Dal 2015 Radio IULM è la web-radio ufficiale della nostra Università. Fatta da noi studenti, per noi studenti, offre grandi possibilità di formazione a centinaia di ragazzi interessati al mondo della radio, dei social media e del giornalismo.
Leggi tutto: Radio IULM: un laboratorio di idee, formazione e crescita personale per tutti gli studentiUn breve accenno alla storia delle radio universitarie
Un tassello importante nella storia della radio italiana (e non solo) è senza dubbio quello della nascita delle radio universitarie. È infatti solo grazie alla creatività, all’intuizione e alla passione di giovani studenti spesso inesperti che la radio si è avvicinata all’originalità, alla freschezza e alla sperimentazione comunicativa.
La prima college radio nacque nell’Università del Wisconsin nel 1917. Pochi anni dopo, l’Università di Salt Lake City, nello Utah, ricevette per prima una licenza legale per trasmettere. Queste radio ottennero, a partire dal 1944, uno spettro specifico di frequenze a loro dedicate.
La prima radio universitaria italiana (la Facoltà di Frequenza dell’Università di Siena) nacque nel 1999 dall’idea di un professore di Comunicazione. Ad oggi in Italia, a distanza di una ventina d’anni, si contano decine di emittenti universitarie. La maggior parte di queste ha optato per una modalità di trasmissione on-line, più economica e funzionale rispetto alla modulazione di frequenza tradizionale.
Già solo il fatto che un’università si preoccupi di creare una propria radio è qualcosa di bellissimo, qualcosa che dovrebbero fare tutti. Ce ne sono già tante in Italia, ma mai abbastanza secondo me.
Massimo Lo Nigro, tutor di Radio IULM, speaker radiofonico di RTL 102.5 e docente collaboratore del corso di Comunicazione Radiofonica della Professoressa Gaia Varon al primo anno di Comunicazione, Media e Pubblicità
La realtà di Radio IULM ad oggi
Le radio universitarie possono essere dei veri e propri trampolini di lancio. Si tratta generalmente di progetti interattivi che pongono al centro gli studenti nel ruolo di prosumer (sia producer che consumer, contemporaneamente produttori e consumatori). Radio IULM non fa sicuramente eccezione.
Dal 2015 la nostra radio è un laboratorio di idee che offre grandi opportunità di crescita e formazione. Gli studenti possono acquisire competenze fondamentali in termini lavorativi, dal collaborare in gruppo all’imparare a gestire tempi e spazi condivisi.
Lo scopo di Radio IULM è, prima ancora di fare la radio, insegnare a fare la radio, o meglio, un mestiere in generale. La cosa bella, infatti, è che dedicarsi a questa attività vuol dire acquisire delle competenze che poi si possono usare anche in altre professioni, non per forza solo in radio. Questa esperienza permette inoltre di fare un mestiere quando si è ancora, a tutti gli effetti, solamente uno studente. Insomma, si riesce a fare gavetta senza avere i vincoli e la pressione che solo un lavoro vero ti dà. Poi, chiaramente, essere in Radio IULM vuol dire anche ricevere una formazione ottima per chi vuole fare proprio questo specifico lavoro da grande.
Claudio Pavese, tutor di Radio IULM e speaker radiofonico di m2o
Attualmente Radio IULM è formata da oltre cento studenti che, con compiti diversi, contribuiscono a dare valore a questa realtà. Ogni incarico è organizzato all’interno di un sistema semi-professionale, così da simulare un vero e proprio organigramma aziendale. I ragazzi sono sempre liberi di cambiare il proprio ruolo all’interno della radio e mettersi in gioco in altri reparti. In questo modo, si riesce ad avere una preparazione completa del mestiere radiofonico. Radio IULM è infatti un vero e proprio ecosistema formato da tante realtà diverse. Dal blog all’ufficio stampa, dalla gestione dei social media alla regia… i ruoli che si possono ricoprire sono moltissimi.
Ciò che rende Radio IULM unica è banalmente il fatto che noi queste materie le studiamo. Abbiamo un corso di Comunicazione Radiofonica, e si ha sempre a disposizione l’esperienza della Professoressa Varon, che studia e fa la radio da tanti anni (oltre a quella di Claudio e la mia). Ciò che ci contraddistingue penso sia anche la grande cura che mettiamo nei contenuti che mandiamo in onda.
Massimo Lo Nigro
Un passo indietro nel tempo: le origini di Radio IULM
Radio IULM nasce nel 2015 come laboratorio. Il contributo iniziale fondamentale fu quello del Professor Tiziano Bonini, che in quel periodo iniziò a far svolgere agli studenti delle piccoli esercitazioni di fatto molto pratiche. Queste si consolidarono in coincidenza con il forte interesse di un gruppo di studenti molto appassionati (tra cui il sopraccitato tutor Massimo Lo Nigro). Bonini si trasferì poi all’Università di Siena e la Professoressa Varon (attuale responsabile editoriale di Radio IULM) iniziò a dedicarsi, assieme agli studenti appassionati, all’espansione del progetto.
