QuarAntenna: cinema e Covid-19 con il prof Moccagatta

Una delle industrie che viene colpita dall’emergenza Coronavirus è quella cinematografica.

Il professor Rocco Moccagatta ci ha parlato dell’attuale condizione dell’industria cinematografica in Italia e nel mondo, e dell’inevitabile fruizione del cinema attraverso la rete.

Moccagatta
Intervista telefonica col docente di Storia ed Estetica del cinema Rocco Moccagatta

L’industria cinematografica italiana

Fin dall’arrivo in Italia dell’emergenza del Covid-19, le sale italiane si sono progressivamente svuotate. Nelle regioni colpite più duramente dal virus, osservando i dati riportati da ANICA (Asssociazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Multimediali), si è assistito a un drastico calo. Un esempio ne sono state Lombardia e Veneto. La successiva e necessaria chiusura forzata dei cinema del Nord Italia (da domenica 8 marzo in tutta Italia) ha poi provocato un inevitabile crollo del mercato.

Per quanto in autunno la stagione cinematografica italiana non fosse iniziata nel migliore dei modi, durante le festività natalizie lo scenario era cambiato. Il professore infatti ricorda il successo di film come Tolo Tolo (Luca Medici), Pinocchio (Matteo Garrone) o ancora Il primo natale (Salvatore Ficarra e Valentino Picone). Gli anni più belli di Gabriele Muccino è un quarto esempio più recente che conferma l’andamento positivo del nostro cinema dal punto di vista economico.

Ricordiamo infatti che quella di Muccino è stata una delle ultime pellicole proiettate prima che l’emergenza degenerasse (uscito nelle sale il 13 febbraio). Rispetto a quanto detto, possiamo comprendere pienamente la diffusa percezione ottimistica rispetto ad una “nuova primavera del cinema italiano“.

“Il cinema italiano va particolarmente protetto, anche in un periodo in cui sembrava che le cose stessero andando molto bene per i nostri film. Quindi è stato naturale e comprensibile ritardare o posticipare l’uscita di tanti film”, almeno finché si è potuto.

L’effetto domino: coronavirus e industria cinematografica

Risale al 12 Marzo la notizia della positività al covid-19 di Tom Hanks (e sua moglie), alle prese con la produzione di un nuovo film in Australia. Un nuovo Mission Impossible con Tom Cruise doveva essere girato in Italia in questi mesi, anch’esso rimandato. Soprattutto i paesi come la Cina e la Corea del Sud, i “polmoni verdi” dell’industria cinematografica mondiale, hanno avuto diverse complicazioni a causa dell’emergenza.

In Cina, paese fondamentale per la produzione cinematografica hollywoodiana, la chiusura dei cinema ha causato la posticipazione di diversi blockbuster in uscita nei mesi scorsi. Invece, in Corea del Sud molte produzioni sono state rimandate.

In queste settimane viene annullato o posticipato ogni evento strettamente collegato al settore. Il professore ci ricorda l’importantissimo mercato dell’audiovisivo a Cannes, posticipato o che probabilmente salterà direttamente all’appuntamento autunnale. E’ in corso, dunque, una vera e propria stasi dell’industria cinematografica che in questo “inquietante effetto domino” coinvolge la nostra “piccola e tutto sommato precaria, spesso zoppicante industria cinematografica”.

Il cinema come “esorcismo collettivo

Non potremo guardare film nella cara e tradizionale sala cinematografica. Fortunatamente, però, la rete oggi ci permette di fruire il cinema diversamente. Nello stato di emergenza in cui si trova il nostro paese, la maggior parte dei cittadini sono costretti a rimanere a casa approfittando dell’utilizzo delle piattaforme di streaming. Tra queste ultime spicca la proposta di Infinity e Amazon Prime, che stanno adeguando la loro offerta in base alle condizioni attuali. Ne approfitto anche per consigliare la piattaforma MUBI, che sostiene il “programma scuole di cinema” consentendo l’accesso agli studenti.

Il cinema ha sempre voluto in qualche modo essere lo specchio della realtà, o perlomeno narrare storie in cui ritrovarla. Si provi a pensare allo spettatore del cinema delle origini che, non avendo gli strumenti per interpretarla, scambiava la finzione con la realtà, del tutto disarmato dinanzi a qualcosa di mai visto. Anche oggi stiamo vivendo una situazione impensabile, forse paradossale, in cui mai avremmo pensato di ritrovarci. O forse non la maggior parte di noi. Forse qualcuno aveva già immaginato tutto ciò.

Facciamo un passo indietro, torniamo al 2011. Il professore ci parla di Contagion, film diretto da Steven Soderbergh e scritto da Scott Z. Burns. E’ impossibile non accorgersi di quanto questa pellicola sia stata spaventosamente profetica. Questo tipo di storie nasce come “grande forma di esorcismo collettivo: ci fanno un po’ riflettere su quello che potrebbe accadere ma poi hanno sempre una funzione catartica, in grado di liberarci dalle paure. Speriamo che il lieto fine possa verificarsi senza troppi traumi anche nella nostra situazione presente”.

Concludo allegandovi il “manuale per sopravvivere ad un’apocalisse pandemica (o a una apocalittica pandemia)” stilato dal professor Rocco Moccagatta e Andrea Bellavita, nel tentativo di strapparvi un sorriso.

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