L’intelligenza del denaro
Marsilio, 2013
Congelate ogni cruccio che abbiate preso in prestito dalla prima pagina di un quotidiano, o dall’ultima chiacchiera al bar a proposito di spread e pensione della suocera.
Non affaticate gli occhi ad inseguire questioni che sembrano marciare lontane, diventare sempre più complicate. Che siate un brillante studente di finanza, o acquistate i quotidiani economici perché la carta su cui sono stampati è la migliore per incartare le uova, in libreria c’è il manuale d’istruzioni per far scoppiare la pace tra l’economia e le nostre vite.
Chi conosce Alberto Mingardi dubita lui stesso possa invitare a fidarsi. Vorrà scusarci se lo facciamo indebitamente noi, ma chi lo ha letto – a qualsiasi livello, con qualsiasi pregiudizio – ammetterà di aver goduto fin dalle prime pagine per la brillante scrittura, gli aneddoti, i conti su due mani che popolano il libro e ne valgono la lettura. Ed all’economia, badate, bisogna ancora arrivarci.
Tratto da L’intelligenza del denaro, di A. Mingardi
Ricevendo la scintilla de L’intelligenza del denaro si concluderà infatti che l’economia è le vostre vite. Sarà chiaramente visibile – sotto la fitta rete che ci avvolge, intessuta di complesse formule e non poche balle – un processo inarrestabile ed inconsapevole, che muove gusti, aspirazioni, preferenze di ognuno.
E’, questo, il mercato: una torta impastata da migliaia di inconsapevoli pasticceri, ma anche una storia di progetti andati a vuoto, di fallimenti, di errori.
Con ragionamenti lucidissimi ed un andamento al tempo stesso dilemmatico, L’intelligenza del denaro cerca di definirlo attraversando le necessarie applicazioni (libertà dei prezzi, concorrenza, cultura d’impresa) senza disdegnare il confronto neppure con i derivati del pensiero magico. O, peggio, della teoria economia già marchiata a fuoco dagli sbandamenti della storia.
E se tanto non bastasse per superare la diffidenza verso lo spessore delle sue 330 pagine, è il caso di anticipare la motivazione che più di ogni altra rende straordinaria l’opera. Aiuterà il lettore sapere che Alberto Mingardi – che colpisce chi fa la sua conoscenza per la profonda sobrietà ed un’ironia infallibile, come il tiro di un arciere – ha un’idea precisa di cosa sia l’economia, di come si debba approcciarla. Ed è un punto di vista che se anche espresso in un salotto della società dello spettacolo (e compreso dai presenti) suonerebbe come un sacrilegio, una giustificazione a reazioni viscerali.
Eppure, da studioso del pensiero politico, Mingardi sospende per larga parte il giudizio. E si conferma, nel libro, più un acuto osservatore delle umane cose, un compiaciuto divulgatore che non un grigio scienziato economico.
Sta qui, L’intelligenza del denaro: non esiste il libretto d’istruzioni, ma l’insieme di fatti messi a portata di sguardo, raccolti in capitoli fruibili da chi non sa nulla di economia, o – più spesso – sta su posizioni distanti dal liberismo integrale.
E’, il libro, uno strumento prodigioso per tornare ai fondamenti dell’economia, per coltivare dubbi e costruire soluzioni. Ben più che un manuale stampato per le università. Senza i difetti di un pamphlet destinato ad ammuffire alle prime piogge dell’attualità.
“Sa, prof., penso che spesso andrò a sfogliarlo. Ho letto altro di economia, ma il suo libro è una bibbia”, dissi al prof. Mingardi. “Magari avessi avuto lo stesso successo editoriale”, rispose. Ah, il mercato!
Enzo Cartaregia
#4 – Biblioteca di Zizzania