“C’è anche una piccola felicità malinconica, alla quale mi sono rassegnato. Succede quando scopro un libro, un film, delle canzoni”
Lo scrittore Francesco Piccolo, autore di questa frase, presente nel suo libro del 2010 Momenti di trascurabile felicità, è co-sceneggiatore del nuovo film di Daniele Luchetti.
Questo si basa proprio sul libro del 2010 e su Momenti di trascurabile infelicità del 2015. Insieme al regista, che ha diretto film come La scuola o Mio fratello è figlio unico, egli reinterpreta i suoi due lavori. Strutturati con pensieri quotidiani, espressi in paragrafi senza un reale collegamento tra loro, sono resi con una leggera quanto pungente ironia sulla vita di tutti i giorni.
92 minuti di trascurabile felicità
Attorno a questi elementi si costruisce la storia di Paolo, interpretato da Pif. Paolo è un ingegnere, che un giorno, dopo essere passato per l’ennesima volta sul suo motorino con il rosso, si scontra con un camion e ne paga fatalmente le conseguenze.
Egli viene così a trovarsi in un posto che, più che un paradiso, sembra un ufficio bancario o delle poste. In fila, una volta arrivato il suo turno, viene a sapere da un Renato Carpentieri a metà tra angelo e contabile che, grazie a un errore di calcolo, avrà la possibilità di tornare sulla Terra esattamente per altri 92 minuti.
E così, il viaggio di ritorno a casa significherà per Paolo la possibilità di ritrovarsi con la sua famiglia e i suoi amici di sempre. Per un ultimo saluto e non solo.
Per lo spettatore, invece, questo viaggio sarà anche la scoperta del personaggio di Paolo, prima dell’incidente. Egli è mostrato in un continuo andirivieni attraverso flashback che toccano un momento della sua infanzia come anche il percorso di crescita della sua famiglia, con i figli Francesco e Aurora, e le cene o le partite in tv del Palermo con i suoi amici, mostrando anche i suoi vizi e le sue imperfezioni.
Imperfezioni che non mettono tuttavia in cattiva luce il personaggio. Lui risulta più spensierato che anaffettivo, più simpatico che sfrontato. Si sottolinea, poi, quanto l’assenza di perfezione in una relazione, come in generale nella vita, non sia qualcosa da disprezzare, ma da comprendere e accettare.
Tirando le somme…
Un film sulla (non) perfezione quindi, ma anche sulla leggerezza, che il mondo creato da Luchetti e Piccolo mette in scena al meglio. Anche grazie a degli interpreti ideali, come Pif e la cantante Thony, nei panni della moglie Agata.
Il tutto ambientato in una Palermo solare e autentica, quasi capitale, che non mostra il lato malavitoso, ma quello architettonico e ambientale. Lo splendido centro storico, nella sua grande varietà e ampiezza, fa da sfondo alla storia.
Una storia che, attraverso Paolo, mostra quelli che possono essere anche i nostri errori. Ci mostra i momenti ai quali magari diamo poca importanza, di “trascurabile felicità”. Ci parla della nostra capacità di perdonare e della nostra umanità.
Questo racconto, nei suoi continui intrecci temporali, rischia di perdersi, trovando però nell’affetto tra i due coniugi una base forte su cui poggiare, per un finale emozionante, che riserverà a Paolo una sorpresa riguardo il suo destino.
Adesso al cinema.