Manchester United, dall’era vincente di Ferguson al tracollo degli ultimi anni

Il Manchester United è uno dei club di calcio più prestigiosi e iconici del mondo. Dalla capitale delle città industriali inglesi sono passati tantissimi giocatori che hanno contribuito ad arricchire con numerosi trofei la bacheca dei Red Devils. La sua storia è costellata di successi, ma negli ultimi anni ha affrontato un declino significativo che ha lasciato i tifosi delusi e preoccupati.

L’era d’oro sotto la guida di Sir Alex Ferguson

Se si entra a Old Trafford si viene rapiti dal fascino di uno degli stadi più iconici e significativi della storia del calcio. Tra le tribune spicca un coro: “Glory, glory Man United“. In sole quattro parole, i Red Devils sono riusciti a riassumere un’epoca segnata da stagioni indimenticabili, giocatori unici e un palmares da sogno.

Sir Alex Ferguson è stato il simbolo del Manchester United per oltre due decenni. Ingaggiato nel 1986, Ferguson ha trasformato il club, portandolo a una straordinaria serie di successi. Sotto la sua guida, il Manchester United ha vinto 13 titoli di Premier League, 5 FA Cup, 2 UEFA Champions League, e tanti altri trofei. La sua capacità di costruire squadre vincenti e di gestire giocatori di alto calibro, come Eric Cantona, David Beckham e Cristiano Ronaldo, è stata fondamentale per il dominio del club negli anni ’90 e nei primi anni 2000.

Ferguson non era solo un allenatore; era un maestro motivatore e stratega. La sua fama di recuperare partite impossibili, come il celebre trionfo nella finale di Champions League del 1999, ha consolidato la leggenda del club. Il suo ritiro nel 2013 ha segnato la fine di un’era straordinaria.

Sotto la guida di Sir Alex Ferguson, il Manchester United non è diventato solo un club di successo, ma una leggenda del calcio, trasformando ogni vittoria in un pezzo di storia che continua a brillare.

Sir Alex Ferguson con in mano la Premier League, da Goal

Dalla passione al profitto: la ribellione dei tifosi del Manchester United

Nel 2005, con l’acquisizione dello United da parte dell’imprenditore americano Malcolm Glazer, il rapporto tra la tifoseria dei Red Devils e la dirigenza stava prendendo una brutta piega. I successi continuavano ad arrivare uno dietro l’altro, però i supporters cominciavano a percepire un cambiamento. Il calcio è sempre stato uno sport alla portata di tutti: del popolo e per il popolo, ma negli ultimi anni qualcosa è cambiato.

Il calcio moderno è sempre più orientato al business e a presidenti che pensano solo al fatturato e al “far quadrare i conti”. Certo, questi fondi ricchissimi portano tanti soldi, giocatori importanti e trofei ma vanno a smontare i sani principi delle tifoserie e soprattutto lo spirito e l’essenza del calcio. Proprio a causa di ciò, nello stesso anno, alcuni tifosi del Manchester, contrari al controllo del club da parte di Glazer, fondarono l’F.C. United of Manchester. Attraverso questa società, i supporters sono riusciti a ritrovare la passione per il calcio e le vere radici del club che animano il cuore di milioni di tifosi in tutto il mondo.

Il “post-Ferguson”: un declino inarrestabile

Dopo il ritiro di Ferguson, il Manchester United ha cercato di mantenere il suo status di grande club, ma ha affrontato notevoli difficoltà. I primi anni dopo Ferguson hanno visto un’alternanza di allenatori e strategie che hanno reso difficile la costruzione di una squadra competitiva.

David Moyes, scelto come erede, non è riuscito a replicare il successo del suo predecessore e fu esonerato dopo una stagione deludente. L’arrivo di Louis van Gaal e, successivamente, di José Mourinho ha portato a brevi periodi di successo, ma nessuno dei due è stato in grado di restituire al club la stabilità e la continuità necessarie. L’epoca di Mourinho, sebbene caratterizzata da una vittoria in Europa League, è stata segnata da polemiche e conflitti interni.

