Ricominciare grazie alla forza dell’arte

Lo scorso 29 settembre Gianni Canova e Elio De Capitani hanno dialogato nell’Auditorium IULM in merito al virus, alla forza dell’arte e all’importanza del ricominciare.

L’eterna forza dell’arte

“Di fronte al silenzio e all’incapacità della politica di andare oltre una visione dell’immediata cattura del consenso, alla cacofonia dei media, agli scricchiolii della scienza e alle contraddizioni che la stanno squarciando, c’è forse una sola parola che possiamo evocare: quella dell’Arte. “

Gianni Canova

La conversazione tra Gianni Canova e Elio De Capitani si offre come elemento di riflessione in merito all’abilità dell’arte di rispondere alla voracità umana di bellezza.
A questo proposito, l’eterna forza dell’arte è quella di non perdere mai il desiderio di ricominciare, anche quando tutto il resto sembra essere ormai spacciato.

Uno dei temi affrontati nell’incontro è come le epidemie abbiano influenzato nel corso del tempo l’arte. Vissute o immaginate, le pandemie globali sono sempre state spunto per considerazioni profonde sulla caducità umana. I lavori d’arte a riguardo, infatti, sono proliferi (il Decameron di Boccaccio e i Promessi Sposi di Manzoni, sono solo due degli esempi citati).

Dialogo tra Elio De Capitani e Gianni Canova

Secondo Canova, il rischio odierno dell’arte è di intraprendere una strada verso il perbenismo, di diventare moralmente selettiva.
Il timore è che vengano raccontate solamente storie edificanti rigettando il male. L’arte, invece, incarna i fantasmi epocali, portando con sé le grandi contraddizioni che da sempre animano l’uomo.

L’esperienza del Teatro Elfo

Dopo quasi cinquant’anni di attività, il Teatro Elfo Puccini, di cui De Capitani è il direttore artistico, continua a riproporsi come luogo di pensiero corale.
Parliamo di un teatro dove si cerca di combattere quelle società che nel corso della storia sono state davvero annichilite. Si pensi, ad esempio, al golpe cileno, piuttosto che le guerre che hanno devastato l’Afghanistan o la Cecenia.

In merito alla brusca interruzione causata dal virus, De Capitani ricorda la sera in cui venne annunciata la chiusura totale del Paese. Nel Teatro Elfo lo spettacolo si concludeva con le seguenti parole “Un silenzio di mezzanotte in pieno giorno”.
Da qui la discussione sulla capacità dell’arte di documentare l’accaduto o di prefigurare l’accadibile.

Con il riavvio delle attività teatrali, che tengono conto di tutte le precauzioni necessarie, l’obiettivo è di continuare, di andare avanti, per attraversare quel deserto in cui siamo quasi rimasti sotterrati.

“La forza dell’arte è quella di non stare con la testa girata all’indietro senza vedere il presente, ma essere consapevole del passato e vivere il presente con uno slancio verso il futuro.”

Elio De Capitani

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