L’estate di Giambruno, Vannacci e vattelapPesca…

In Italia l’informazione sembra ruotare attorno al divertimento, nel senso latino di “di-vertere”, cioè “volgere altrove”. Insomma, se in genere l’informazione serve a concentrare l’attenzione generale sulle cose serie, ultimamente serve a dirottarla su quelle triviali. Allora parliamo della pesca.

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Lo spot della pesca, per l’ultima volta

Non c’è spesa che non sia importante“, questa la frase che accompagna l’inquadratura finale del fatidico spot di Esselunga. Una spesa di routine attraversata da un processo di significazione dell’ordinario e discussa da contestatori, difensori e creatori di meme, come si evidenzia nell’ultima puntata molto divertente di Audience, su Radio Iulm.

Famiglia e marketing: un legame primordiale e contraddittorio

In fondo all’industria la famiglia serve, non tanto come nucleo sociale, quanto come gruppo consolidato di consumatori. Spot ideologico? Sì, perché si tenta involontariamente di elevare una visione infantile, ovvia e legittima, a legge morale e principio di responsabilità. Ci viene quasi suggerito sottovoce: “Nelle coppie separate i bambini soffrono“. Il linguaggio pubblicitario, da questo punto di vista, ha una forza difficile da controllare. Concettualmente retrogrado? Pure. Oggi sappiamo bene che, anche se i genitori provano a tenere insieme i cocci di un rapporto irrimediabilmente incrinato, il bambino soffre lo stesso, perché percepisce comunque la tensione ipocritamente nascosta, senza successo, dai genitori.

Meriti e demeriti, Pasolini

Ora però, nella pubblicità di Esselunga, c’è un elemento di avanguardia e un altro di profonda contraddizione. Sul panorama pubblicitario, lo spot rimane uno dei più “verosimili” nella trattazione del tema familiare, di cui solitamente vengono completamente censurate le problematiche interne. Questo è l’elemento di innovazione. Per capire invece l’elemento contraddittorio, prendiamo in considerazione alcune parole di Pier Paolo Pasolini.

E’ stata la propaganda televisiva del nuovo tipo di vita edonistico che ha determinato il trionfo del “no” al referendum abrogativo sul divorzio il 12 e 13 maggio 1974. Appunto perché perfettamente pragmatica, la propaganda televisiva rappresenta il momento qualunquistico della nuova ideologia edonistica del consumo: e quindi è enormemente efficace.

Tratto da un articolo pubblicato negli Scritti Corsari (1975)
Pier Paolo Pasolini sul set di “Accattone”, da RB Casting

Marcia indietro, si ricomincia dall’altra parte

In pratica, la stessa televisione italiana del Carosello, che negli anni ’70 ha spinto la popolazione a votare per il mantenimento del divorzio attraverso la spettacolarizzazione di uno stile di vita emancipato e progressista, sembra paradossalmente tornare indietro di decenni quanto a conquiste sociali, con l’obiettivo di trovare nuove soluzioni promozionali. Forse perché, come si satura il mercato, prima o poi si saturano anche le idee.

Scelte politiche: il governo è #teampesca

Come vedete, il dibattito sarebbe stato interessante anche senza l’intervento della Presidenza del Consiglio. Invece la premier Giorgia Meloni ha ritenuto importante twittare sull’urgente questione: “Leggo che questo spot avrebbe generato diverse polemiche e contestazioni. Io lo trovo molto bello e toccante“. Naturalmente non tarda ad arrivare, nel giro di poco tempo, un altro tweet, questa volta dal Ministero delle Infrastrutture. Matteo Salvini prende le difese dello spot della pesca, in cui si darebbe voce “ai tanti genitori separati, a quelle mamme o quei papà quasi mai citati e troppo spesso dimenticati“. Ritengo personalmente che ciò astragga totalmente dalla situazione in questione, visto che la narrazione è interamente filtrata dal punto di vista della bambina. Al ministro, piuttosto, andrebbe ricordato che l’ex segretario del suo partito, tale Giulio Centemero, nel 2022 è stato condannato in primo grado per finanziamento illecito proprio per una somma di denaro versata dall’azienda Esselunga. Forse non era esattamente la persona giusta per aprire un dibattito.

Dietro il fumo della retorica

Ma allora il problema vero qual è? Dopo un anno intero a commentare le uscite infelici dei ministri, a parlare di rave party, di imbrattamenti ai monumenti, di utero in affitto, di Giambruno, di Vannacci e di possibile ritorno al fascismo, non ci siamo accorti dei fallimenti sui temi che toccano davvero i cittadini. Il guaio è che faccende come lo “spot della pesca” continueranno a essere usate come armi di distrazione di massa, un comodo alibi che nasconde un vuoto di iniziative pragmatiche per affrontare questioni come l’evasione fiscale, il caro affitti, il caro benzina, la disoccupazione giovanile, la scarsa manutenzione delle infrastrutture e l’emergenza migranti — su cui i commentatori da tweet si erano improvvisamente ammutoliti, avendo visto triplicare gli sbarchi sotto il loro governo (poi si sono subito riavuti e hanno dato la colpa ai giudici). Ebbene, tutto ciò continuerà a passare in secondo piano, e forse la colpa è anche nostra. Tolta la maschera della faccia feroce, con sorpresa, non troverete niente al suo posto, salvo la totale mancanza di idee.

Immagine in evidenza: Il Fatto Alimentare

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1 Commento

  • Pubblicato il 13 Ottobre 2023 14:56 0Likes
    Il critico del web

    In poche righe siamo passati dall’esselunga, all’inafferabile Pasolini, per poi giungere al troglodita Salvini. Le mie più sentite congratulazioni.

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