La mia idea fin da subito è stata quella di affidare l’invenzione, la creatività e l’organizzazione del lavoro agli studenti stessi. Personalmente, siccome già facevo radio di mestiere, ero poco interessata a rifarla a mia volta dentro l’Ateneo. Mi sono quindi sempre dedicata “solo” al ruolo di garante e di “cerniera” con l’Università (per quanto riguarda la ricerca di fondi, la risoluzione di questioni pratiche, l’acquisizione di spazi fissi…). Ho sempre spinto affinché si creasse un vero e proprio organigramma studentesco e una formazione tra pari, fatta dai “grandi” per i “piccoli”. A mio avviso insegnare è, infatti, uno dei modi migliori per imparare. Poi ovviamente imparare dai propri colleghi, piuttosto che da un docente, è più facile, perché si riduce quello scarto che altrimenti si avrebbe e che comporterebbe esitazione e timidezza (aspetti poco efficaci nel fare radio).
Professoressa Gaia Varon
Il gruppo iniziale era molto piccolo e la formazione soprattutto individuale. Quando poi, nel 2016, venne fondata Radio IULM, si iniziarono a studiare dei meccanismi di selezione. Nel corso degli anni la determinazione e la buona volontà di professori e studenti hanno portato all’ampliamento dell’organico e della varietà dei programmi. Così facendo, la piccola realtà di Radio IULM è diventata un qualcosa di molto più ampio e rilevante rispetto agli inizi.
Quando sono arrivato in IULM, non c’era una radio universitaria. Erano stati fatti degli esperimenti ma concretamente non esisteva ancora una vera e propria emittente. Il mio percorso è quindi iniziato insieme ad altre 8/10 persone con la vera e propria creazione della radio. Grazie al coordinamento del Professor Bonini, e poi della Professoressa Varon, io e il mio gruppo abbiamo cominciato con un’unica trasmissione giornaliera in onda per due ore al giorno su Spreaker: Only IULM. Oggi, a distanza di quasi dieci anni, siamo in onda 24h su 24h con una playlist, diversi programmi, un sistema di trasmissione automatico, un sito internet, un blog (e soprattutto bellissimi video per canzoni estive e natalizie). È cambiato un po’ tutto negli anni, dalla nostra organizzazione alla metodologia di trasmissione. Quello che rimane è, però, la passione che vediamo nei ragazzi, l’entusiasmo e la loro voglia di mettersi in gioco.
Massimo Lo Nigro
Perché intraprendere un percorso all’interno di Radio IULM?
Come in ogni professione, in radio non si nasce già formati. Si parte sempre da piccole realtà, spesso locali, grezze, senza grandi vincoli o impegni. Un caso è quello di Claudio Pavese, già citato nel corso dell’articolo:
Ho iniziato a fare radio quando ancora facevo la quinta elementare, per gioco, assieme a un compagno. Entrambi ascoltavamo la radio con i genitori e ci eravamo infatuati di questo mestiere. Questa passione con il tempo è diventata sempre più seria: prima durante le scuole medie, poi, ancora più concretamente, con Radio IULM. Il tutto è poi durato fino ad oggi, diventando il mio lavoro con m2o. Sono entrato a far parte di Radio IULM nell’ottobre 2016. Buttarmi subito nella radio universitaria mi sembrava la soluzione migliore per riuscire a lavorare poi, un giorno, in radio.
Claudio Pavese
Le ragioni per cui lanciarsi in un’esperienza come quella offerta da Radio IULM sono moltissime, e dipendono dalla personalità di ciascuno.
Credo che ci siano diversi piani di ragionamento. Uno è un piano squisitamente pragmatico, pratico, forse anche brutale: uno studente che impara moltissima teoria ma non sfrutta tutto ciò che l’università rappresenta (la comunità universitaria, il campus, le relazioni, le esperienze…) si priva di qualcosa di importantissimo dal punto di vista della formazione. Ho notato che le persone che entrano nel mondo del lavoro spesso sanno un sacco di cose ma non hanno l’esperienza di lavorare insieme: chi esce da Radio IULM, invece, sa lavorare. Un altro aspetto importante è quello della grande e utilissima rete di conoscenze che spesso, facendo questo mestiere, si va creando. Inoltre, si impara molto di più “facendo” che preparando gli esami… forse non dovrei dirlo, ma è vero: entrambe le cose sono fondamentali, ma ancorare la teoria a un’esperienza concreta (ed emotivamente ricca) è molto più utile, perché permette di acquisire le conoscenze in maniera molto più profonda. Oltre a questo piano di ragionamento, io penso semplicemente che fare radio sia molto divertente.
Professoressa Gaia Varon
Far parte di una radio non è sicuramente facile, ma è un percorso che vale sicuramente la pena percorrere. È sempre da “piccole” realtà come questa che nascono i professionisti del futuro. E anche se così non fosse, anche se si dovesse finire a fare tutt’altro mestiere, il percorso in Radio IULM sarà stato comunque utile. Conoscere persone nuove, affrontare situazioni che ci incutono timore o ansia, buttarsi in nuove esperienze, farsi avanti… sono tutti aspetti fondamentali nella vita di noi studenti. Quindi perché non provarci? Mettersi in gioco non è mai stato così bello, entra in Radio IULM.