Ci sono persone senza le quali il mondo non sarebbe come quello che conosciamo oggi. Persone che, con il loro dono, hanno cambiato per sempre la storia, segnandola in vari modi e aspetti.
Danny Boyle alla regia, e Richard Curtis alla sceneggiatura, ci pongono davanti un film retto da una domanda: come sarebbe oggi la nostra società se i Beatles non fossero mai esistiti?
Beetle, Oasi e Pepsi
Il protagonista della storia, Jack, interpretato da Himesh Patel, è un mediocre musicista che, dopo un bizzarro incidente, si sveglia accanto alla sua amica di una vita (e manager a tempo perso), Ellie, interpretata da Lily James. Pian piano, però, si rende conto che nessuno, a parte lui, ricorda il gruppo fondato a Liverpool da John Lennon & Co.
Jack inizia allora a far ricerche su internet e scopre che tutto ciò che è stato anche solo ispirato dal gruppo inglese non esiste. I Beatles si riducono a beetle, gli Osasi a oasi e la Coca Cola è sostituita in toto dalla Pepsi.
Abbey road non è che una strada qualunque di Londra, e “Hey dude” diventa molto più figo di Hey Jude.
Jack si troverà davanti ad un bivio (capiterà più di una volta): sfruttare le immortali canzoni del gruppo per avere successo oppure no? Rimanere con Ellie, l’amica segretamente innamorata di lui senza mai chiedergli nulla in cambio, oppure andare a Los Angeles e sfondare nel campo della musica, facendo felici più altri che sé stesso?
La sceneggiatura di Richard Curtis è ispirata da un soggetto di Jack Barth e Mackenzie Crook.
Jack e Himash Patel
Egli ci mostra un personaggio estremamente in conflitto con sé stesso, del quale è possibile sentire i dubbi, le angosce, la paura. La scoperta del successo, dopo che persone come Ed Sheeran ti bussano alla porta di casa e il mare non è più quello di Suffolk, in Inghilterra, ma quello di Malibù, in California, porterà Jack a cercare di capire cosa fare della propria vita, a cercare cosa è realmente importante per lui. Non senza l’appoggio di chi, grazie proprio al cambiamento della storia, potrà essergli inaspettatamente d’aiuto.
Un personaggio, quello di Jack, per cui Himash Patel si dimostra perfetto. Non solo dal punto di vista fisico, mingherlino e buffo allo stesso tempo, ma anche dal punto di vista sonoro, cantando in prima persona tutti i successi ricordati nel film. Come è perfetta anche Lily James, nella raffigurazione di questa ragazza timida e dolce, insicura ma allo stesso tempo di un fascino irresistibile anche in vestaglia.
Poi, una regia e un montaggio estremamente animati e veloci da parte di Danny Boyle danno la forza e la freschezza di cui la storia aveva bisogno, portando in campo un discorso sulle conseguenze del successo. Come anche su cosa, nella vita di ognuno, c’è il rischio di perdere se, di tanto in tanto, non ci si ferma a pensare, e su quanto il ricordo della musica sia fondamentale. Come allo stesso Jack verrà ricordato.
Adesso al cinema.