Oriens – As Bestas

Nella nuova puntata di Oriens vi presentiamo il lungometraggio spagnolo As Bestas, diretto da Rodrigo Sorogoyen e sceneggiato insieme a Isabel Peña. Il film è stato presentato fuori concorso al Festival del Cinema di Cannes 2022. Ha vinto il premio Cesar 2023 come Miglior Film Straniero, nonché 9 premi Goya.

La terra della discordia

Nella Comunità Autonoma Spagnola della Galizia, dove termina il Cammino di Santiago di Compostela, l’equilibrio di una piccola comunità rurale viene scosso dall’arrivo di una coppia francese.

Il film presenta una geografia spagnola molto differente rispetto al consueto immaginario del paese. Al caldo cocente e al paesaggio desertico si contrappone una regione umida, piovosa e verdeggiante. Un luogo, per certi versi, simile alla realtà contadina delle Alpi.

Gli abitanti si sostentano grazie all’agricoltura e all’allevamento, ma la proposta da parte di una multinazionale norvegese di comprare i terreni per installare le pale eoliche getta discordia tra gli abitanti.

Gli ultimi arrivati, gli stranieri Antoine e Olga, che hanno lasciato la loro vita cittadina per dedicarsi all’agricoltura, sembrano essere gli unici davvero interessati a preservare il territorio da un mero sfruttamento energetico. La scelta di opporsi all’acquisizione li pone ulteriormente in cattiva luce, soprattutto agli occhi dei fratelli Xan e Lauren, allevatori stufi della propria condizione.

I fratelli Xan e Lauren

Lo straniero e la donna

Antoine e sua moglie Olga sono il pomo della discordia lanciato sul tavolo del banchetto. In una società prettamente maschilista, ma matriarcale, la figura della donna detiene un ruolo apparentemente di secondo piano. Il rispetto che incute la figura femminile assume una funzione pacificante tra le parti o di tacita sopportazione. Il dramma, costruito con un crescendo di tensione misurato, esplode quando le figure femminili sono fuori dalla scena.

Lo straniero incarna le contraddizioni di una società percorsa da tensioni inespresse. Invasore e innovatore, nemico e amico, carnefice e vittima. Anche quando non è l’unico a esporre la propria opinione fuori dal coro viene identificato comunque come causa prima del conflitto. Per questo diventa capro espiatorio del male.

La pressione interna ed esterna

Lo straniero subisce la diffidenza degli autoctoni come invasore del territorio. Allo stesso tempo, però, è vittima di una pressione esterna generata dal mondo da cui proviene.

La scelta di Antoine e Olga non viene infatti ostacolata solo dagli abitanti del paese, ma è loro figlia stessa la prima a non credere nel piano di vita che si sono proposti. L’incomprensione è quindi duplice, ma convergente: gli interni non capiscono cosa due stranieri possano trovare nel loro territorio così come gli esterni non comprendono il perché della scelta.

Solo poche persone hanno il coraggio e la lungimiranza di credere nel loro progetto, ancora meno di modificare la propria opinione di fronte ai fatti. Solo la costanza e la perseveranza nei propri obiettivi possono dare frutti in una vita che pone al proprio centro la natura e il rapporto simbiotico con essa.

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