Lo scorso dicembre ho avuto modo di parlare assieme a Luca Vitariello, produttore e chitarrista dei Watt, a proposito della loro musica e di Boomerang, il loro ultimo singolo.
La band, formata da musicisti giovanissimi, è nata nel 2013. Nel 2017 ha aperto il concerto di Davide Van De Sfroos a San Siro e nel 2020 ha vinto il Festival di Castrocaro.
Come è nato il vostro progetto e come intendete portarlo avanti?
La passione per la musica c’è sempre stata, fin da prima che creassimo la band; poi, sia per gioco che per passione, abbiamo deciso nel 2013 di formare i Watt.
All’inizio eravamo un trio, io, Luca e Matteo, tutti di 12/13 anni e abbiamo cominciato a fare dei concerti nell’oratorio in zona Bonola; successivamente si è unita a noi anche la sorella di Matteo, Greta.
Il nostro desiderio è di costruire qualcosa per tutta la vita e impegnandoci abbiamo ottenuto una serie di soddisfazioni.
Infatti nel 2017 avete suonato a San siro!
Sì, avevamo partecipato al concorso “Cresciuti in oratorio” ideato da Davide Van De Sfroos; cercava band nate negli oratori per aprire il suo concerto che si teneva appunto a San Siro.
Quale è stato l’impatto?
È stata un’emozione assurda e la gente che c’era ci ha dato un’energia superiore. Rispetto all’oratorio poi non è poi cambiato molto, siamo sempre stati abituati a suonare perché ci piaceva la musica, quindi pubblico piccolo o grande non cambia.
Cosa suonano gli altri componenti della band?
Luca suona il basso ed è quello con cui condivido la passione sin dall’asilo.
Con Matteo ci siamo conosciuti ad una gita in oratorio e già subito parlavamo di suonare; lui studia batteria al CPM, un’università a Milano creata da Franco Mussida, grandissimo della musica italiana.
Greta è entrata nella band nel 2014 quando aveva 8/9 anni facendo un grande lavoro per crescere rapidamente insieme a noi. Eravamo più svegli dal punto di vista musicale e lei ha fatto il possibile per recuperare ed essere al pari nostro per riuscire a fare la cosa migliore.
Il vostro ultimo singolo Boomerang come è nato?
Ci abbiamo lavorato quasi due anni e non eravamo mai totalmente contenti del risultato. Quando abbiamo vinto il Festival di Castrocaro e abbiamo avuto la possibilità di provare a partecipare a Sanremo Giovani abbiamo deciso di portare Boomerang, modificandola ulteriormente: abbiamo aggiunto un’orchestra e dei cori per renderla più “televisiva” diciamo.
La canzone parla di una relazione tra una ragazza molto giovane e un uomo più vissuto: racconta di una turbolenza psicologica, una relazione tossica, dove non vuoi che qualcosa accada ma allo stesso tempo è ciò di cui hai più bisogno.
Avete mai considerato l’idea di prendere parte a qualche talent televisivo?
Siamo molto aperti e quindi lo faremmo volentieri, l’importante è avere una situazione che non ci snaturi. Lo useremmo solo come trampolino.
E ora state già lavorando a qualche nuovo pezzo?
Sì, stiamo lavorando tantissimo a dei nuovi pezzi e stiamo ancora cercando di capire come questa situazione potrà evolversi.