Isotta, artista senese classe ’92, si racconta nel suo ultimo album Minuscola. Il progetto discografico è stato presentato in anteprima giovedì 18 maggio presso la terrazza del Sequoia Milano, evento a cui ho avuto l’onore di partecipare.
L’album, disponibile dal 19 maggio, è il secondo progetto musicale di Isotta. Il disco d’esordio Romantic Dark è stato prodotto e arrangiato da Pio Stefanini, coinvolto anche nella creazione del secondo album. I primi progetti hanno permesso alla cantante di riscuotere un notevole successo: nel 2022 ha raggiunto la finale del Musicultura, trionfato tra i cinque finalisti per il Premio Tenco “Miglior album di debutto” e aperto concerti di artisti come Simona Molinari, Madame e Raphael Gualazzi. Durante l’anteprima dell’album, ho avuto la fortuna di intervistarla e di farmi raccontare qualcosa sul suo percorso.
Prima di entrare nel vivo tuo nuovo album, ti va di parlarci del tuo disco d’esordio Romantic Dark? Come hai vissuto il processo di creazione?
Romantic Dark è stato scritto in molti anni. Ho iniziato a scrivere canzoni quando avevo quattrodici anni, perciò non appena ho avuto la possibilità di avere un’etichetta che mi finanziasse ho ripreso brani composti anni prima… diciamo che ho racimolato pezzi vecchi e ne ho messi su altri. Il tutto fino ad aprile dell’anno scorso, quando è stato pubblicato. La composizione è stata molto diversa rispetto a quella di Minuscola, Romantic Dark è stato un processo molto più lento.
Ti saresti mai aspettata il successo che quell’album ha riscontrato?
Devo dire di no, per niente. È stato incredibile perché, non aspettandomi nulla, tutto quello che poi è successo è stato ancora più bello.
Prima hai detto che hai iniziato a scrivere brani quando avevi quattordici anni, come ti sei avvicinata alla musica con esattezza?
Mia nonna aveva una grandissima passione per il canto e una bellissima voce. Di fatto lei avrebbe voluto cantare, solo che nella sua vita successero un po’ di cose che le impedirono di intraprendere quel tipo di percorso: le morirono i genitori quando aveva appena 5 anni, la zia non la supportava “musicalmente”, le tolsero le tonsille… Quando ero piccola cantavo sempre con lei, e tutte le volte che mi sentiva cantare mi spronava tantissimo e mi faceva mille complimenti, anche se magari potevo fare pure schifo. Mi dava talmente tanta fiducia che quasi mi convinceva, e allora da lì poi non ho più smesso. A 5 anni ho iniziato le lezioni di canto, ed è l’unica cosa nella vita che non ho mai abbandonato. La musica è stata una costante, anzi, più sono andata avanti e più questo aspetto è stato saliente nella mia vita.
Il 2022 è stato un anno pieno di riconoscimenti. Che aspettative hai invece per quest’anno? Hai un sogno nel cassetto che vorresti diventasse realtà?
A me piace molto fare i live, l’anno scorso ho aperto più concerti ed è stato veramente bello. Alla fine, l’emozione più grande dopo aver finito un pezzo credo sia proprio proporlo al pubblico. Un ascoltatore che ti ascolta davvero è il massimo che un cantante possa chiedere.
Parto da una tua frase: “Minuscola nasce dall’esigenza di esprimere la parte di me che non riuscirei ad esprimere, se non con la musica”. Quanto senti tuo questo album? Da 1 a 10, quanta “Isotta” c’è in questi brani?
Dieci, senza ombra di dubbio. Devo dire che in questo album ho portato “la Isotta” che vorrei essere, con tutte le sue paure, le sue debolezze… Per esempio, in Un pugno al muro esprimo la rabbia che spesso mi fa visita. Tuttavia, più che reprimerla, ultimamente sto cercando di conoscerla… forse mi piacerebbe che da questo album si capisse questo concetto, questa tolleranza verso cosa siamo e verso gli aspetti più “brutti” di noi stessi. A volte è difficile e doloroso scoprire dei caratteri di noi che non ci piacciono, però è un viaggio continuo… un po’ come Minuscola, un viaggio la cui meta sicuramente non ho ancora raggiunto. Non sono ancora arrivata da nessuna parte e non sono pienamente soddisfatta… però è giusto e normale che sia così, ho sempre voglia di migliorarmi.
Penso che noi tutti almeno una volta nella vita ci siamo sentiti minuscoli di fronte ai nostri problemi. Cosa fai quando ti senti così? Come reagisci?
Sicuramente non c’è una reazione univoca e costante per me: c’è tanta rabbia, tanta timidezza… io sono una persona di base molto timida. “Mestiere sbagliato” dirai tu, invece probabilmente è proprio per questo che lo faccio, perché voglio superare un mio limite e mettermi alla prova. In relazione al sentirsi piccoli, ultimamente sto cercando di respirare e portare l’attenzione al presente.
C’è un brano in particolare che pensi descriva questo tuo desiderio?
Non è finita penso sia il pezzo più azzeccato… contiene un pezzo di “poesia” in cui cerco di esprimere l’importanza del presente. Noi siamo sempre catapultati con la mente o al futuro o al passato e a volte è come se la mente fosse padrona dei nostri pensieri, piuttosto che noi padroni di cosa pensare. Quindi per questo sto cercando di portare l’attenzione al qui ed ora… È difficile, non ci sto ancora riuscendo del tutto, ma piano piano ce la farò.
Un viaggio dentro noi stessi
Minuscola, con i suoi 15 brani, è sicuramente un album pieno di sfumature, ma una cosa è sicura: che vi sentiate arrabbiati, deboli, felici, innamorati, insicuri o timidi, Minuscola è l’album che fa per voi. È umano, reale e onesto, e vi farà riflettere su aspetti della vita che riguardano tutti noi e che spesso facciamo fatica ad accettare. Isotta ha la capacità di prenderci per mano e portarci in un viaggio di crescita unico nel suo genere.