Romanticismo a Milano tra Hayez e Manzoni. La mostra delle Gallerie D’Italia

Non c’è modo migliore di trascorrere la domenica mattina in giro per il centro di Milano e, perché no, infilarsi in un museo per ammirare qualche opera d’arte. Questo weekend è stata certamente la volta buona per le Gallerie d’Italia, in piazza La Scala, dove è allestita una speciale mostra sul Romanticismo.

Meditazione sulla storia d’Italia, di Francesco Hayez

A cura di Fernando Mazzocca, inaugurata il 26 ottobre – si concluderà il 17 marzo 2019 – ha luogo in due sedi: la prima è proprio accanto al teatro meneghino, la seconda è il poco distante museo Poldi Pezzoli, in via Manzoni. Ed il titolo dell’allestimento, semplice e diretto raccoglie a sé la totalità della corrente artistica in tutte le sue sfaccettature: dal pre-romanticismo aulico, caratterizzato dai grandi paesaggi piemontesi – spiccano, tra questi, quelli di Giovanni Battista De Gubernatis e di Giuseppe Piero Bagetti – a quello selvaggio e misterioso, che fissato nell’immaginario collettivo. Le più varie forme artistiche, quali pittura, scultura, poesia e musica – ad accompagnare la visita ci sono, infatti, persino delle note di Giuseppe Verdi – coesistono in armonia nelle poche sale del museo.

Tra le 200 opere selezionate, 42 di queste non sono mai state esposte prima d’ora perché provenienti per lo più da collezioni private. Altre 14 non sono mai state viste in Italia e giungono dalle più importati istituzioni museali, come l’Ermitage di San Pietroburgo e la National Gallery di Londra.

Gran parte della mostra è incentrata sulla relazione che il nostro paese ha con questa corrente artistica: la bellezza di Milano, dominata dalle vedute del Duomo, il panorama delle Alpi, Napoli con il suo Vesuvio (ritratto nei quadri provenienti dalla scuola del Posillipo) e tanti altri paesaggi che sono un grandioso tributo al Bel Paese.

Dunque spazio a Francesco Hayez, il pittore romantico italiano per eccellenza, con alcune tra le opere più importanti esposte quali Rinaldo e Armida (1812-1813), L’ultimo bacio di Giulietta e Romeo (1823) e La Meditazione (1851) – quadro, per altro, utilizzato per la locandina dell’evento -.
Un’altra sua tela presenta dunque il secondo, grande protagonista romantico della mostra: Alessandro Manzoni. Un’intera sala è appunto riservata al celeberrimo autore dei Promessi Sposi, con dipinti che ritraggono i personaggi del romanzo (tra cui quadri di Hayez, Giuseppe Molteni, Eliseo Sala e Andrea Gastaldi) e lo stesso padre del romanzo italiano, contornato da citazioni delle sue opere. Cosa ne avrebbe detto, il creatore di Renzo e Lucia, che fu sempre assolutamente contrario a farsi ritrarre, ma acconsentì di posare soltanto due volte per Molteni e Hayez?

Proseguendo, oltre lo sfondo italiano, si possono ammirare quadri di pittori internazionalmente conosciuti come Corot, confrontato con i pittori lombardi Luigi Basiletti e Marco Gozzi, Pitloo, esponente della Scuola del Posillipo, Turner e Friedrich. Interessante è stato vedere accostate le opere del tedesco, famoso per essere colui che meglio interpretò il nuovo rapporto tra l’uomo e la natura, con alcuni estratti delle poesie di Giacomo Leopardi. I due artisti vengono uniti dal comune tema della finestra, emblema della visione romantica della realtà.

Il percorso attraverso le opere del romanticismo non si limita insomma a racchiudere una tappa imponente della storia dell’arte, ma dà anche la possibilità di rivivere un passaggio cruciale per l’Italia, che in quegli anni diventava tale. E che nelle Gallerie si svela, attraverso mezzi non certo convenzionali, ma di non minore importanza.

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