Oggi Radio IULM inaugura uno spazio che vuole essere un dono e una scomodità per ognuno di noi. Concime è l’opportunità di lasciarsi interpellare dalla situazione che ci circonda. Vuol dire prendere in considerazione le opinioni dell’altro permettendo che facciano breccia nella propria individualità.
Concime è una rubrica nata in un’ottica dinamica. Gli articoli pubblicati sul blog di Radio IULM che la andranno a comporre sono il risultato di riflessioni emerse durante chiacchierate. Dopo le presentazioni e i primi saluti, il punto di partenza per la conversazione è lo stesso:
Quando lo sterco esce dal sedere del cavallo è troppo caldo, troppo acido, troppo denso. Puzza, è disgustoso. Se lo spandi subito sui fiori e sulle sementi, li brucia e li distrugge. Il concime bisogna farlo riposare, seccare, deve decomporsi lentamente. Con il tempo diventa malleabile, inodore, leggero, fecondo. È allora che dà i fiori più belli e la crescita migliore.
Più forte dell’odio, Tim Guénard
Tim Guénard afferma che quando il passato è ancora ustionante, al solo pensiero stiamo già soffocando. Va invece fatto riposare, con la consapevolezza che “non si può essere oggi senza essere stati ieri.”
Ci sono una sfida da accettare e delle possibilità in cui credere. Per chi deciderà di starci, Concime accompagnerà le sue domande e i suoi progetti.
Giorni di pandemia
Il momento di crisi che stiamo vivendo traccia un segno tra ieri e domani, c’è la percezione diffusa che nulla potrà mai tornare ad essere come prima. Il tempo ci cambia, ma ci sono alcuni eventi che accelerano i processi e portano allo scoperto delle dinamiche che giacevano silenti sotto la superficie. Quello della pandemia di covid-19 è uno di questi.
È da mesi che viviamo nel paradosso di una continua incertezza sul futuro e allo stesso tempo di un presente che si ripete sempre uguale. Le notizie lo confermano con la scaletta fissa e impostata che si ripresenta ogni giorno, scandita da bollettini sui contagi, DPCM e litigi nel mondo politico. Manca una direzione che sia salda e condivisa. Stiamo soffrendo, non sta andando tutto bene.
Tele bianche
Ora, per mantenere salda la presa sul terreno e guardare a testa alta quello che verrà, è necessario attivare la memoria storica. È stato nei periodi di crisi, quando i paradigmi e le strutture consolidate cadevano al suolo, che l’umanità ha avuto la possibilità di orientarsi e aprirsi al nuovo. Anche nella quotidianità, quando lasciamo che le persone e gli eventi ci interroghino, mettiamo alla prova parte delle nostre certezze e spesso le vediamo svanire. Sperimentare la distruzione, figurata o materiale che sia, lascia delle ferite. Il momento immediatamente successivo è contrassegnato dalla possibilità di restare a guardare le macerie o scegliere la via della creatività.
La crisi è uno stimolo per liberarsi dalle fossilizzazioni e tornare ad abitare pienamente il mondo con la consapevolezza dei processi in atto e delle necessità. Ci sono abitudini da lasciare per strada e nuove prospettive da adottare. La responsabilità che abbiamo sulle spalle è grande perché è adesso che si decide la meta. Le strade dovranno fare pace con le incertezze del tempo, però l’orizzonte finale deve essere chiaro e condiviso. Questa è una fatica ma proietta anche una luce: farci artefici e costruttori di una nuova comunità mondiale, di una nuova società, ognuno con le proprie capacità e punti di vista.
Non siamo soli, non siamo disarmati. La storia ci lascia strumenti che dobbiamo chiamare per nome: inventiva, intraprendenza, sguardo a lungo raggio. Lungi dall’essere lontane e astratte, queste qualità tendono per natura ad applicarsi alla realtà. Basta solo pensare alla creatività imprenditoriale, al genio artistico e allo stupore che anche il quotidiano può suscitare.
Sono mesi che respiriamo un odore sgradevole, che ci sentiamo nella merda. La vista è ancora offuscata dal presente che colpisce ogni giorno con forza. È anche vero che con il tempo qualcosa ha iniziato a seccarsi ed è possibile individuare delle linee stilizzate che fanno da trama al tessuto della contemporaneità.
Il dialogo come opportunità
Dialogare con gli altri e condividere le opinioni è un passo fondamentale nel cercare di comprendere qualsiasi cosa. Concime nasce infatti come un discorso tra persone con vissuti differenti al fine di riflettere su ciò che sta accadendo, per riconoscere i semi gettati in questi mesi e per piantarne di nuovi.
La matrice individualista della società contemporanea non è l’ultima parola sulla libertà di cui ogni persona dispone. È possibile scegliere la cultura dell’incontro rispetto a quella della competizione e della produttività. È possibile uscire dalla logica del confronto e del paragone sistematico con l’altro. Il dialogo trova senso nell’autenticità.
Non è ora di rinchiuderci in noi stessi, per quanto guardare in volto la realtà possa fare male. C’è una libertà che chiama ognuno alla possibilità di essere un ingranaggio attivo nelle dinamiche del mondo.