L’era di Ole Gunnar Solskjær ha suscitato speranze iniziali, soprattutto dopo una striscia di risultati positivi, ma la mancanza di una struttura solida e di investimenti mirati ha portato a un’ulteriore stagnazione. La nomina di Ralf Rangnick come consulente, dopo una piccola parentesi come allenatore, ha suscitato aspettative, ma le difficoltà sono continuate.

Jose Mourinho durante i festeggiamenti dell’Europa League,
da Voce Giallorossa

Dalla promessa al fallimento: la triste odissea di Ten Hag

Negli ultimi anni questa crisi profonda si è trasformata in una vera e propria tragedia. La mancanza di risultati in Premier League e in competizioni europee ha portato a un clima di insoddisfazione tra i tifosi. La gestione societaria, le decisioni di mercato e le scelte tattiche hanno sollevato molte critiche.

Il club ha investito somme ingenti in giocatori, ma molti di questi non hanno reso secondo le aspettative. La ricerca di una nuova identità di gioco e di un leader carismatico sulla panchina è diventata una priorità, ma le soluzioni sembrano sfuggenti. 

L’ultimo rovinoso capitolo si è concluso qualche giorno fa con l’esonero dell’allenatore Erik Ten Hag, arrivato a Manchester nel 2022. Dopo quattro anni alla guida dell’Ajax, portando ad Amsterdam tanti trofei e memorabili notti europee, l’allenatore olandese è stato designato come successore di Rangnick. Sembrava il profilo perfetto per poter portare a Old Trafford il suo approccio analitico, la capacità di sviluppare giovani talenti e lo stile di gioco offensivo e dinamico, caratteristiche che lo hanno reso un leader efficace nelle stagioni alla guida dell’Ajax. Invece, dopo tre stagioni altalenanti è arrivata la goccia che ha fatto traboccare il vaso: il 28 Ottobre 2024 è stato licenziato dopo un inizio di stagione disastroso con il Manchester United, che è riuscito ad ottenere solo quattro vittorie nelle prime quattordici partite in tutte le competizioni. 

Nei giorni successivi all’esonero, Ten Hag ha scritto una lettera ai tifosi del Manchester United: “Cari tifosi, voglio iniziare ringraziandovi. Grazie per essere sempre stati lì per noi. Sia in casa che in trasferta il vostro sostegno è sempre stato incredibile. Abbiamo vinto due trofei che ricorderò per il resto della mia vita. Il mio sogno era di vincerne di più ma sfortunatamente quel sogno è finito“.

Erik Ten Hag, ultimo allenatore dello United, da Goal

Riscossa e rinnovamento: la speranza di un nuovo inizio 

Il Manchester United sta vivendo una fase difficile, lontano dai fasti dell’era Ferguson. Tuttavia, la storia del club è segnata da resilienza e capacità di reinventarsi. I tifosi continuano a sperare che il club possa risollevarsi e tornare ai vertici del calcio mondiale. L’uscita da questo periodo buio richiederà una visione chiara, investimenti strategici e una leadership forte, sia sul campo che nella dirigenza. La strada da percorrere è lunga, le voci dell’arrivo dell’attuale manager dello Sporting Lisbona, Ruben Amorim, in casa United sono molto rumorose e i supporters si augurano di vedere al più presto la luce in fondo al tunnel, che manca da ormai troppo tempo.

Immagine in evidenza: Goal

Autore

  • Alessandro Sangalli, studente di Comunicazione, media e pubblicità alla IULM, è collaboratore di Monza News e co-conduttore di una trasmissione streaming dedicata al calcio. Aspirante giornalista sportivo, cura una rubrica sportiva per il blog di Radio IULM. Amante della musica, ha appena pubblicato il suo primo singolo “STABILE”.

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