Il 21 novembre viene mandato in onda per la prima volta sulle reti Rai un nuovo spot contro le droghe, una campagna ufficiale del governo. Basta vederlo una volta per capire perché sia scattata subito la polemica.
Lo spot
Ci troviamo nel cortile di una scuola, un ragazzino vede un compagno più grande in procinto a fumare quella che sembra essere cannabis. “Che stai facendo? […] Ti stai facendo una canna?” gli chiede il ragazzino. Il più grande ha la risposta pronta: “Embè“. Fortunatamente, con grande convinzione e senso di “buon samaritano”, il più piccolo lo avvisa: “Guarda che ti fa male, poi è un attimo che passi ad altre droghe”. E cosa ci capirà mai un bambino di droghe? Ce lo dice lui, l’ha visto con i propri occhi. E dopo questa confessione, che dovrebbe far capire che ormai anche i più piccoli risentono dell’uso delle droghe da parte dei loro cari, il ragazzo abbandona ciò che stava facendo. Evidentemente, ne è rimasto toccato, impietosito. Peccato che per noi non sia così.
Cos’è andato storto?
Sponsorizzata dalla Rai, la campagna sembra una parodia di sé stessa, uno spot girato da liceali per la giornata contro l’abuso di sostanze: budget minimo, esperienza nulla e voglia zero. Per capire quale sia stato l’effetto causato dallo spot, è sufficiente dare un’occhiata ai commenti sui social, dove dovrebbe trovarsi il vero target della campagna.
Su X, il defunto Twitter, troviamo:
Su TikTok invece scrivono: “Dopo questo spot potrei quasi iniziare“, “Ma è normale se mi fa l’effetto contrario?“. “Sì, è normale“, verrebbe da rispondergli.
Se il governo non si impegna a realizzare una campagna per avvisarci sugli effetti delle droghe, perché dovremmo crederci? Che poi, cosa vorrebbero comunicarci? “Butta via la droga, non la vita” è il claim: una frase banale che forse usata in un altro contesto potrebbe persino avere un minimo effetto, ma che non è in grado di supportare il peso di uno spot sciapo e falso. Non sembrano prendere la faccenda sul serio e, così, non lo facciamo nemmeno noi.
C’è dell’ironia nel fatto che poco fa era stato completamente mancato il bersaglio anche con un altro spot sullo stesso tema. Lo scorso 25 giugno era infatti stato trasmesso uno spot con l’allenatore calcistico Roberto Mancini riguardo alla sensibilizzazione su tutte le droghe (qui il video). Inutile dire che era “scoppiato il meme” anche per: “Tutte le droghe fanno male, scegli le emozioni vere”, nome ufficiale per questa campagna (sempre del governo). Mancini che recita una frase fatta non è stato sufficiente a convincere un’intera generazione.
Il mito della gateway drug
Il messaggio dell’ultimo spot realizzato, oltre a non essere stato correttamente trasmesso, contiene al suo interno una credenza da tempo sfatata: degli studi hanno infatti smentito la teoria secondo cui la cannabis sia una “gateway drug” (in italiano “droga di passaggio”), ovvero una sostanza la cui assunzione porta al consumo di altre droghe più pesanti. Basti pensare che in certi Paesi l’uso ricreativo della marijuana è legale, l’Olanda tra i più noti. Mettere sullo stesso livello ogni tipo di droga, che si tratti di cannabinoidi, oppiacei o allucinogeni, sminuisce la nocività e la possibile dipendenza da certe droghe come l’eroina, che rimane la sostanza primaria più usata tra i tossicodipendenti in trattamento.
Immagine in evidenza: L’Espresso