Corona Virus e Comunicazione: il Prof. Antonio Scurati è intervenuto in esclusiva nel nuovo programma di RadioIULM, QuarAntenna. Argomento principale di discussione è stato ovviamente il Covd-19.
Dopo aver rifiutato media e tv, l’autore di M, il figlio del secolo ha proseguito con noi il discorso già intrapreso con il suo editoriale sul Corriere della Sera.
Ascolta l’intervista di Quarantenna al Prof. Antonio Scurati
Una comunicazione inefficace e polarizzata
Secondo il Prof. Antonio Scurati, durante i primi giorni c’è stata una comunicazione “irresponsabile e allarmistica” da parte di tutti i media italiani sul Corona Virus. È interessante notare che in seguito ci sia stato un brusco e travolgente dirottamento da parte della comunicazione, che ha “contribuito ad un panico collettivo”.
Panico che però, successivamente, non è risultato credibile. I cittadini hanno continuato a svolgere tranquillamente le loro attività quotidiane senza alcun timore, nonostante gli estremi e “sciagurati” allarmismi evocati dai media sul Corona Virus.
Questa situazione dicotomica dimostra che i media riflettono evidentemente una “nevrosi della psicologia collettiva”. Ancor di più rivela la tendenza a “polarizzare la comunicazione agli estremi: o la fine del mondo o ce la faremo!”
Una comunicazione univoca, capace di prendere solo una strada. La via della commedia o del dramma ma non quella della serietà, l’unica e vera comunicazione necessaria dinanzi a situazioni critiche come quella di una epidemia in costante espansione.
Il Corona Virus è la nostra paura della fine?
Le radici di questo panico collettivo per il Corona Virus però sono da rintracciare anche nell’incapacità di elaborare “la nostra finitudine”, in quanto esseri umani.
La modernità ha infatti instillato in noi l’identità di Homo Deus. Un po’ al modo di Prometeo ci siamo illusi di poter controllare e trasformare la realtà. Sopravvissuti alla violenza e al progresso e sconfitta la miseria, ci siamo convinti di riuscire a formulare previsioni infallibili. Tuttavia, proprio all’apice “la speranza è tramontata“.
Gli episodi di panico provocati dal Corona Virus possono allora essere riletti alla luce di una “labilità psichica collettiva” dovuta proprio a questo tradimento.
La morte per elaborare la vita
L’umanità, d’altra parte, si è sempre dotata di “forme culturali che elaborassero il timore ancestrale della morte”. Anzi, esse sono fondamentali nei processi di antropogenesi.
In altre parole, hanno traghettato i primi ominidi dall’animalità alla cultura umana. Ce l’hanno detto prima Gian Battista Vico, poi Foscolo nei suoi Sepolcri. Il Prof. Scurati l’ha ribadito nel suo romanzo La seconda mezzanotte.
L’arte delle origini ha dopotutto ha una “matrice funeraria”. Persino il Cristianesimo si fonda la “costruzione della civiltà sul confronto con la morte“.
Il panico morale è un sintomo
L’occhio degli occidentali al tempo del Corona Virus è però sguarnito. Il panico morale instillato dai media è un sintomo della perdita della “consapevolezza della nostra finitudine”.
La ricetta per sopravvivere, oltre al rispetto delle indicazioni sanitarie, potrebbe essere riprendere a convivere con la morte?
I libri ci possono aiutare
Quale migliore compagnia per sfuggire al panico del Corona Virus che un bel romanzo? “Leggete i libri ai quali avreste voglia di strappare le pagine per portarle con voi” è infatti la raccomandazione finale del Prof. Scurati.