“What if” perdessimo tutti i nostri followers? Una domanda quanto mai attuale. E’ anche l’interrogativo di fondo per il primo appuntamento di What If. Spunti per pensare.
Il ciclo di incontri targato IULM si apre il 20/02/2019. Gli ospiti sono di qualità: lo youtuber Francesco Posa e il Professor Andrea Miconi, esperto in sociologia dei media. La conduzione è affidata a Cinzia Zoccali. Ideatrice insieme ad Annie, Elisa e Banuka di What If, una serie di eventi a tema contemporanietà e postmodernità.
Perché sentiamo la necessità di condividere sui social? Il tema è sicuramente vicino alla maggioranza degli studenti IULM. Gli spunti di riflessione sono vari: dal documentario Netflix, “The American Meme” agli scritti di Guy Debord fino al film d’animazione “Gli Incredibili 2”. Tutti espedienti per indagare il nostro modo di rapportarci all’universo online.
D’altra parte, grazie ai social siamo approdati ad una percezione totalmente diversa del pubblico e del privato: oggi persino il quotidiano è diventato “public by default”. Siamo pervasi dal desiderio di guardare, dal “piacere scopico”. Le informazioni vengono de-contestualizzate e riproposte secondo i principi del detorunement debordiano. Pare quasi di trovarsi inconsapevolmente in uno scenario distopico alla Black Mirror. Per tale ragione è utile fare chiarezza con gli esperti.
Il professor Miconi spiega la questione del self-branding al pubblico di What If. “Non esiste nessuna contraddizione tra socializzare e presentare il sé, anche sui social”. Il bisogno di piacere agli altri è, dopotutto, comune a tutti gli esseri umani. “Il problema sorge quando tale bisogno diventa patologico”.
Il desiderio di condividere affonda però le sue radici anche nella facilità di accesso ai social. “Condivido perché posso farlo” descrive Miconi. “Le forme di comunicazione online spesso decidono per noi. È un’effetto di standardizzazione delle forme della realtà“.
Sulla questione si pronuncia anche lo youtuber Francesco Posa. “Su Youtube la pratica della promozione di sé è recente”. Tra i primi professionisti a servirsene c’è di sicuro Frank Matano, video-maker di successo che oggi lavora in tv. “Contrariamente all’opinione diffusa, tuttavia, “Il self-branding non consiste in creare qualcosa di falso”. Spiega Posa: “È piuttosto la creazione di una propria personalità”. Dunque, è necessario limitarsi a promuovere online ciò che è reale di sé.
Gli ospiti di What if provano ad affrontare anche la discussa questione della link tax e delle norme sul copyright online. Forme di tutela giuste o restrizione eccessive? È proprio il caso di dirlo, “ai posteri l’ardua sentenza!”. O almeno, ne potremo sapere di più con gli sviluppi degli Art. 11 e 13 da parte della Commissione Europea.
Per il momento, le riflessioni social restano aperte. I partecipanti possono discuterne davanti a dolci e tanto caffè. Che dire? L’obiettivo di What if? Spunti per pensare sembra centrato!
Prossima data: 8 marzo. Si parlerà di arte contemporanea con il prof. Bittanti e un ospite ancora segreto.
1 Commento
Eleonora
Bellissimo sapere che tutto questo progetto sia stato organizzato dai ragazzi, complimenti ancora e continuate cosi!