Il Blog di Radio IULM vi propone ogni sabato “Facciamo il punto“: una rassegna di alcune delle notizie più rilevanti della settimana. Attraverso un viaggio che si snoda in tutto il mondo ripercorriamo assieme i fatti che hanno occupato le pagine delle principali testate giornalistiche.
Fuga di informazioni al Pentagono
Washington si affretta a limitare i danni dopo la più grande fuga di informazioni riservate dell’intelligence statunitense dal rilascio dei documenti della National Security Agency nel 2013 da parte di Edward Snowden. Questa settimana il governo degli Stati Uniti ha infatti dovuto far fronte alla divulgazione di documenti sensibili del Pentagono, sede del Dipartimento della difesa, per cui è stato arrestato in diretta televisiva il sospettato Jack Teixeira, 21enne membro della Guardia Nazionale Aerea.
I documenti in questione rivelano informazioni top secret sulla guerra in Ucraina e prove dello spionaggio statunitense nei confronti dei propri alleati. Il leak sembra essere originato da un gruppo Discord, piattaforma popolare tra i gamers, dal quale ha poi raggiunto 4chan, sito di discussione per lo più frequentato da complottisti ed estremisti di destra, e gruppi Telegram filorussi, fino ad approdare su Twitter. Le ricostruzioni sulla vicenda si sono inizialmente concentrate su un centinaio di documenti, ma sembra plausibile che negli ultimi mesi su Discord ne sia stato diffuso un numero più allarmante.
Per approfondire:
- Sky tg24: Fuga di documenti dal Pentagono, arresto show della “talpa”
- RaiNews: Documenti top secret, il 21enne Jack Teixeira incriminato per spionaggio: rischia fino a 20 anni
- Internazionale: La fuga di documenti del Pentagono rivela una guerra ibrida
- La Presse: Usa: Biden chiede misure per maggiore tutela informazioni sensibili
- U.S. Department of Defence: DOD Calls Document Leak ‘a Criminal Act’
- Bellingcat: From Discord to 4chan: The Improbable Journey of a US Intelligence Leak
Ddl con sanzioni per chi deturpa i beni culturali
Il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano ha portato in Consiglio dei ministri un disegno di legge che prevede multe fino a 60mila euro per chi “distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui“.
La proposta, già approvata dal consiglio, non è certo un fulmine a ciel sereno considerando i numerosi atti vandalici che negli anni hanno rovinato alcune tra le punte di diamante dell’Italia.
Negli ultimi tempi, a turisti desiderosi di souvenir poco canonici e tifosi che alzano un po’ troppo il gomito, si sono uniti gli attivisti ambientalisti con le loro vernici (non sempre) lavabili.
Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici producono danni economici alla collettività. Per ripulire occorrono l’intervento di personale altamente specializzato e l’utilizzo di macchinari molto costosi. Chi compie questi atti deve assumersi la responsabilità anche patrimoniale. Secondo i dati che mi sono stati forniti dalla Soprintendenza Speciale di Roma, il ripristino della facciata del Senato è costato 40.000 euro. Ebbene, chi danneggia deve pagare in prima persona. A seconda della gravità della fattispecie, si va da un minimo di 10.000 ad un massimo di 60.000 euro. Tali somme si aggiungono a quelle cui verranno eventualmente condannati a pagare i trasgressori in sede penale o civile. Si tratta, infatti, di sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali
Gennaro Sangiuliano – Ministro della cultura
Per approfondire:
- AGI: Imbrattare un monumento potrebbe costare fino a 60mila euro
- La Presse: Ddl beni culturali, da Cdm via libera a misure anti-vandali
- Roma Today: Blitz alla Barcaccia, arriva la legge contro gli “eco vandali”: multe fino a 60mila euro
- Velvet MAG: Non solo Trinità dei Monti: ecco i monumenti e capolavori sfregiati o distrutti in Italia
- La Repubblica Milano: Blitz di Ultima Generazione in piazza Duomo a Milano: vernice gialla sulla statua di Vittorio Emanuele II
Scioperi in Gran Bretagna: ospedali in tilt
Un’ondata di scioperi sconvolge la Gran Bretagna da mesi, mentre i lavoratori chiedono aumenti salariali per tenere il passo con l’aumento dell’inflazione, che si è attestata al 10,4% a febbraio. Infermieri, soccorritori, insegnanti, esaminatori di guida, autisti di autobus e impiegati delle poste hanno tutti lasciato il lavoro per chiedere una retribuzione più alta.
Negli ultimi giorni la situazione si è aggravata, con decine di migliaia di medici che hanno abbandonato gli ospedali: uno sciopero di quattro giorni annunciato come il più dirompente nella storia del servizio sanitario pubblico del Regno Unito.
Il sindacato dei medici inglesi, la British Medical Association, chiede un aumento di stipendio del 35% affermando che i medici da poco praticanti guadagnano solo 14,09£ (15,76€) l’ora, laddove il salario minimo nel Regno Unito è poco più di 10£ (11,29€) l’ora.
Ciò che distingue lo sciopero dei giovani medici dalle altre ondate di azioni sindacali è proprio il fatto che siano giovani. Non solo si tratta dunque del primo vero e proprio sciopero della generazione Z in Gran Bretagna, ma assistiamo ad una manifestazione che contesta tanto i salari bassi quanto le promesse non mantenute.
Proprio per questo, nonstante lo sciopero sia terminato oggi, nessuno si aspetta che sia definitivamente finito, ma che sia invece appena iniziato.
Per approfondire:
- Reuters: Britain braces for ‘unparalleled’ disruption from doctors’ strike
- BBC: Junior doctors’ strike: Diary of a night shift in London
- Euronews: Giovani medici in sciopero: servizio sanitario britannico sull’orlo di una crisi di nervi
Il fratello di Emanuela Orlandi in Vaticano
L’11 aprile al Sant’Uffizio Pietro Orlandi riesce finalmente a sfogarsi dopo 40 anni dalla scomparsa della sorella Emanuela. Grazie a un colloquio durato oltre 8 ore con il Promotore di Giustizia Alessandro Diddi, il quale ha riaperto il caso Orlandi sul finire del 2022, e a cui era presente anche l’avvocato della famiglia Laura Sgrò, il fratello della vittima vede finalmente “la volontà di fare chiarezza e non fare sconti”.
Sono state verbalizzate tutte le mie dichiarazioni. Ho fatto i nomi delle persone che secondo me dovrebbero interrogare, anche di alti prelati e altri personaggi eccellenti. Da tre anni chiedevo di essere ascoltato. Questo è un momento importante perché a qualcosa deve portare, dopo le mie dichiarazioni ci devono essere delle risposte
Per approfondire:
- Rai News: “Ho fatto i nomi, ora niente sconti”. Il fratello di Emanuela Orlandi ascoltato 8 ore in Vaticano
- Sky tg24: Caso Emanuela Orlandi, dalla scomparsa alle indagini: tutte le tappe della vicenda
- Ansa: L’indagine su Emanuela Orlandi, anche i dubbi su Wojtyla
- The Post Internazionale: Il fratello di Emanuela Orlandi a colloquio 8 ore in Vaticano: “Vi dico chi dovete interrogare”
- Gazzetta: Emanuela Orlandi, il Vaticano riapre ufficialmente il caso. Lo vuole anche Papa Francesco