Festival del cinema di Roma 2024: i successi della diciannovesima edizione

È appena giunta al termine la diciannovesima edizione del Festival del cinema di Roma.
Ripercorriamo insieme i momenti salienti di questa festa in onore della settima arte.

Le origini del Festival

Fu istituito nel 2006, per creare nella capitale italiana, un’occasione per celebrare il cinema in tutto il suo splendore, dato il ruolo centrale che la città ha avuto nel cinema internazionale.

Roma si è infatti messa a disposizione di alcune delle più importanti pellicole del cinema mondiale. 

Ricordiamo ad esempio due celebri titoli quali Otto e mezzo e la Dolce vita, del maestro Federico Fellini, che vedono come protagonista Marcello Mastroianni.

Quest’ultimo appare in primo piano anche nell’immagine scelta per rappresentare questa edizione del Festival, in onore del centenario dalla sua nascita. Divo italiano, che ha regalato al mondo intero sensazionali performance attoriali in grado, anche cento anni dopo, di farci sognare.

L’organizzazione

Tenutosi ogni anno in autunno presso l’auditorium Parco della Musica di Roma il Festival viene organizzato dalla Fondazione Cinema per Roma.

A capo della giuria di questa edizione abbiamo visto l’argentino Pablo Trapero, affiancato dalla montatrice italiana Francesca Calvelli, l’attrice francese Laetitia Casta, la produttrice inglese Gail Egan e dalla sceneggiatrice inglese Dennis Lehane.

Le sezioni attraverso cui viene ramificato il festival sono dieci. Ricordiamo tra tutte la Selezione Ufficiale, dove i film che vi partecipano concorrono all’assegnazione del Premio del pubblico BNL. In parallelo vengono presentate numerose pellicole legate a sezioni autonome. Un esempio è Alice nella città, che vede impegnati, nella giuria, ragazzi da tutta la nazione tra i 14 e 18 anni.

Il Festival è lieto di ospitare titoli internazionali. Il 15 ottobre è stato infatti proiettato in occasione della preapertura del Festival, l’attesissimo Megalopolis di Francis Ford Coppola e si è concluso con Modì, tre giorni sull’ala della follia di Johnny Depp.

I protagonisti di quest’anno

Mentre il tappeto rosso, della lunghezza di sessanta metri, viene calcato dai protagonisti dello star system, nelle sale del Festival sono state proiettate diverse pellicole tra cui: Jazzy, che si è aggiudicato il premio di Miglior regia, Bring Them Down votato invece come miglior sceneggiatura e Leggere Lolita in Tehran vincitore del premio speciale della Giuria come miglior opera prima.

Il Festival rispetta la sua autoctonicità intitolando i premi per le migliori interpretazioni a Monica Vitti e Vittorio Gassman. Ad aggiudicarseli nell’edizione di quest’anno vediamo Ángela Molina per Polvo Seràn e Elio Germano per Berlinguer. La grande ambizione.

L’attore italiano, vincitore per la migliore interpretazione maschile, è amatissimo nel panorama cinematografico per le sue interpretazioni e per la sensibilità con cui si distingue nelle interviste, ringrazia per il premio ricevuto rivolgendosi alle generazioni future:

“Se i giovani si impadroniscono di ogni ramo del sapere e si organizzano e lottano al fianco dei lavoratori, degli sfruttati, degli oppressi, non c’è scampo per un vecchio ordine fondato sul privilegio e sull’ingiustizia”

Così Germano ci introduce a quello che sarà la visione del film di cui è protagonista, in uscita dal 31 ottobre e di cui puoi già leggere sul nostro blog qui.

Cara Roma ci vediamo l’anno prossimo

Buonasera e benvenuti alla cerimonia di premiazione della festa del cinema di Roma, evento di tutto rispetto nonostante la conduttrice

Così Geppi Cucciari madrina della cerimonia di chiusura del Festival lancia il suo discorso per dare il via alle premiazioni.

La comica e presentatrice italiana prosegue dicendo “Quest’anno è un anno speciale, il tempo a nostra disposizione, come il tax credit, è sempre meno, ma i premiati sono come i biopic sui grandi itliani: sempre di più. Infatti segnalo un problema, i grandi italiani sono purtroppo finiti, la situazione è così grave che pensate Favino sta per fare una serie biografica su Topogigio. A questo proposito propongo alla nazione (…) di darsi da fare per produrre grandi italiane e grande italiani, ma anche per cercare di diventare grandi italiani noi innanzitutto, più tolleranti, più gentili, meno chiusi nel nostro orticello, perché a furia di usare i confini per tenere fuori gli altri finisce che se ne resta prigionieri

Con questo tagliente e sarcastico, ma profondo discorso la performer si fa portavoce della situazione critica che il cinema italiano è costretto a vivere.

Mentre l’Italia è divisa tra chi ritiene che il cinema dovrebbe divenire una materia presente nei programmi della scuola dell’obbligo, i vertici del potere compiono tagli netti a quella che è una delle categorie di spicco del nostro Paese.

Il cinema al centro di questa diatriba, prosegue mutilato, ma sempre capace di regalarci grandi emozioni con storie che ci formano, come i film presentati in questa diciannovesima edizione del Festival del Cinema di Roma.

Tirate le somme di questa edizione del Festival, Cara Roma ci vediamo l’anno prossimo!

Nel frattempo i cinema italiani sono pronti ad accogliere le pellicole presentate durante la rassegna capitolina appena conclusa, ma mi raccomando sta a noi andarle a vedere in sala.

Il cinema, soprattutto italiano, ha bisogno di essere consumato, possibilmente seduti al buio, in una sala dove siamo circondati da sconosciuti, ma tutti pronti a vivere una forte esperienza comunitaria: quella del cinema.

Immagine in evidenza: Romacinemafest

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1 Commento

  • Pubblicato il 29 Ottobre 2024 21:21 0Likes
    Franca Valacchi

    Brava Costanza Bovolenta , una bella recensione, puntuale, armonica ed organica , che consente al lettore, di chiudere gli occhi, e vedersi li al Parco della Musica a vivere l’evento in presenza. Brava e complimenti vivissimi.
    F.V.

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