Il 31 ottobre, come preannunciato in un nostro precedente articolo, è uscito in anteprima per la festa di Halloween Terrifier 3, il nuovo capitolo della saga slasher più in voga del momento.
Terrifier: le origini
Nel 2008 un giovanissimo Damien Leone, sceneggiatore e regista di tutta la saga, rilascia “The 9th Circle“, dove per la prima volta compare il personaggio Art il Clown. Tre anni dopo, nel 2011, Leone gira un secondo cortometraggio, “Terrifier“, che riscuote un discreto successo nel circuito horror indipendente. È solo nel 2013, con “All Hallow’s Eve”, una raccolta dei primi due corti con un terzo corto a fungere da epilogo, che Leone riesce a farsi notare da pubblico e produttori, i quali decidono di finanziare il primo lungometraggio, il “Terrifier“ del 2017.
Terrifier 2017, la nascita di un’icona horror
Con “Terrifier” 2017 Leone mostra al pubblico i suoi pregi e difetti. Da una parte, la capacità del regista di dare vita a scene di violenza estrema, commesse da un personaggio malvagio ma allo stesso tempo divertente. Dall’altra, il film di Leone manca di una trama ben strutturata, è una serie di scene splatter legate da un sottile filo narrativo. La scrittura dei dialoghi lascia molto a desiderare e, a causa di un budget ancora molto contenuto, le scene più violente hanno effetti speciali scadenti. Nonostante questi difetti, il primo capitolo è diventato fin da subito un film di culto per il genere, grazie soprattutto alla figura polarizzante del clown Art.
Terrifier esce nel 2016 e riceve delle “mixed reactions”. Ad alcuni piace molto, in particolare per i pochi compromessi nella messa in scena delle sue sequenze terribilmente splatter. Altri, invece, lo odiano abbastanza, per gli evidenti limiti registici di Leone. Tutti però notano una cosa: che il nuovo Art the Clown, interpretato da Thornton, è qualcosa di speciale. L’interpretazione dell’attore ha donato al personaggio, sulla carta piuttosto banale, un corpo, un carisma e un’originalità che prima non aveva e che gli fa bucare lo schermo.
Roberto Recchioni
Terrifier 2, la consacrazione di un cult
Cavalcando il successo del primo capitolo, nel 2022 esce “Terrifier 2”, simile al primo ma con una differenza sostanziale: viene dato più spazio alla trama, con una backstory di Art in cui si scopre la sua prima vittima e appare una nuova protagonista, legata in qualche modo al pagliaccio. Se nel primo capitolo la critica individuava come problema più grande la mancanza di una vera narrazione, qui invece il desiderio dopo la visione di molti è quello di tornare a quella semplicità. Anche in questo secondo capitolo, però, Art il Clown funziona e non poco: le scene dei massacri sono sempre efficaci e, anzi, sono più violente che nel primo.
Terrifier 3: la trama
Il film è ambientato a Miles County, New York, cinque anni dopo il massacro del secondo film. Ritroviamo Sienna e Jonathan, i fratelli protagonisti del secondo capitolo, ora leggermente cresciuti e alle prese con i traumi di ciò che hanno vissuto. Stavolta siamo in periodo natalizio, una scelta particolare considerando i precedenti due film ambientati ad Halloween. Leone in alcune interviste afferma di aver voluto contrapporre la figura del clown demoniaco a quella di Gesù, infatti i riferimenti al Nuovo Testamento occupano gran parte della trama. Inevitabilmente, i due protagonisti, in particolare l’eroina Sienna, si ritrovano ancora una volta faccia a faccia con il malefico pagliaccio. Stavolta Art è accompagnato da una figura già vista: Victoria Heyes, l’unica sopravvissuta del primo capitolo, che, sfigurata, è passata dalla parte del clown.
La narrazione occupa più spazio rispetto ai capitoli precedenti, ma i riferimenti biblici inseriti appaiono in chiave simbolica e a tratti caricaturale. Nella seconda parte del film emergono vari simbolismi religiosi: Sienna con il ruolo di figura messianica con tanto di corona di spine, le vittime raffigurate in pose che richiamano la crocifissione, la “spada della fede” come dono del padre e un’apparizione della Madonna sotto forma di statua.
Penso che questo immaginario si presti a un film horror, perché cosa c’è di più violento della Bibbia?? Senza parlare che è ambientato a Natale.
Damien Leone riguardo ad un collegamento alla bibbia, ilcineocchio.it
La violenza e le citazioni
In questo capitolo, Leone intensifica ulteriormente la violenza, che stavolta coinvolge anche i bambini. La scena di apertura mostra infatti Art il Clown attaccare bambini, una sequenza che ha generato reazioni forti tra gli spettatori, alcuni dei quali hanno riferito sui social di aver provato malessere o di aver abbandonato la sala per il troppo spavento. Alcune scene risultano particolarmente forti anche per chi ha familiarità con il genere. La durata del film è considerevole, e sembra ci siano stati tagli significativi alla trama per fare spazio alla violenza.
Terrifier 3 si distingue per il suo approccio grafico e citazionista. La saga richiama scene iconiche del genere horror: il primo film, per esempio, si apre con un riferimento a Nightmare, e il terzo include una citazione evidente a Shining. Leone dimostra una vasta conoscenza del cinema horror, sebbene il dosaggio di questi riferimenti non sia sempre equilibrato.
Terrifier 3, consigliato o no?
La pellicola si configura più come una corsa senza freni tra violenza e shock visivo, piuttosto che come un film con una struttura narrativa solida o uno sviluppo approfondito dei personaggi. Per chi cerca un horror che privilegia effetti visivi crudi e intensi, “Terrifier 3″ può risultare soddisfacente. Tuttavia, per gli spettatori alla ricerca di una narrazione equilibrata che integri tensione e significato, questo potrebbe non essere il titolo più indicato.
Leone non è, e probabilmente non sarà mai, un bravo regista o un bravo sceneggiatore. Sa fare alcune cose molto bene: ha creato un grande personaggio, sa tenere bene la tensione e, soprattutto, sa immaginare e portare in scena grandi momenti di violenza. Per il resto, la sua scrittura è piena di problemi e la sua regia, quando non c’è un ammazzamento da portare in scena, è basilare, quando non primitiva.
Roberto Recchioni
Immagine in evidenza da midnightfactory.it