Il 25 aprile è il giorno in cui in Italia si festeggia la Liberazione della penisola dalle truppe nazifasciste, avvenuta nel 1945. Ogni anno, il Paese rievoca l’uscita dalla guerra e la liberazione dal regime fascista. Questo 25 aprile celebriamo la storia delle donne nella resistenza.
Le donne nella resistenza
In occasione del 77° anniversario, è bene ricordare il ruolo che le donne hanno avuto nel movimento di liberazione nazionale, troppo spesso minimizzato o taciuto. Secondo alcune stime, le donne che hanno partecipato alla resistenza sono state settantamila ma, probabilmente, sono state molte di più.
Tuttavia, nel dopoguerra, non ci fu giustizia nei loro confronti, e la figura della donna partigiana si limitò ad essere narrata in alcuni romanzi, come L’Agnese va a morire di Renata Viganò (1949). Un’altra testimonianza è un documentario del 1965 di Liliana Cavani dal titolo Le donne nella resistenza.
Il loro ricordo è entrato solo recentemente nella storia ufficiale della resistenza italiana. A partire dagli anni sessanta, con le lotte per l’autodeterminazione femminile, si cominciò a rivendicare un ruolo per le donne che affonda le sue radici proprio nella storia della Repubblica e nella resistenza.
Il ruolo delle donne
Le donne hanno rappresentato una componente fondamentale per il movimento partigiano, cui hanno partecipato attivamente già a partire dall’8 settembre 1943, data in cui venne firmato l’armistizio che segnò l’inizio della resistenza.
In quel periodo, nacquero i Gruppi di difesa della donna, in cui le partigiane svolsero il compito di informatrici, portaordini e infermiere. Il loro impegno civile fu determinante, come nel settembre del 1943 a Napoli, quando si opposero ai rastrellamenti dei tedeschi. Alcune partigiane riuscirono ad assumere ruoli di comando e di direzione delle formazioni combattenti.
Nell’epoca della Seconda guerra mondiale le donne acquisirono un ruolo importante anche a livello economico-produttivo. Mentre gli uomini venivano chiamati alle armi, le donne li sostituirono sia nel lavoro in fabbrica, sia negli uffici pubblici. Nei luoghi di lavoro, organizzarono scioperi e manifestazioni per chiedere migliori condizioni che mitigassero la durezza del conflitto armato. Nella maggior parte dei casi, le partigiane facevano le staffette. A loro spettava il compito di portare cibo, armi, riviste e materiali di propaganda. Il ruolo della staffetta permetteva i collegamenti tra i partigiani, ma i rischi cui andavano in contro erano enormi.
Il riconoscimento negato
Molte donne hanno avuto ruoli di protezione dei partigiani. Li nascondevano, li curavano, portavano loro i viveri nei nascondigli, si preoccupavano della loro sopravvivenza. Altre hanno partecipato direttamente alla lotta armata. Migliaia di donne sono state fucilate, torturate e deportate. Ciononostante, pochissime sono state riconosciute come partigiane e solo diciannove hanno ricevuto medaglie d’oro al valore.
Al termine del conflitto, vi erano grandi speranze di cambiamento da parte delle donne che avevano partecipato ai movimenti di liberazione. L’obiettivo era proseguire il processo di emancipazione, iniziato nel 1943. Si crearono le prime grandi organizzazioni femminili, tra cui il Centro Italiano Femminile e l’Unione Donne Italiane. L’obiettivo più immediato era il riconoscimento del diritto di voto. Nonostante le grandi speranze, tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50 si assistette a un preponderante ritorno della donna ai tradizionali ruoli di madre e moglie.
Siate partigiane, per essere libere sempre
La lotta partigiana delle donne non solo è stata una guerra contro la violenza nazifascista, ma anche una scelta di libertà. Una guerra privata, combattuta per l’emancipazione dalle discriminazioni e da ogni forma di subalternità sociale e culturale.
Per le donne, la Resistenza è stata un atto di disobbedienza radicale e uno strappo definitivo con la società patriarcale. Le storie di coraggio e di rivolta continuano a parlare al nostro presente. Per questo motivo, questo 25 aprile celebriamo la storia delle donne nella resistenza con le parole che Marisa Ombra, staffetta nelle brigate Garibaldi, ha dedicato alle donne:
Siate partigiane, per essere libere sempre.