Doctor Sleep – L’ombra di Shining

Questo Halloween è uscito Doctor Sleep, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Stephen King e sequel di Shining.

La domanda che dobbiamo porci è: sarà stato all’altezza del suo predecessore?

Doctor Sleep

L’antefatto del film

Shining, diretto dalla mente geniale di Stanley Kubrick, è considerato uno dei migliori film horror di sempre. Un vero e proprio cult movie. Il regista rinuncia alla canonica rappresentazione dei film dell’orrore richiamando, però, elementi dell’immaginario collettivo (il patto col diavolo, la casa dei fantasmi, la danza macabra e così via).

Il film narra il dramma di una famiglia oppressa e in balia dell’isolamento e dei fantasmi che infestano l’hotel. Ciò porta ai suoi membri gravi problemi psicologici, in particolar modo a Jack Torrance e al figlio Danny.

È un’opera aperta che richiede un’interpretazione da parte dello spettatore, ed è questo il suo pezzo forte. Il disorientamento spazio-temporale, la musica ipnotica e il climax crescente generano ansia e suspense. Inoltre, grazie al montaggio accurato, saremo anche noi confusi come i personaggi.

Doctor Sleep, chiaramente, non poteva essere all’altezza di questo capolavoro cinematografico. Ciò, però, non significa che il film in sé sia malfatto. Tecnicamente parlando, il regista Mike Flanagan ha fatto un buon lavoro; il problema emerge dalla storia.

Il problema di Doctor Sleep

Il libro di Stephen King ha generato pareri discordanti. In sostanza, molti concordavano sul fatto che l’autore avesse fatto un buon lavoro a livello strutturale e narrativo, ma poco emozionante. Per questo non ritenevano che non fosse così necessario un seguito. Il film, però, cerca di essere il sequel dello Shining di Kubrick e non un semplice adattamento dal romanzo di King.

Il problema sta, appunto, nel rovinare la misteriosità e la complessità dell’opera precedente, spiegando così la “luccicanza” e i fantasmi dell’Overlook Hotel.

Il protagonista è Dan Torrance, che ai tempi di Shining aveva cinque anni e oggi è sulla quarantina. Come accade a molti bambini prodigio, ha fatto una fine tutt’altro che gloriosa, diventando schiavo della bottiglia e trovando conforto in un gruppo di alcolisti anonimi. Viene chiamato “Doctor Sleep” perché usa quello che rimane dei suoi poteri per alleviare le sofferenze dei morenti nell’ospizio in cui lavora. Oltre che coi suoi traumatici ricordi, Danny dovrà fare i conti con un potente nemico: una tribù nomade che si nutre delle persone dotate della luccicanza.

La trama risulta essere un miscuglio di elementi già visti in altri film come il vampirismo per l’eterna giovinezza, la lotta fra il bene e il male e altro ancora. Seppur Kubrik richiamava implicitamente gli elementi comuni dell’horror, lo faceva in un modo innovativo e particolare. Qui invece risulta essere blando e poco incisivo.

Un’altra differenza col suo predecessore è l’incapacità di creare un climax di tensione coerente, infatti verso la fine si velocizza un po’ troppo.

La lezione di Antonioni

Pensiamo un attimo all’Avventura di Antonioni, un capolavoro del cinema italiano.

Anna, una giovane ragazza, scompare nel nulla. Il suo compagno, Sandro, e la sua migliore amica Claudia si mettono alla sua ricerca. Ben presto, però, questo viaggio farà nascere qualcosa fra loro.

Il regista, a differenza dei classici film d’inchiesta, non è interessato a indagare e risolvere la sparizione di Anna, bensì preferisce evidenziare le conseguenze che porta. Antonioni vuole raccontare e anticipare, anche in maniera implicita e visiva, ciò che deve ancora accadere.

Anche Shining segue lo stesso ragionamento. A Kubrik non interessa spiegare gli eventi sovrannaturali che accadono, ma preferisce mostrare il declino psicologico dei personaggi.

Dottor Sleep, purtroppo, non segue queste orme. Infatti la storia ruota attorno allo spiegare cosa siano luccicanza e fantasmi, perdendo così l’aura misteriosa legata al precedente capitolo. Un po’ come se si cercasse di fare il sequel dell’Avventura che indaga, effettivamente, la scomparsa di Anna, perdendo così il senso del film.

In conclusione

Dottor Sleep è un buon film che, purtroppo per colpa dell’omonimo romanzo, non riesce né a superare e né a eguagliare il capolavoro di Kubrick. Ma per quelli che sono curiosi di svelare i misteri del capitolo precedente, quest’opera fa il caso vostro.

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