Ciao Maestro, salutaci la tua Vigata

Si è spento questa mattina, all’età di 93 anni, il padre del commissario Montalbano.

Avvincente, assiduo, curioso e appassionato, Andrea Camilleri ha raccontato l’Italia e la Sicilia senza mai stancarsi. Anche quando continuava a dettare da cieco alla sua fedele assistente Valentina Alferj i suoi racconti combattendo la malattia con la scrittura, rompendo i ‘cabasisi’ per la sua onestà e scaltrezza intellettuale. Le parole, talvolta scomode e rauche come la sua voce, vibranti e pittoresche come quelle dei suoi personaggi, lo hanno sempre accompagnato.

Non lo hanno mai abbandonato sino al 17 giugno scorso, quando colpito da un infarto, è stato ricoverato d’urgenza all’ospedale Santo Spirito di Roma. Dopo un mese, arriva la nota dell’Asl Roma 1. Andrea Camilleri è deceduto alle 8:20 di questa mattina: “Le condizioni sempre critiche di questi giorni si sono aggravate nelle ultime ore compromettendo le funzioni vitali. Per volontà del Maestro e della famiglia le esequie saranno riservate”.

In una recente intervista per Circo Massimo su Radio Capital, aveva dichiarato: “Sono felice. Non ho paura di niente, neanche della morte”.

Camilleri: un viaggio lungo una vita

Da poco era fuori il libreria con ‘Il Cuoco di Alcyon’ (Sellerio 2019) – una Iliade di guai – che racconta le vicende del celebre Commissario Montalbano a 25 anni dal suo esordio ne La Forma dell’acqua (1994). Sono trenta i romanzi che completano la saga tanto amata dagli italiani, tradotta in più lingue nel mondo e poi trasposta in TV dalla Rai.

Un modello seriale rivelatosi vincente che in poco tempo è riuscito a coinvolgere un gran numero di spettatori sempre più curiosi e ansiosi di scoprire i segreti e i moventi che stanno dietro le ‘ammazzatine’ di Vigata. Sempre ai primi posti delle classifiche librario, Montalbano deve il suo nome allo scrittore spagnolo Manuel Vazquez Montalban, grande amico di Camilleri e all’editrice Elvira Sellerio, che tanto fece per lo scrittore invitandolo più volte a scrivere quando lo stesso intendeva terminare la sua carriera da romanziere dopo il secondo romanzo Il cane di terracotta.

Non è mai andato in pensione Camilleri, anche perché il successo è arrivato in tarda età, tra il ’92 e il ’94. Prima di allora lo scrittore, nato a Porto Empedocle (Agrigento) nel 1925 e poi trasferitosi a Roma dove ha sempre vissuto, si era dedicato al teatro, come regista e sceneggiatore, per poi passare alla televisione come autore delle più conosciute produzioni poliziesche italiane come Maigret e il tenente Sheridan.

Nel documentario Rai Il luogo della memoria, lo scrittore racconta della sua adolescenza, dall’esame di maturità mai sostenuto a causa dello sbarco degli alleati in Sicilia sino agli anni trascorsi ad Enna nelle “due stanzette” in cui scopre la vocazione per la scrittura.

Nel 1949 si trasferisce a Roma e studia regia all’Accademia di Arte drammatica Silvio D’Amico.  Comincia a lavorare per la Rai nel 1957 come delegato alla produzione e sceneggiatore mentre approda alla scrittura narrativa nel 1978 con Il corso delle cose, pubblicato da Lalli.

Negli anni Ottanta i suoi romanzi vengono pubblicati da Sellerio, ma è in Un filo di fumo, uscito per Garzanti nel 1980 che per la prima volta scopriamo la città immaginaria Vigàta.

Famose le prime opere di carattere storico come Il birraio di Preston, La strage dimenticata e La stagione della caccia.

A Montalbano Camilleri dedica trenta titoli, considerando gli inediti (tra cui il romanzo Riccardino) che per sua volontà usciranno postumi. Un altro regalo per i lettori e i telespettatori di una delle fiction più amate delle televisione italiana. Camilleri ha venduto con Sellerio oltre 25 milioni di copie mentre la serie tv calcola complessivamente 1,2 miliardi di telespettatori con picchi di share in prima serata sui principali canali Rai (anche in replica)

Camilleri: un viaggio lungo per sempre

L’attore Luca Zingaretti, allievo di Camilleri all’Accademia di Arte drammatica e interprete del famoso Commissario televisivo, ha voluto ricordare con queste parole l’amico e maestro:

“Adesso te ne vai e mi lasci con un senso incolmabile di vuoto, ma so che ogni volta che dirò, anche da solo, nella mia testa, “Montalbano sono!” dovunque te ne sia andato sorriderai sornione, magari fumandoti una sigaretta e facendomi l’occhiolino in segno di intesa, come l’ultima volta che ci siamo visti a Siracusa. Addio maestro e amico, la terra ti sia lieve! Tuo Luca”

Il saluto arriva anche dal Presidente della Repubblica, dall’intero mondo letterario e culturale italiano, da Fabio Fazio a Rosario Fiorello, conterraneo con il quale tanto amava scherzare.

Anche la nostra Università si unisce al cordoglio per la scomparsa del romanziere tanto apprezzato a livello mondiale al quale aveva conferito una Laurea Honoris Causa in Lingue e Letterature straniere il 15 ottobre del 2002.

“Da oggi siamo tutti un po’ più soli” – anche se ciascuno di noi troverà Camilleri ancora in giro per le viuzze della sua Vigata o di rientro da una gita a Tindari. Con una sigaretta in mano, si proprio lui ‘ di persona personalmente’ mica per ‘babbiata’. Lo ritroveremo “seduto in una piazza a raccontare storie per poi passare tra il pubblico con la coppola in mano” – così come lui stesso sperava la sua carriera sarebbe finita.

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2 Commento

  • Pubblicato il 17 Luglio 2019 22:09 0Likes
    Anonimo

    Un articolo che rispecchia la realtà è un finale che si addice , bravissimo Antonio

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