Destini Incrociati: una storia di sogni, tradimenti e gelosia

Andrea Vulcano, regista e studente di 24 anni, racconta l’esperienza di regia del suo primo cortometraggio “Destini Incrociati“. A seguire l’intervista riguardante la creazione del progetto.

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Introduzione al cortometraggio

Andrea Vulcano ha creatività da vendere e tanta voglia di sperimentare. Studente all’ultimo anno di magistrale presso la Sapienza di Roma, nel suo cortometraggioDestini Incrociati sviluppa il motivo del sogno e dell’inconscio. L’intricata vicenda, carica di una forte simbologia, è frutto della fantasia del protagonista, Francesco, che immagina il tradimento della fidanzata con il migliore amico.

Qual è stata la tua formazione “da artista” e com’è nata la tua passione per la regia?

Ho studiato presso una scuola di cinema a Roma. Ho poi iniziato a studiare regia a 18 anni: prima di allora non sapevo cosa fare, è stato solo dopo la scuola che ho scoperto questa passione. Mi sono quindi cimentato nei primi cortometraggi e esperienze sui set cinematografici. Il punto di svolta è stato sperimentare con i miei primi lavori, tra cui appunto Destini Incrociati. Parallelamente faccio anche economia alla Sapienza… all’inizio era complicato organizzare tutto, ma poi con il tempo ho imparato.

Com’è nato il progetto di Destini Incrociati?

È stato il frutto di una coincidenza. Durante il lockdown vidi il video di una ragazza su Youtube che studiava a Milano e parlava di regia. Mi aveva particolarmente colpito. Ironia della sorte, durante un’esperienza di regia a Roma me la ritrovai sul set a fare il mio stesso lavoro. Per me è diventata un’ispirazione: è stata lei a spronarmi a scrivere Destini Incrociati. Ho poi conosciuto gli attori grazie al regista Francesco Apolloni, una figura fondamentale per la mia formazione. Dopo abbiamo fatto il gruppo di lavoro e ci siamo messi a lavorare al corto.

Qual è il senso del titolo? Perché hai scelto la tematica del tradimento “incrociato”?

Per quanto riguarda il titolo, ho voluto dare importanza al tema della coincidenza. Molte persone che lo hanno visto hanno fatto fatica a comprenderlo, ma questo era voluto: sono stato io a voler correre dei rischi quando l’ho scritto. Principalmente il titolo si riferisce alla storia di Francesco, la storia di un tradimento che coinvolge le sue relazioni con amici, fidanzata e psicologo.

Questo “sogno nel sogno”, in che modo riflette la psicologia del protagonista?

Tutto quello che succede nel corto è raccontato dal punto di vista di Francesco. Tutte le vicende sono tra loro scollegate, in una dimensione quasi onirica. Il tradimento è l’elemento di conflitto che culmina nel gesto estremo dello psicologo, ma che funge anche da “sveglia” che riporta il protagonista alla realtà. Il motivo del “sogno nel sogno” riprende molto umilmente quello di Inception.

Quindi tutto quello che si vede sullo schermo è puramente soggettivo, o ci sono anche elementi di realtà?

Tutti i personaggi fanno parte della vita di Francesco: alcuni eventi sono reali, altri un po’ più ambigui. Ci sono anche degli elementi che fanno da “ponte” tra realtà e sogno. È tutto nella mente del protagonista e raccontato da un suo punto di vista. Mi sono lasciato ispirare dai registi surrealisti, per questo si sovrappongono i piani di realtà e i punti di vista. In “Destini Incrociati” è difficile distinguere il reale dall’irreale, è una situazione enigmatica senza risposte univoche e piena di messaggi nascosti.

Ispirato a opere cinematografiche quali La Dolce Vita di Fellini e Inception di Christopher Nolan, il prodotto artistico è disponibile su Amazon Prime Video e in distribuzione presso molti festival nazionali (Vesuvius International Film Fest, Le Cascine di Milano Film Festival) e internazionali (New York Movie Awards, London Movie Awards).

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