Nella serata di domenica 27 ottobre, “Che tempo che fa” ci ha regalato diversi ospiti illustri. Tra questi ha particolarmente spiccato il noto attore americano Johnny Depp, giunto in studio per presentare il suo ultimo film da regista: “Modì – tre giorni sulle ali della follia“.
Johnny Depp: un musicista, un artista
Lo scambio di chiacchiere fra il conduttore televisivo e l’attore è iniziato dalla carriera musicale di quest’ultimo. Prima della scoperta e dell’entrata nel mondo del cinema, Johnny Depp, fin da piccolo, è un appassionato di musica, grazie alla figura cruciale del nonno. Sarà, infatti, la sua morte a plasmarlo profondamente e a infondergli l’amore per la musica come fonte di salvezza e di liberazione. Dal 2015, insieme al cantante Alice Cooper, al chitarrista Joe Perry, Depp fonda la famosa band chiamata gli ”Hollywood Vampires”. A riguardo, l’attore resta umilissimo: ”Sono stato solo fortunato”, dice a Fabio Fazio e continua raccontando di quando una volta, mentre stava registrando con la band, si presentò in studio Paul McCartney.
È una cosa che, quando ti capita proprio di fronte, non c’è assolutamente modo di riuscire a dare un senso. È stato davvero così gentile e anche mi ha ispirato. Gentilissimo, una benedizione essere stato parte della sua vita
Johnny Depp su Paul McCartney durante la puntata di domenica
Su Andrea Bocelli prosegue affermando come “sia proprio un mistico, una persona davvero piena“.
Johnny Depp potremo definirla una persona poliedrica: non solo musica, la sua vita abbraccia anche l’arte. Un artista che ha in corso un’esposizione a New York, nella quale ritrae anche Al Pacino, quest’ultimo ospite alla trasmissione la scorsa domenica, 20 ottobre. La leggenda vivente del cinema a proposito di Depp:
Lui mi fece un po’ di domande, tipo ‘sai che sei matto’ e io gli ho detto ‘sì, però sono fuori di testa quanto te visto tutte le esperienze che ho fatto nella vita e, insomma, un po’ di saggezza ti viene’. Chi persiste nella propria follia un giorno o l’altro diventa saggio
Al Pacino su Johnny Depp durante la puntata di domenica 20 ottobre
Amedeo Modigliani e Johnny Depp: cosa queste due figure hanno in comune
Johnny Depp decide di ascoltare Al Pacino: alla regia il progetto è nelle sue mani e ci rimane anche per moltissimi anni. In comune con il celebre artista toscano, l’attore si interessa di arte, per la quale riserva un posto speciale nella sua vita. Di sé stesso Johnny si definisce come la combinazione di angelo contro diavolo. Si sente un po’ Jack Sparrow e un po’ Edward mani di forbice. Una definizione perfetta anche per Modigliani, sostiene Fazio: “Sì, penso che sia vero. E la cosa più importante, al di là del cinema, è di fare qualcosa che ti diverta, altrimenti non vale la pena di farla”. Tuttavia, alla domanda di Fazio se lui e il pittore fossero un po’ uguali, Depp risponde:
No, non potrei mai paragonarmi a Modigliani. Capisco, per esempio, la mia crescita, il fatto che me ne sia andato di casa giovanissimo, sia vissuto da solo. Quei ricordi, quando sei completamente a secco, sono una sublimazione delle cose che noi possediamo perché abbiamo imparato. Quindi diciamo che potrei davvero avere la sensazione di capirlo: quando fai un film, aggiungi cose, pensi cose, gli attori arrivano, sono bravissimi, allora, insomma, sono i personaggi che importano
Johnny Depp durante la puntata del 27 ottobre
I temi di “Modì – tre giorni sulle ali della follia“
A fianco di Depp approdano in studio l’attore italiano protagonista del film Riccardo Scamarcio e l’attrice francese Antonia Desplat, che interpreta la musa del pittore. Scamarcio definisce il film come l’anti-biopic, “perché in genere i biopic raccontano tutta la parabola della vita e la parte più conosciuta di Modì è il finale: la morte e lo abbiamo evitato“. Prosegue spiegando come il film affronti 72 ore della vita turbolenta dell’artista a Parigi, nel 1916, e della sua relazione con Beatrice, intellettuale inglese femminista. Il film affronta diversi temi come la fragilità, la sensibilità, l’arte contro il denaro, la società giudicante e il rifiuto. In particolare, quest’ultimo tema riguarda ogni artista, così come la fama e su questa Al Pacino diceva nella puntata di domenica scorsa: “È un regalo, ma anche una maledizione, però è anche vero che la mancanza di successo è la disperazione“.
Perciò, cosa è meglio, rifiuto o successo? Johnny Depp non ci pensa troppo:
Difficile dire cosa sia meglio. Non c’è nulla al mondo che mi permetterebbe di lamentarmi di qualsiasi cosa, ma ci sono alcune occupazioni che sì, di fatto, poi devi semplicemente fare un passo avanti e passarci sopra. L’esperienza del rifiuto, del sentirsi inferiore a quel che ci si aspetta, è una cosa che poi ti rimane attaccata per anni fino a che non accade qualcos’altro, ma la parte migliore di tutto questo è che è una grande prova di istruzione, è un grande insegnamento il rifiuto per continuare sulla tua strada
Johnny Depp durante la puntata del 27 ottobre
Infine, ciò che ha colpito di questo film Scamarcio è di come si riesca a mantenere un livello di innocenza, la cui forza e sofferenza di Modigliani verrà compresa dalla sua musa. Tuttavia, l’intellettuale inglese si renderà presto conto della volontà autodistruttiva di stare con lui: un amore che lega inevitabilmente alla dannazione. Dannata si riterrà anche per la sua ”maledizione di Eva”, l’essere una donna artista, in un contesto di quell’epoca, altro non era se non impossibile.
Johnny Depp: le conclusioni del film
Il regista rivela come non conosceva l’interprete italiano. Per scegliere il suo Modigliani, Johnny Depp fu catturato dagli occhi di Scamarcio e nel vedere la foto, resta folgorato dalla loro intensità: “Sembrava selvaggio ma magnifico, una combinazione tra Marcello Mastroianni e Oliver Reed. C’era qualcosa di imprevedibile e inaspettato e ho avuto ragione“.
Un film molto europeo, “la mia sensibilità e i film che veramente lo hanno ispirato non sono stati la maggior parte film americani: Kusturica, Fellini. Ciò che mi sorprende di questo cinema è che infrange le regole“.
Johnny Depp alla sua seconda regia narra la storia di un artista dannato, fragile: un artista maledetto, ma che tuttavia incarna nelle sue opere, immortali, una grande sensibilità. “Modì – tre giorni sulle ali della follia” vi aspetta dal 21 novembre al cinema, corriamo a vedere ritratta l’anima del nostro pittore!
Immagine in evidenza: Vanity Fair Italia