Il 3 marzo 2022 si colora della prima nazionale del tour del celebre spettacolo Notre Dame de Paris. L’ingresso del Teatro degli Arcimboldi a Milano pullula di personaggi noti e il blue carpet attrae ancor prima di essere entrati. Tutto è pronto per l’inizio della tournée, che porterà il capolavoro in tutta Italia.
Il ritorno dopo 20 anni dal debutto
Il 14 marzo 2002 al GranTeatro di Roma, costruito appositamente per l’occasione e per volontà dell’impresario e produttore visionario David Zard, si tenne la prima in assoluto dello spettacolo Notre Dame de Paris (versione italiana). Ora, dopo esattamente 20 anni, torna in Italia con il cast originale e riaccende emozioni uniche e circoscritte a questo capolavoro. La tourneé si è inaugurata a Milano il 3 marzo e lo spettacolo rimarrà in cartellone fino al 3 aprile, per poi spingersi in tutta Italia.
Il tour è prodotto da Clemente Zard con la collaborazione di Enzo Product Ltd, curata e distribuita da Vivo Concerti. La versione italiana è animata dalle musiche eterne del maestro Riccardo Cocciante e opera di Pasquale Pannella.
In onore dei 20 anni di successo, si riunisce il cast originale: Lola Ponce (Esmeralda), Giò Di Tonno (Quasimodo), Vittorio Matteucci (Frollo), Leonardo Di Minno (Clopin), Matteo Setti (Gringoire), Graziano Galatone (Febo), Tania Tuccinardi (Fiordaliso). Passano due decadi e nulla cambia, il romanzo di Victor Hugo viene messo in scena appassionando diverse generazioni e alimentando emozioni intrinseche a questa vicenda.
“Sono trascorsi vent’anni dalla prima rappresentazione italiana ma la forza, la maestosità e la grandezza di quest’opera popolare sono quelle del primo giorno. Notre Dame de Paris parla dell’anima umana, che è eterna e soffre, ieri come oggi, per amore e per le ingiustizie. Racconta dell’incapacità di accettare l’altro, il diverso da noi. L’essere umano si evolve ma i sentimenti e le dinamiche di cui è vittima e carnefice allo stesso tempo restano i medesimi perché appartengono alla sua natura fallibile. La forza di Notre Dame de Paris proviene anche dal pubblico che continua ad appassionarsi alla storia di Esmeralda e Quasimodo, due diversi che lottano per essere amati e amare.”
Riccardo Cocciante
Le musiche di Riccardo Cocciante
In un susseguirsi incessante di scenografie accurate e movimentate, le musiche dell’artista Riccardo Cocciante fanno da filo conduttore e permettono la riuscita del complesso. Le scene, le coreografie, le luci e i costumi sono opera di un team di professionisti. Tutto coronato da canzoni emotivamente trasparenti e sincere.
Dal 14 gennaio è possibile ascoltare le canzoni sulle piattaforme digitali per riascoltare in ogni momento le musiche tratte dallo show e riprovare le stesse sensazioni.
https://open.spotify.com/album/1wJzZnuHrGTt6xkG0AmHlV
Quasimodo ed Esmeralda: eternità e morte
Lo spettacolo, tratto dall’omonimo romanzo di Victor Hugo, ruota intorno ad un amore condannato dall’ingiustizia e dall’ipocrisia. Quello che il gobbo Quasimodo prova per la bella gitana Esmeralda è, infatti, un amore non corrisposto, ma eternamente congiunto. Intorno a questa passione imprescindibile, altre figure maschili (Febo-Frollo-Gringoire) si macchiano di amori di convenienza. Il senso universale e speranzoso dello spettacolo risiede nell’affinità viscerale dei due: la “mia vita tra i capelli di Esmeralda“, diventa la loro morte, vicinissimi e finalmente uniti.
Attorno a questa unione, il fermento rabbioso della Corte dei Miracoli, formata da esclusi, clandestini e mendicanti e richiedenti asilo. E ancora, l’opprimente vergogna provata dall’arcidiacono Frollo a causa delle sue pulsioni nei confronti della bella Esmeralda. Infatti, Esmeralda è esattamente al centro di tutto. Al centro del risveglio di dolori, ossessioni ed emozioni ingenue.
Nello spettacolo si insinuano molteplici tematiche col potere di essere universali: siamo tutti un po’ il Gobbo o ci siamo sentiti esclusi, almeno una volta, come Clopin. Per celebrare ciò, al termine dello spettacolo ha preso la parola il maestro Cocciante per mandare un messaggio di pace e di unità, visti gli ultimi avvenimenti nel mondo. Se è universale è comune, è di tutti. Se è universale, lo spettacolo parla a tutti e tutti lo capiscono, lo provano e si emozionano.