Voci di donna, identità che raccontano e si raccontano nella storia del Rock. Stefano Lombardi Vallauri, musicologo e professore di linguaggi musicali presso l’Università IULM, accompagna Gonna Rock IULM Out attraverso i decenni. I generi. Le nicche e i palcoscenici della musica al femminile.
Ascolta le voci di donna nella puntata di Gonna Rock IULM Out insieme al Prof. Vallauri
Le storie del Rock non sarebbero le stesse senza le loro protagoniste. Artiste capaci di trasformare vissuti, spesso tragici, o successi in fiamme oppure già spenti in performance uniche. Energiche, coinvolgenti, talvolta struggenti. Sono le voci di donna.
Voci di donna, armonia e frizione
Tante volte la musica è stata descritta come armonia. A volte però a rendere incredibili i pezzi che conosciamo sono gli strappi, le frizioni, le mescolanze.
Spesso richiedono coraggio, desiderio di sperimentare o capacità canore e creative non ordinarie. Le voci di donna esplorate dal Prof. Vallauri hanno anche questo in comune.
Dalla più giovane e probabilmente più nota Billie Eilish, che a un’immagine talvolta oscura e aggressiva associa ninnananne di inedita dolcezza, a Diamanda Galàs, virtuosista per eccellenza. Galàs gioca con il suono, mobilitando il linguaggio e i sistemi di comunicazione. Dall’urlo al pianoforte, la sua musica accoglie, respinge e riprende in un movimento emozionante guidato dalla voce.
L’accostamento è però anche tra i generi. Non un melting pot, bensì un matrimonio spiralico, ritmato e avvincente, come quello nelle strofe di Lauryn Hill. Improvvisatrice d’eccellenza, la cantante di Ex-Factor non lima gli spigoli del suo Rap, mentre lo accompagna tra il soul e l’hip hop.
Passato e presente
Frizioni e armonie sono utili anche nella rilettura e nella reinterpretazione del passato.
Così, la cantautrice Mary Margaret O’Hara riesce a proiettare la sua esperienza autorale e la sua sensibilità anni ’80 nell’opera del compositore della prima metà del secolo Kurt Weill. Dalla Germania agli Stati Uniti, passando per il Canada. In un viaggio che arricchisce il brano Fürchte dich nicht, nel mosaico musicale composto dal film September Song.
Ad un capo del filo del tempo si cimenta anche Cat Power. Il dark folk intimista della cantante e chitarrista di Atlanta raccoglie un’eredità che si perde tra Irlanda e Stati Uniti.
La sua cover di Moonshiner, apprezzata anche da Bob Dylan, suo interprete più famoso, è carica di tutti i vagabondaggi vocali e sonori di un brano classico. Power riesce però a metterli in equilibrio su una melodia minimalista, eppure potentissima. Un altro filo sul quale può esibirsi una voce di donna.
Voce di donna come identità
La voce è identità. Lo abbiamo detto all’inizio di questo racconto e lo ribadiamo ora. Funge da strumento per comunicarla e per scoprirla. Nel Rock e nella vita.
Anthony, straordinaria artista transgender, riassume nella sua voce il cammino tra frizione e armonia, maschile e femminile. Un po’ Diamanda, un po’ Brian Ferry è lo struggimento e il tormento di una voce di donna che accoglie e racconta. Senza pudore.