Nella quarta puntata di Oriens parliamo di Corsage – Il corsetto dell’imperatrice.
Scritto e diretto da Marie Kreutzer, è stato presentato all’ultimo Festival di Cannes dove Vicky Krieps (Il filo nascosto, Sull’isola di Bergman) ha vinto il Premio Un Certain Regard per la sua interpretazione.
Il corsetto dei Quaranta
L’Imperatrice Elisabetta sta per compiere quarant’anni e l’avvicinarsi del compleanno porta con sé una serie di tormenti e turbamenti interiori.
Negli anni della Belle Epoque, i Quaranta sono motivo di ammirazione – pochi sono quelli che raggiungono indenni tale traguardo – ma al contempo sono il punto in cui la decadenza fisica è ormai considerata ineluttabile. Per Sissi, risaputamente ossessionata dal controllo del peso, della bellezza estetica, dalla pelle che non si deve raggrinzire, è quasi un incubo.
In realtà, ciò che più la disturba non è nemmeno il deperimento del corpo, ma il costante confronto con l’immagine di perfezione che gli altri le hanno cucito addosso: è una pressione che la fa sentire incastrata, che le si stringe addosso con una forza tale da farla soffocare, che le si annoda attorno alla vita così strettamente da farla vomitare.
Elisabetta è una donna dalla personalità complessa, profondamente sensibile ed intelligente, ma anche infantile nel suo egoismo, nei suoi capricci, nella sua ostinazione.
È da sempre infelice nel suo ruolo di imperatrice, desidera evadere dalla prigione regale in cui si trova rinchiusa, un luogo saturo di lussi e servigi che dovrebbero farle sentire il potere di cui gode, ma che non fanno altro che renderla vittima di una serie di controlli, regole e convenzioni che vorrebbe ripudiare.
Perfino l’amore con Franz Joseph qui nulla ha a che fare con la relazione idilliaca del Sissi di Ernst Marischka con Romy Schneider, in cui i due erano inseparabili, reclusi in una gabbia d’oro in cui trovavano una via di fuga solo quando stavano insieme; in Corsage, Sissi non riesce a vivere l’intimità con il marito, ne scopre i tradimenti e, a sua volta, lo tradisce con un uomo che le riserva tutte le attenzione di cui ha bisogno.
Le ribellioni di Sissi
Corsage consegna a Elisabetta la possibilità di ribellarsi a tutti quei doveri ed obblighi che la incatenano nell’immobilità di un’immagine che non vorrebbe rappresentare (non a caso Sissi ad un certo punto disdegna i ritratti di corte per interessarsi al dinamismo del cinematografo).
L’Elisabetta di Kreutzer si taglia la folta chioma, quello strascico di trecce imperlato di stelle alpine ritratto in uno dei suoi più conosciuti quadri oppure intraprende una relazione con il cugino o mangia tutti i dolci di cui si è sempre privata. L’atto più rivoluzionario di tutti è quello di trovare un’espediente per ritrarsi dallo sguardo degli altri: sia quelli ricercati e desiderati degli ammiratori da cui attinge la sua disperata ricerca di essere amata sia quelli sgraditi ed indagatori che si impegnano a ricercare un suo difetto o una sua imperfezione.
Primi piani soffocanti e ambienti decadenti
Per rendere il soffocamento di Elisabetta, Marie Kreutzer la rinchiude in primi piani strettissimi o in inquadrature che creano un contrasto tra la sua figura esageratamente grande e un mobilio volutamente rimpicciolito.
L’Imperatrice frequenta ambienti quasi decadenti, con pareti scrostate e stanze vuote, in cui l’arredamento prova a colmare un vuoto che è però organico e congenito e quindi impossibile da riempire, rendendo ancora più evidente il contrasto alla base di tutto il film: ciò che si è e ciò che si vorrebbe essere.
Alle anime del futuro
Solitaria vago in questo mondo
alla gioia, alla vita da tempo ho voltato le spalle;
con nessuno condivido la mia vita,
mai vi fu qualcuno che mi abbia capito.
Elisabetta d’Austria, Ischl, 1878.