Venti ballerini in un edificio isolato in mezzo ad una foresta. In una notte di pieno inverno.
Sembra la base perfetta per un film sullo stile, per citarne un paio, di Quella casa nel bosco di Drew Goddard o La casa di Sam Raimi.
Tensione, follia e tanta danza
Eppure, Gaspar Noé, regista ad esempio di Irréversible o Love, ci mostra qualcosa di estremamente nuovo. A cominciare dalla narrazione, che per ammissione dello stesso regista è basato più su un’idea che su una vera e propria sceneggiatura.
Egli lascia spazio infatti, pur mantenendosi nella struttura dei tre atti, ad un vortice di balli, tensione e follia, elementi principali di questo film. Apre l’opera un piano sequenza suggestivo e avvolgente di quasi cinque minuti in cui si mostrano i ballerini protagonisti di una coreografia mozzafiato. Festeggiano, ridono e parlano, bevendo sangria.
In quest’ultima, però, da uno dei personaggi è stata messa dell’LSD, che porterà pian piano i ragazzi protagonisti a scendere in un vortice di paura e violenza, psicologica e fisica. Noé, a pari passo con lo scurirsi delle luci, trascinerà anche chi guarda in un’ambientazione oscura, angosciante, psichedelica, come pochi sanno fare nel panorama cinematografico contemporaneo.
LSD e orgoglio francese
Un film sulla convivenza tra esseri umani, in cui l’LSD fa da motivo conduttore per parlare del superamento di certi limiti interpersonali. Esplorando, ad esempio, questioni come solitudine, amore, violenza, sesso, abbandono, delirio, illusione e, da ultimo, la danza, passione del regista alla base del film. Il tutto in uno spettacolo di musiche e luci dal grande fascino.
“Presentent un film francais et fier de l’etre”, ovvero “Presentano un film francese e fiero d’esserlo”, è la scritta che, mostrata subito prima della sequenza principale di ballo, omaggia l’amore per la Francia da parte del regista argentino, naturalizzato francese e che vive e lavora tutt’oggi oltralpe. Come dimostrano anche le tre tende utilizzate da sfondo, che richiamano i colori della bandiera francese.
Gaspar Noé è stato ospite lo scorso 6 giugno nella nostra università, per una masterclass sulla sua carriera e in particolare su questo film. Tra le varie curiosità emerse, a parte Sofia Boutella, nei panni di Selva, e un’altra attrice, gli altri protagonisti nel film sono tutti alla prima esperienza cinematografica e la produzione dell’intero lavoro ha richiesto poche settimane. Tutto a simboleggiare la spontaneità e l’istantaneità di questo suo ultimo film, dal grande spessore tecnico e che esplora la psiche umana come nessun’altra sua opera prima d’ora.
Presentato nella sezione Quinzaine des réalisauteurs al Festival di Cannes dell’anno scorso, adesso al cinema.