Capire cosa sta succedendo in Europa a livello economico non è facile. A QuarAntenna il professore Luca Barbarito ci aiuta a interpretare le scelte che i vari Stati stanno prendendo in questo periodo.
La situazione in Europa
La gaffe del presidente della Banca Centrale Europea Christine Lagarde e il conseguente crollo delle borse mostra come la situazione in Europa sia costantemente in bilico. La reazione illogica a tale dichiarazione ha addirittura portato Milano a una perdita quasi storica del 17%.
Tuttavia la riduzione del 0,25% del tasso di interesse di cui si parlava non sarebbe in grado di cambiare davvero qualcosa in questo scenario. La modalità di cui si discute attualmente è il quantitative easing, ossia l’immissione di più moneta nei mercati, facendo così arrivare più liquidità alle banche in grado di rilasciarlo ad imprese e consumatori. L’obiettivo della BCE attualmente deve essere quello di sostenere gli Stati costretti a spendere per aiutare il sistema economico e produttivo.
“Tutti [gli Stati] devono spendere moltissimo per aiutare il sistema economico a, o non, avere questa crisi lasciandogli uguale capacità di spesa, oppure a dare una mano al sistema produttivo per ovviare a questo crollo della domanda, che sicuramente c’è stato un po’ in tutti i settori.”
Uno sguardo sulla realtà danese
La Danimarca si è distinta in Europa per il suo approccio all’imminente crisi. Copenaghen ha deciso di operare un consistente e netto intervento statale, definibile quasi sovietico. Tale politica consiste nel pagare il 77% degli stipendi, garantire prestiti tra banche e aziende e il pagamento delle spese fisse. Le previsioni mostrano però una crescita del deficit rispetto al PIL al 13%, ossia 10 punti percentuali in più di quanto stabilito dall’Europa. Questo intervento mira a far sì che i consumi del post-crisi possano tornare ad essere come prima, e che quindi la perdita iniziale si possa trasformare in una crescita futura.
Tale politica tenta di non penalizzare il legame imprese-lavoratori cercando di pagare subito il prezzo della crisi. Perciò, secondo il Prof. Barbarito, in futuro anche Gran Bretagna, Stati Uniti e molti altri Stati potrebbero adottare questo modello al fine di aiutare sistemi economici e cittadini.