Esprimo un desiderio. Soffio le candeline sulla torta, tutte in una volta sola, altrimenti il desiderio non si avvera. Piccolo o grande che sia il festeggiato, il momento della torta è un rituale sacro e irrinunciabile, perché… che compleanno sarebbe senza una torta? E una torta senza candeline? Ma qual è il motivo di questa emblematica e diffusa tradizione? Sappiamo bene, crescendo, che quel desiderio soffiato sulle candeline non si avvererà mai, a meno che qualcuno non reputi quel momento “imbarazzante” e desideri che finisca il prima possibile .
Candeline tramandate in secoli e secoli
In effetti, questo momento ha una base di sacralità, piuttosto remota: i Romani celebravano il festeggiato con una torta addobbata di candele accese, a rappresentare la luce del sole, un dono di buon auspicio per gli dei. Simili erano le usanze nell’antica Grecia, dove si festeggiava e ringraziava la dea luna, Artemide, ogni sesto giorno del mese: al suo tempio i cittadini portavano dei dolci rotondi, a ricordare la forma circolare della luna piena, decorati con candele, in modo che brillassero come il luminoso satellite e che il fuoco prodotto, tenesse lontani gli spiriti durante la celebrazione.
Le loro credenze sostenevano anche che il fumo prodotto dalle fiamme soffiate fosse il messaggero dei desideri e delle preghiere, un Ermes inviato dalla terra fino in cielo, al cospetto della dea. Sarà forse per questo motivo, che dai Greci ci arrivi anche la tradizione di esprimere un desiderio, senza rivelarlo a nessuno, prima di spegnere con un unico soffio tutte le candeline?
In realtà sembra che la prima persona ad aver festeggiato la propria nascita vivesse in Persia e probabilmente si trattava di un re, un nobile o addirittura una divinità. Il festeggiato, esclusivamente di sangue divino o aristocratico, riceveva come regalo di compleanno un dolce.
Nell’antico Egitto invece la nascita era una celebrazione di luce; infatti, molti templi dedicati ai faraoni erano costruiti in modo che ogni anno, nel giorno della sua nascita, la statua del defunto faraone fosse illuminata dalla luce diretta del sole. Così i Greci, più tardi, presero ispirazione da questi rituali per le loro celebrazioni.
Il compleanno, una cosa da ricchi
Nell’era moderna, il compleanno è stato, per molto tempo, una ricorrenza celebrata da nobiltà e aristocrazia: esclusivamente loro infatti lo festeggiavano, considerando che erano gli unici ad aver così tanto tempo libero da potersi interessare e quindi conoscere la data della propria nascita. Mentre, fino all’inizio dell’Ottocento, per tutta quella parte di popolazione non appartenente all’élite, l’età anagrafica era un qualcosa di non importante e superfluo.
Goethe: il primo a spegnere le candeline sulla torta
Storicamente, a detta degli studiosi in materia, è stato un particolare vento a segnare la nascita del compleanno come lo conosciamo noi, con auguri, torta, candeline, regali: siamo nella Germania del XIX secolo e, in occasione dei suoi 53 anni di età, lo scrittore e poeta Johann Wolfgang von Goethe decise di organizzare una festa. Quel 28 agosto 1802 è quindi nata la festa di compleanno, che, passando attraverso più di due secoli, è arrivata fino ai nostri giorni e continua imperterrita ad essere celebrata a tutte le età.
Happy birthday to you
Le candeline non possono essere soffiate senza prima aver cantato intorno al festeggiato le strofe della canzone Happy Birthday to you, come se fosse la formula magica per il successo della festa e del nuovo anno di vita da affrontare. Le maghe, autrici di questo semplice ritornello, sono due maestre d’asilo americane, che nel 1924 misero insieme poche note, facili da ricordare che divennero un jingle globale, cantato da tutti, in tutto il mondo, anche da iconiche celebrità, come Marylin Monroe, il giorno del compleanno del presidente John F. Kennedy, nel 1962.
Pronti a festeggiare un altro compleanno con torta e a cantare Tanti auguri? Mi raccomando, spegnete le candeline in un colpo solo, altrimenti il desiderio non si avvererà!
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