NATIONAL GALLERY 200: arte e cinema si incontrano

National Gallery 200 è la celebrazione di una delle istituzioni più note, importanti e antiche del mondo artistico, e da cui prende il nome: la National Gallery di Trafalgar Square, a Londra.

La Grande Arte al Cinema

Ieri martedì 22 ottobre ha fatto il suo esordio nelle sale National Gallery 200, il nuovo – a detta della critica, non solo cinematografica, ma anche artistica – capolavoro di Nexo Studios. Si tratta del primo dei due appuntamenti previsti per l’anno 2024-2025 dall’originale iniziativa “La Grande Arte al Cinema”, che ha visto per la prima volta la luce nell’edizione del 2011-2012. Riscuotendo sin da subito un notevole successo, questo progetto è successivamente diventato un appuntamento stabile all’interno della programmazione delle sale cinematografiche italiane.

L’ambiziosa sfida del progetto, precursore di una nuova frontiera cinematografica che ha introdotto uno stile del tutto inedito in Italia – e a livello globale -, si propone di immergere completamente lo spettatore nella ricchezza delle esposizioni e degli artisti più celebri, originali e provocatori. La tipologia dei film documentari presentati è eterogenea; tuttavia, prevalgono le opere di carattere biografico, incentrate su artisti di consolidata notorietà e rilevanza storica.

In questa nuova edizione però, il primo capolavoro presentato tratta più largamente della storia dell’arte nella cultura britannica, concentrandosi sul ruolo che questa ha avuto e ha sulla società, più che su artisti e opere specifici. 

L’obiettivo della pellicola

Il docu-film, diretto dai registi  Ali Ray e Phil Grabsky, resterà nelle sale soltanto fino a oggi mercoledì 23, e noi non potevamo non discuterne. In novanta minuti, National Gallery 200 vuole commemorare, come si può facilmente intuire dal titolo stesso, il bicentenario della fondazione della National Gallery di Londra, attraverso una vera e propria esperienza collettiva. Intervistando infatti il più disparato bacino di individui, i registi portano sul grande schermo una vasta collezione di testimonianze personali che dimostra quanto la vita di ciascun individuo possa essere influenzata dalla storia dell’arte, a prescindere dalla conoscenza che si possa avere di quest’ultima.

Attraverso i racconti dei protagonisti e delle opere esposte che maggiormente hanno segnato il loro cammino, si studia la lunga vita della galleria londinese e ci si interroga sul suo possibile futuro. Questo documentario ha, indubbiamente, come obiettivo la volontà di portare lo spettatore alla consapevolezza che l’instaurazione di un legame profondo con l’arte è possibile a prescindere dal background sociale, culturale e di studi che ognuno di noi ha avuto crescendo. 

Cosa aspettarsi

Immergendoci da subito nell’atmosfera inglese, il docu-film si apre sulle ampie, ma pur sempre accoglienti, stanze del Museo. È l’artista e addetto alle vendite Joshua Pell il primo protagonista, che si racconta apertamente attraverso la propria opera preferita, ammirata per la prima volta soli undici anni in compagnia del padre operaio.

È poi il turno delle lettere del guardiano delle sale della National Gallery, Allan Allison, che evidenziano il periodo colonialista delle varie opere. E così via, per ogni individuo un’opera e per ogni opera una storia, bilanciata tra dettagli personali e tecnico-storici. 

A chi dire grazie

Prodotto da Phil Grabsky con Exhibition on Screen, l’istruttivo e affascinante progetto di cui sopra ha origine da un’idea di Nexo Studios, distribuito esclusivamente in Italia con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.

Il secondo appuntamento nelle sale è previsto per le giornate di martedì 19 e mercoledì 20 novembre, con la pellicola dal titolo Pissarro. Il padre dell’impressionismo, a cui non possiamo far altro che invitarvi ad assistere.

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