“Ken, il guerriero” festeggia 40 anni dalla sua prima apparizione in Giappone nel 1984. Tre anni dopo, sbarcava anche in Italia e iniziava con lui una rivoluzione senza precedenti del panorama televisivo nostrano. In occasione dell’anniversario, il 14, 15 e 16 ottobre, le voci del film “omaggio” del 1986 sono arrivate in 200 sale italiane con nuovo tono e maggiore carica: dopo decenni, una vecchia avventura di Kenshiro è tornata a parlarci.
Le origini in Giappone
Approfittando dell’uscita nei cinema italiani in tre date evento del film d’animazione, vale la pena di ricordare – di festeggiare – il 40° della saga fumettistica e animata con protagonista Ken, edita e inedita in Giappone nella prima metà degli anni Ottanta.
La solitaria peregrinazione di Kenshiro tra gli scenari devastati dalla guerra nucleare, iniziò dentro i capitoli del manga di Tetsuo Hara e Buronson, nel 1983. L’anno seguente, il successo della storia venne ereditato dalla Toei Animation. Destinate dunque alla televisione nazionale, l’animazione e la regia, insieme al character design (rivisitato dallo storico animatore Masami Suda), incontrarono i limiti di un’edulcorazione forzata. I corpi dilaniati, le teste implose e gli schizzi di sangue, che trovavano sfogo sulla carta, non potevano affacciarsi allo stesso modo agli schermi casalinghi.
In seguito a magnifiche operazioni di censura, il cartone animato “Hokuto no Ken” apparì, nel 1984, su milioni di televisori giapponesi. I giovani, amanti della serie di Tetsuo Hara, tornarono a confrontarsi con i toni grevi del fumetto, riproposti in una chiave di minor esibizione della brutalità e del dettaglio cruento.
E l’Italia?
In Italia l’anime “Ken, il guerriero” andò in onda solo a partire dal 1987, tre anni dopo la prima puntata trasmessa nella madrepatria. Un tale scarto nella release di serie animate tra il nostro Paese e il Sol Levante era di norma all’epoca, anche se oggi ci sembra impensabile si dovesse aspettare tanto!
Non si può ignorare il fatto che l’Italia fu uno dei primi e pochi Paesi importatori di animazioni orientali, attiva soprattutto tra gli anni ’70 e ’80. A quel periodo risalgono moltissimi degli anime più famosi. Nel 1978, uno di questi, “Atlas UFO Robot Goldrake”, fu tra i primi a fare la storia sulle reti italiane, in un momento di vera e propria “invasione” nipponica di robottoni, eroi spaziali e ladri gentiluomini…
Dal manga, alla serie, al film
Quando finalmente anche in Italia approdò “Ken, il guerriero”, la comprensione dell’”affaire anime” era ancora a un punto di inizio e si faticava a non confonderne i contorni con quelli di un fenomeno passeggero e “alla moda”.
Questo genere di contenuto audiovisivo veniva destinato – in un senso che, almeno in parte, ne sviliva il valore – a un pubblico strettamente giovane. A fronte dei toni leggeri e di personaggi stereotipi di simpatia e comicità, molti di questi prodotti animati giapponesi si innestavano all’interno di contenitori televisivi destinati ai minori. Uno su tutti era “Bim Bum Bam“.
Tuttavia, mentre il panorama televisivo era in balìa dei tanti “Candy Candy”, “Gigi la trottola”, “Hello! Spank”, piano piano, dall’ombra stava riemergendo il remoto fascino per gli eroi e per storie dai risvolti più complessi: “Mobile Suit Gundam”, “L’Uomo Tigre”, “Lupin III”. Ma “Ken, il guerriero”, più di questi ultimi, segnò una linea di confine, impossibile da scalzare, tra il lecito e l’illecito. Tra il raccontare la bellezza di un fiore che sboccia e il collasso della specie umana in mezzo alle eruzioni atomiche.
Un potere così grande dato in mano all’immagine non può che affascinare, e persino spaventare. Come quello espresso nell’inquadratura di una petroliera confitta nel costato di un edificio in rovina. Su questa nota di drammatica eloquenza, si apre il film di “Ken, il guerriero”, anno 1986. In Italia, in verità, siamo già negli anni Novanta.
La leggenda del salvatore di fine secolo, tra ieri e oggi
La storia del film si scosta di poco da quella del manga e dell’anime insieme. Infatti, molte scene sono state fatte derivare dalla serie, adattandole al formato lungo. Ma vi sono anche elementi di assoluta originalità, come i titoli di testa che mostrano, in passaggi di sequenze semi-fisse, un mondo idilliaco e naturale di poco precedente alla sua distruzione.
In un mondo in cui vigono regole contrarie alla sana norma, Kenshiro, successore della Scuola di Hokuto, deve vedersela con banditi, pericolosi tiranni e vecchie parentele per salvare la propria amata, Julia, e riportare la luce sulla Terra.
Il film è stato distribuito, in tre date a ottobre, da Nexo Studios in collaborazione con Yamato Video e RTL 102.5, radio ufficiale dell’evento. Media partner sono stati Cultura POP, MYMovies e ANiME GENERATION (che distribuisce in streaming la seconda stagione di “Ken, il guerriero“, mentre la prima è accessibile dal 25 settembre su Amazon Prime Video).
Nel 2024, la vera novità del film del regista Toyoo Ashida (uscito in Italia nel 1993) risiede nell’immenso lavoro di restaurazione della pellicola e di riadattamento dei dialoghi in lingua. La nuova resa del film ha regalato un’impressione diversa del racconto di Buronson, che sul grande schermo riacquista quel violento realismo reso tiepido in origine.
Il contributo italiano all’epopea dell’allievo di Hokuto
Di contro ai pregiudizi e alla sfiducia nei confronti di un prodotto relativamente nuovo, la serie TV anime del 1987 conseguì enorme successo, arrivando a toccare fasce di audience sempre più ampie. A contribuire fu la sigla italiana del cartone, una tra le più belle, scritte e cantate, di quel decennio e che invitiamo ad ascoltare.
Il doppiaggio originale, pur presentando svariati errori di traduzione, conserva le proprie perle, entrate a far parte di un immaginario linguistico che rende longevo il ricordo della serie. Il doppiatore di Kenshiro del 1987, Alessio Cigliano, è tornato alla voce del suo personaggio in occasione del restauro del film. Quest’ultimo, dunque, oltre a celebrare i 40 anni di “Ken, il guerriero“, celebra anche il ritorno in sala di una grossa fetta di storia televisiva e culturale d’Italia.
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