Dopo Milano anche Padova vieta la registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali. La decisione è stata presa in seguito ad una sentenza della Cassazione in cui si indica l’adozione come unico mezzo legittimo tramite cui una coppia omosessuale può avere un figlio.
La sentenza
Col verdetto del 30 dicembre 2022 la Cassazione vieta il riconoscimento all’anagrafe dei bambini nati all’estero tramite maternità surrogata, pratica vietata in Italia. “La pratica della gestazione per altri – si legge nella sentenza – quali che siano le modalità della condotta e gli scopi perseguiti, offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane; ciò esclude la automatica trascrivibilità del provvedimento giudiziario straniero”. Dopo la decisione della Cassazione, il ministero dell’Interno ha inviato a tutti i Prefetti una circolare per invitarli a comunicare il verdetto ai sindaci.
Figli di due padri
Nella maggioranza dei casi il bambino nasce tramite gestazione per altri all’estero, dove viene rilasciato il certificato di nascita. Grazie ad una serie di sentenze, dal 2017 era diventato possibile trascriverlo integralmente in Italia, riconoscendo entrambi i padri. La situazione è cambiata lo scorso 30 dicembre, con la sentenza della Cassazione a Sezioni Unite. I giudici hanno stabilito che in un primo momento sia riconosciuto solo il padre biologico, l’altro diventerà ufficialmente padre solo tramite l’adozione in casi particolari, quindi con un procedimento davanti al Tribunale dei minori.
Figli di due madri
Nel caso dei figli di coppie lesbiche nati in Italia, la Cassazione si è pronunciata 7 volte contro il riconoscimento alla nascita, ma non a Sezioni Unite, come è invece avvenuto con la sentenza contro la maternità surrogata. D’altro canto 9 tra Tribunali e Corti d’Appello hanno autorizzato il riconoscimento alla nascita. Data la situazione incerta, in questo caso alcuni sindaci hanno continuato a fare i riconoscimenti alla nascita. Per quanto riguarda i figli di coppie lesbiche nati all’estero la Cassazione ha sancito più volte che vadano riconosciuti, visto che in questo caso non sussistono i problemi etici legati alla maternità surrogata.
Le reazioni dei sindaci
La polemica è scoppiata in questi giorni, dopo che il sindaco di Milano ha deciso vietare la trascrizione all’anagrafe dei figli di coppie omosessuali. Il primo cittadino ha parlato di “un passo indietro“, precisando che “vista anche la presa di posizione della Procura, non posso esporre un funzionario comunale a rischi personali di natura giudiziaria“. Contro questa decisione sono scese in piazza 10 mila persone, tra cui anche la segretaria del Pd Elly Schlein e lo stesso sindaco Giuseppe Sala.
Pochi giorni dopo anche il sindaco di Padova, dopo un lungo confronto col prefetto, annuncia lo stop alla registrazione dei figli delle coppie gay, aggiungendo che continuerà in ogni caso a registrare i bambini delle coppie lesbiche. “La legge lo consente — commenta il primo cittadino — e fino ad ora non abbiamo ricevuto richieste da parte di coppie di uomini, in quel caso non potrei registrarli, ma le mamme sì”.
La reazione dell’Unione Europea
Sulla questione è intervenuto anche il commissario europeo per la Giustizia, Didier Reynders, che ha ribadito l’obbligo per gli Stati membri di riconoscere i figli dei genitori dello stesso sesso. Il commento arriva in risposta ad un’interrogazione promossa dagli eurodeputati del Movimento 5 Stelle. Un parere negativo arriva anche da Terry Reintke, co-presidente del gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, che twitta: “Quello che stiamo vedendo in Italia è inaccettabile, è un chiaro attacco ai diritti delle persone e delle famiglie Lgbtqi+“.