Un libro può piacere o non piacere. Può colpirti o capirti.
Un libro può cambiarti.
Bookcity è tornata durante la settimana più uggiosa d’autunno.
Ma non sono bastate due gocce di pioggia a fermare i 160.000 visitatori di quest’edizione.
I libri hanno invaso la città, le sue piazze, i suoi salotti, i suoi palazzi e i suoi teatri.
Perché Bookcity è una grande festa. Una ventata di cultura, di vita, di belle storie.
E si sa, in una bella storia ci si ritrova sempre, per caso o per fortuna, qualcosa di personale.
Conosciamo quell’ansia buona e viscerale che racconta Daria Bignardi al GAM, abbiamo chiuso nel cassetto tutti quei sogni di cui parlano Mara Maionchi e Rudy Zerbi al Teatro Parenti.
Siamo “squali” come Sofia Viscardi e Giacomo Mazzariol. Giovani, bravi, veloci, affamati.
Sentiamo un brivido freddo correrci lungo la schiena quando Gabriele Romagnoli racconta la meraviglia dell’ultimo amore.
Ci ritroviamo tra le vie di Parigi ascoltando Silvio Orlando leggere la storia di Momò di Gary.
E almeno una volta nella vita ci è capitato tra le mani un segreto di famiglia disarmante e immenso proprio come alla protagonista di “Matrigna” di Teresa Ciabatti.
Un libro è un viaggio, lungo, intenso, catartico, a volte breve, turbolento, significativo, evitabile.
E durante un viaggio incontriamo quasi sempre un qualcuno o un qualcosa che ci colpisce violentemente tra capo e collo e cambia le carte in tavola.
Bookcity apre le stanze chiuse dell’anima, dove nascondiamo ricordi ed emozioni.
Bookcity ci riporta alle favole della mezzanotte, ai racconti di un tempo, ai libri letti velocemente in metro, a quelli mai iniziati e quelli chiusi a metà che sono ancora lì sul comodino accanto alle goccino per dormire.
E in almeno uno dei 1452 eventi proposti alla popolazione milanese ritroviamo il profumo di casa, e si ride, si piange, si canta, si mangia e si pensa.
Ecco, Bookcity lascia tempo al dubbio di insinuarsi, al ragionamento di evolversi, alla parola di formularsi. E le parole, giuste o sbagliate che siano, possono cambiare tutto.
Borges diceva che ogni libro è una possibilità di felicità.
Bookcity offre la possibilità di essere felici.
Bookcity ci racconta. E deve continuare a farlo.