La bizzarra quotidianità che ci ha travolto in questo periodo è stata evidentemente monopolizzata dai social network.
Parlando con la Prof. Silvia Borsari, docente di TV, Social Media e Web TV, a QuarAntenna è stato preso in analisi il ruolo primario e controverso che i social stanno ricoprendo in questa pandemia.
Un ruolo importante
I social network sono strumenti importanti per reinventare la socialità, come dimostrano i dati: dal 28 febbraio al 5 marzo sono stati 800 mila i commenti degli utenti italiani in merito al corona virus. Inoltre si sono dimostrati dei mezzi adatti al confronto di opinioni e alla coordinazione di misure essenziali per combattere il virus.
La comunità scientifica se ne è infatti servita per avanzare nella ricerca ed effettuare brainstorming. Questo è il caso dell’Hopkins University che ha creato un’apposita piattaforma per mappare la situazione in tempo reale.
Da pandemia a infodemia
Si tratta tuttavia di un’arma a doppio taglio, poiché il facile accesso all’informazione genera anche la proliferazione di fake news: alla pandemia si affianca così una “infodemia”, un sovraccarico di notizie fasulle o incerte, come spiegato dalla professoressa.
Come difendersi? Facebook e Instagram rimandano gli utenti a dei pop-up educativi, YouTube fa in modo che i risultati delle ricerche abbiano collegamenti con le pagine dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, mentre la crittografia di WhatsApp rende impossibile prendere precauzioni.
In ogni caso, i social network sono il compromesso ideale e ossimorico tra il bisogno intrinseco di socialità dell’uomo e le misure di prevenzione: avvicinarsi allontanandosi.
#andràtuttobene
Le iniziative prese in considerazione sono varie. Un esempio ne sono i nuovi hashtag promossi dal mondo dello spettacolo, dello sport o delle istituzioni (#iorestoacasa, #celafaremo, #andràtuttobene). A circolare sono anche le dirette di personaggi famosi che suonano musica live e le iniziative di raccolta fondi. Per quanto riguarda un progetto vicino alla realtà radiofonica, la Prof. Borsari segnala quello della compagnia “Voce AllOpera” con #musicgoesviral per raccontare la musica dal vivo tramite i social.
Curioso che in una situazione infelice come quella di oggi, i social, spesso accusati di favorire l’isolamento e l’emarginazione volontaria, rivendichino il loro utopico, ma ora più che mai veritiero, ruolo di collante e unificatore sociale.