E vissero feriti e contenti è il titolo del settimo album di Ghemon, in uscita il 19 marzo. È un disco in cui l’artista mette a nudo la sua anima, spaziando tra generi diversi, ma creando una forte coesione di stili.
Ghemon è uno degli artisti più talentuosi e apprezzati della scena hip hop italiana. Dopo la pubblicazione dell’album ORCHIdee nel 2014, ha mostrato al pubblico la sua maturazione artistica. È riuscito a rendere la sua arte una coesione inaspettata tra musica italiana e influenze che spaziano dal jazz, al rap e al funk.
Un anno di restrizioni per un album corale
“E vissero feriti e contenti” è definito dallo stesso autore un album corale. La produzione è frutto di un grande lavoro di squadra, mai visto prima. Non è un disco ideato al fine di ottenere grandi successi economici, ma per creare un’identità, passare un messaggio preciso a chi ascolta.
È una manifestazione di linfa vitale, è un progetto pieno di energia, sia dolce che allegra, ma mai immotivata. Sono canzoni già proiettate verso la fine della pandemia, è musica di liberazione e spensieratezza. Ghemon non ha voluto esprimere pesantezza, bastava già quella che riempiva, senza sosta, le vie della nostra Italia.
Tutti i testi sono stati scritti in prima persona. Ghemon ha voluto rappresentare la musica come un dialogo, in cui racconta ciò che gli sta attorno, le persone che “prendono botte, ma tengono botta”.
Ritorno a Sanremo
Ghemon tornerà a calcare il palco di Sanremo con Momento Perfetto. È un brano energico, che mescola rap, gospel e soul. Il pezzo è nato ascoltando un giro di accordi alla chitarra, diventandone il ritornello. Come Rose Viola, il brano con cui ha partecipato nel 2019, non è stato pensato appositamente per il Festival, è del tutto spontaneo.