Il MES, acronimo di Meccanismo Europeo di Stabilità. Conosciuto molto più amichevolmente come “Fondo Salvastati”, è l’argomento più discusso dell’ultimo periodo.
Vera e propria chimera del dibattito pubblico italiano, se ne è iniziato a parlare nel 2018. Ben presto ha però preso il volo dalle pagine dei quotidiani economici per imporsi anche sui social e nelle dichiarazioni politiche.
Tuttavia di cosa si tratta? La redazione del Quarto Piano ha provato a fare un po’ di chiarezza con il Professore di Economia Politica dell’Università IULM, Luca Barbarito.
Ascolta l’intervista sul MES al Prof. Luca Barbarito
Il MES in breve
Il Mes è una sorta di “fondo assicurativo”. Può essere definito come una cassa comune nella quale tutti i paesi membri dell’Unione Europea versano dei contributi che potranno essere utili in situazioni di crisi economica.
Gli stati in difficoltà potranno infatti attingervi, a condizione di impegnarsi a rivedere i propri bilanci.
L’obiettivo
Probabilmente tutti abbiamo in mente quello che accadde alla Grecia dopo il 2008: l’enorme debito pubblico, la perdita di fiducia degli investitori e infine il default.
In quel caso gli aiuti europei ci furono, ma giunsero in maniera tardiva, costringendo lo stato a pesanti sacrifici in nome dell’Austerity.
Ebbene l’intento del MES è non solo velocizzare il processo di solidarietà tra gli Stati europei, ma anche creare una sorta di meccanismo assicurativo.
Le difficoltà di un membro dell’Eurozona, d’altra parte, ricadono inevitabilmente anche sugli altri.
Qualche mito da sfatare
Sul MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, ultimamente si è sentito di tutto. Informazioni vere e false.
Le maggiori criticità riguardano le condizioni di accesso al Fondo.
Le ultime trattative hanno però allontanato l’ipotesi che possano essere imposte misure di Austerity eccessive per ristrutturare il bilancio.
Per garantire l’impegno dei beneficiari del Mes sarà difatti sufficiente una lettera d’intenti.