Il 30 settembre 2021, su Piazza Pulita di La 7, è andato in onda il video-inchiesta Lobby Nera che ha suscitato un enorme scalpore mediatico.
Che cos’è l’inchiesta “Lobby Nera”?
È un video reportage giornalistico realizzato dal team Blackstair di Fanpage.it. Il servizio mostra con chiarezza come un gruppo di neofascisti sia riuscito ad accreditarsi all’interno del partito di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni. Il tutto è stato ripreso da un giornalista infiltrato per tre anni in questi gironi di estrema destra, in modo per monitorare eventuali irregolarità.
Il primo episodio dell’inchiesta denuncia alcuni esponenti politici di primo piano di Fdi, tra cui l’eurodeputato Carlo Fidanza e la consigliera Chiara Valcepina. Le accuse riguardano finanziamenti illeciti ed espressioni mutuate dal gergo fascista, in un tripudio di saluti romani e commenti razzisti, sessisti e antisemiti.
Un duplice scandalo
Il videoblogger Alessandro Masala, nota che l’inchiesta si muove su due binari: i possibili reati e i problemi etici e politici.
Sulla prima strada, la procura di Milano ha aperto un’inchiesta sull’ipotesi del finanziamento illecito e riciclaggio al partito Fratelli d’Italia. Il fascicolo vede indagati Carlo Fidanza, che si è auto-sospeso da ogni suo incarico, e il barone nero Roberto Jonghi Lavarini, militante di estrema destra identitaria, condannato per apologia del fascismo nel 2020. Se queste supposizioni dovessero essere vere e provate, sarebbero accuse molto gravi per il partito, che fa della legalità, della correttezza e dell’italianità suoi pilastri.
Tuttavia, il giudizio politico non necessita di dover aspettare l’aula di un tribunale.
Queste persone inneggiano ad Hitler, mentre fanno gli incontri di raccolta fondi. Dicono cose apertamente razziste contro neri, ebrei, siciliani, meridionali in generale. Fanno poi continui riferimenti a stragi storiche, ridendo fra loro. Di continuo fanno il saluto romano. Emerge un piano per far votare gruppi di escort dando a loro in cambio dei profumi, con poi tutte le battute sessiste successive
Alessandro Masala
Così il videoblogger riassume perfettamente ciò che accadeva nelle serate patriottiche in cui gli esponenti di Fratelli d’Italia si definiscono una allegra brigata nera, lasciandosi andare a considerazioni di ogni genere. Per esempio, la presidentessa Norma Iannacone che rivendica la patente di vera “fascista”. Oppure il candidato Mattia Ferrarese, che racconta un aneddoto su una persona di religione ebraica, fa il saluto romano, e Carlo Fidanza, in piedi accanto a lui, inizia a ridere e a mimare il gesto.
Le reazioni alla Lobby Nera
La risposta di Giorgia Meloni non si fa attendere e il 3 ottobre pubblica un video su Facebook in cui chiarisce la sua posizione:
Era tutto studiato scientificamente, a tavolino, non da Fanpage, ma da un intero circuito, da un intero circo, se vogliamo.
Nell’intervento, inoltre, la leader del partito chiede la totalità delle 100 ore di girato, per agire di conseguenza, poichè il video risulta, a suo parere, tagliato e cucito arbitrariamente. In un’intervista, la leader di Fratelli d’Italia definisce il video montato d’arte e, seppur disapprova i razzisti, gli antisemiti e i para-nazisti, non sembra interessata a condannare l’apologia al fascismo ben presente nel reportage.
L’inchiesta, giustamente, ha suscitato scalpore nell’opinione pubblica. Giuseppe Conte, ex presidente del consiglio, si domanda sul perché la Meloni non tagli, in modo chiaro e risolutivo, i legami del suo partito con queste derive fasciste, continuando poi: “Bisogna prendere le distanze dalle persone coinvolte, e mi risulta che una persona coinvolta sia stata eletta a Milano“.
Infatti, il sindaco di Milano, Beppe Sala, e il rapper italiano, Fedez, commentano rabbrividiti che, nonostante i legami con gruppi neofascisti, Chiara Valcepina sia stata eletta come consigliera di Milano. “Provo disagio personale. La Costituzione da questo punto di vista è precisa” commenta così il sindaco, appena rieletto, ricordando il reato di apologia al fascismo.
In conclusione
L’inchiesta Lobby Nera di Fanpage dimostra come la destra italiana sia ancora afflitta dalla piaga del neofascismo e di come i suoi principali leader politici, come Giorgia Meloni, si rifiutino a condannarlo fermamente.
Tuttavia, Fratelli d’Italia non è il solo partito implicato. In questi giorni, anche la Lega sembrerebbe coinvolta, secondo il recente secondo episodio dell’inchiesta.