creativo di Ennio Morricone. Il riferimento al documentario di Giuseppe Tornatore, “Ennio” (2021), fa presagire un racconto intimo e autoriale che viene difatti esplorato con quest’ultima interpretazione. Una brevissima ma intensa esecuzione, nascosta sotto i tetti spioventi di parole non dette, timidamente loquaci: davvero “Morricone è jazz“.
Immagine in evidenza: Musicamorfosi