The Witcher III, Watch Dogs, Dragon Age: Inquisition.
3 videogiochi che, se avete giocato, vi hanno insegnato che cos’è la Lore.
Lo storytelling nascosto è stato l’argomento dell’ultimo incontro di What If? Spunti per pensare di quest’anno. Il Dott. Andrea Chiurato, e Giulia Levada (CMP III anno, appassionata di videogiochi) ne hanno parlato con Banuka Wanaguru di What If.
Lore è libertà
Dire che un videogioco ha una buona Lore ormai è cosa diffusa, ma attenzione: la Lore deve poter essere ignorata, altrimenti diventa storytelling.
Parliamo di Lore quando in The Witcher III leggiamo le descrizioni degli oggetti o le storie dei personaggi che Geralt di Rivia incontra.
Parliamo di Lore quando ci perdiamo a profilare i passanti in Watch Dogs e quando ci dedichiamo alle secondarie di Inquisition.
Ma il punto è sempre quello: possiamo decidere di immergerci totalmente nelle storie del mondo di gioco, ma possiamo anche tirar dritto fino alla quest finale senza sentirci in colpa.
Storytelling vs Gameplay
La critica videoludica, negli anni, ha contrapposto storytelling e gameplay, disponendo i videogiochi sull’asse immaginario che unisce i due estremi.
Al primo, abbiamo prodotti come Heavy Rain, To The Moon, Life is Strange e Journey. Al secondo, il Super Mario di turno, Just Dance e Tekken.
Storia vs azione, lentezza vs velocità, storytelling vs gameplay.
Ma esiste una formula perfetta? Esiste un amalgama di questi due elementi che restituisca un capolavoro? Per molti no, per altri sì.
Fatto sta che esistono giochi che stupiscono, quasi in maniera sorprendente, come GTA.
Rockstar Games, per quanto abbia costruito il successo del suo prodotto di punta sul gameplay, non ha mai rinunciato allo storytelling. E può essere strano pensare che esistano anche persone che si divertono di più a seguire le side story del gioco che a investire i passanti.
Se GTA fosse un film, insomma, avrebbe sicuramente qualcosa di buono da raccontare.
Gameplay is Storytelling
Se ci pensate, però, la contrapposizione Gameplay vs Storytelling non è poi tanto vera.
Ci sono grandi giochi con un gameplay eccezionale e che raccontano storie indimenticabili. Ci sono giochi che lasciano a desiderare su entrambi i fronti.
A prescindere da questo, però, se andiamo ancora più a fondo, scopriamo che alla fine ogni atto di gameplay è storytelling.
Ogni azione che compie il giocatore è una scelta, più o meno libera. Ogni scelta genera delle conseguenze nello storyworld. Ogni conseguenza, nasconde una storia.
Parlare a un NPC (Personaggi non giocanti) piuttosto che a un altro, estrarre una spada piuttosto che un arco, aprire una porta o attraversare un torrente.
Tutto racconta una storia, se abbiamo gli occhi per vederla e le orecchie per ascoltarla.
E il bello è che questa storia, giocando, la scriviamo anche noi.