Le misure di contenimento per il Covid-19 hanno indirettamente contribuito a ridurre l’inquinamento atmosferico, come si evince dalle numerose immagini satellitari.
A QuarAntenna si è discusso con Stefano Ciafone, il Presidente nazionale di Legambiente. Ci si è chiesti su come proseguire nella Fase 2 una mobilità sostenibile, questa volta frutto di scelte consapevoli e non di restrizioni contingenti.
Riduzione delle emissioni
Consideriamo innanzitutto le immagini fornite dal satellite Copernicus Sentinel-5P, sviluppato dall’ESA (European Space Agency). La concentrazione di biossido di azoto (NO₂) tra gli intervalli di tempo presi in esame è diminuita di quasi la metà in diverse capitali europee, con cali di -54% in città come Parigi.
Arpa Lombardia ha effettuato a sua volta delle analisi sulla qualità dell’aria, registrando come la riduzione interessi anche il particolato atmosferico (PM10 e PM2.5).
Paradossalmente questi dati appaiono più confortanti di quelli del bollettino della Protezione Civile. Tuttavia è necessario, soprattutto nell’imminente Fase 2, che non siano soltanto il risultato randomico di una forza maggiore. Bisogna adoperarsi per farne un trend in divenire positivo.
Mobilità sostenibile nella Fase 2
A questo proposito Legambiente propone alcune soluzioni per ovviare al rischio di rendere il trasporto privato un’alternativa più sicura per spostarsi:
- Monitoraggi ai mezzi pubblici e tornelli per contingentare gli ingressi e garantire le distanze di sicurezza
- Creare più piste ciclabili nelle aree urbane
- Incentivare la sharing mobility
- Invitare i cittadini a rottamare l’auto in vista di una mobilità più sostenibile, scegliendo i bonus green
- Rafforzare lo smart working
La salvaguardia dell’ambiente in Italia fino ad oggi
Stefano Ciafani afferma che l’Italia ha compiuto numerosi passi in avanti negli ultimi anni per quanto riguarda la salvaguardia dell’ambiente. L’esperienza di Milano per la raccolta differenziata risulta infatti essere una delle più avanzate a livello mondiale.
Tuttavia, ci sono molteplici problemi. Esempi concreti sono la mancanza di un servizio di depurazione dell’acqua adeguato per quasi un quarto degli italiani e le diverse procedure d’infrazione sulla qualità dell’aria. Ancora più gravi sono le circa 80 mila morti premature dovute all’inquinamento atmosferico.
Ritornare alla normalità
Quest’ultimo periodo non ha solo scombussolato i ritmi attorno ai quali abbiamo costruito la nostra esistenza, ma ne ha anche evidenziato l’insostenibilità, per noi e per l’ambiente.
La riduzione delle emissioni è solo uno degli effetti dell’abbandono di vizi e tendenze malsane. La sfida sarà quella di mantenere la mobilità sostenibile, cercando, laddove possibile, di marginalizzare le logiche di profitto che riesploderanno una volta entrati nella Fase 2.
Per cui, quando si auspica un ritorno alla normalità, è importante che quella dell’inquinamento massiccio e sconsiderato sia l’unica a non essere ripristinata.