Roberto Andò torna alla regia con quello che è il suo sesto film. Dopo Le confessioni del 2016, Una storia senza nome è l’opera in cui mette in scena un film giallo di chiara ispirazione hitchcokiana, girandolo questa volta nella sua terra natìa: la Sicilia.
Scritta dallo stesso regista insieme ad un suo precedente collaboratore, Angelo Pasquini, e Giacomo Bendotti, la storia vede come protagonista Valeria, interpretata da una Micaela Ramazzotti in grande spolvero, questa volta nei panni di una giovane segretaria che scrive in incognito per uno sceneggiatore di successo, impersonato da Alessandro Gassman.
Un giorno, la protagonista riceve la trama di un film da uno sconosciuto, che poco dopo si rivelerà essere un poliziotto in pensione interpretato da Renato Carpentieri, premiato lo scorso anno come miglior attore protagonista ai David di Donatello, per la sua parte ne La tenerezza.
Il film del quale riceve la trama ha il titolo della pellicola del regista, “Una storia senza nome”, e narra di un celebre furto che avvenne nella Palermo del 1969 riguardante un quadro di Caravaggio, per mano della mafia. Dal momento in questione, la vicenda viene trasformata in un nuovo soggetto per lo sceneggiatore, portando però la protagonista ad entrare in una sorta di eventi sempre più aggrovigliati, sempre più misteriosi, con l’apporto del poliziotto interpretato da Carpentieri per cercare di risolvere il caso.
Nella pellicola, presentata fuori concorso all’appena conclusasi Mostra del Cinema di Venezia, anche Laura Morante, nei panni della madre della protagonista. Ciò di cui si parla è un caso di cronaca attorno al quale il regista cerca di realizzare un misto tra tensioni e deviazioni, con i protagonisti coinvolti fino all’ossessione nel caso, alla disperata ricerca della verità.